Il fiasco della Mogherini con Israele colpisce tutta la UE

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Milano 2 Dicembre – Una disfatta diplomatica targata Federica Mogherini ma caduta sulla testa di tutta la Ue. Ambienti della diplomazia israeliana ieri hanno precisato i contorni di questa decisione unilaterale del governo di Benjamin Nethanyahu di escludere la Ue dalle relazioni di cooperazione per trovare una soluzione di pace con i palestinesi. La storia della «odiosa» etichettatura ad hoc dei beni di consumo, principalmente datteri e altre squisitezze locali, che vengono prodotti in Giudea e Samaria, territori contesi con l’Anp, e di quelli che provengono dalle alture del Golan (contese con quel che resta della Siria), soprattutto vino e olio d’oliva, si può considerare «al massimo la goccia che ha fatto traboccare il vaso». Il problema invece per il governo di Gerusalemme ha nome e cognome: Federica Mogherini. Che peraltro prima di entrare in area renziana e governativa era nota tra i tanti attivisti di estrema sinistra europei del movimento per il disinvestimento e per il boicottaggio accademico, il mogherinifamigerato Bds movement. La Mogherini stessa fu studentessa di islamistica all’università prima di entrare nel giro della cooperazione. E per Israele la scelta di Renzi di mandarla, anzi di imporla, come miss Pesc in Europa è stata vissuta come una tragedia sin dall’inizio. La ex ministra degli esteri non ha buoni rapporti neanche con paesi dell’area come Qatar e Arabia Saudita, per non parlare dell’Egitto di Al Sisi, essendo stata lei fino a poco tempo fa un’estimatrice del presunto moderatismo dei Fratelli mussulmani e dell’ex presidente Morsi. Israele, proprio insieme a Egitto, Qatar, i sauditi e l’Anp, ha da tempo iniziato le proprie trattative segrete per mettere il mondo di fronte al fatto compiuto di un accordo provvisorio con i palestinesi che in ogni caso escluderebbe Hamas. Un accordo fatto tenendo ai margini lo stesso Obama. E a maggior ragione la Ue, giudicata un organismo inutile che in politica estera non rappresenta nessuno degli stati più importanti, Francia, Germania e Gran Bretagna, con cui invece Nethanyahu i rapporti continua a mantenerli.

Dimitri Buffa (Il Tempo)

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