Milano 31 Dicembre – La conferenza stampa di Renzi chiude un anno di difficile analisi. Almeno per un liberale, che voglia essere onesto intellettualmente. Non si possono scartare, infatti, riforme come il Jobs Act come mera propaganda. Così come non si può ignorare il colpo, forse mortale inferto all’articolo 18. Più ancora, è impossibile derubricare il tifone mediatico scatenato dal quarantenne Fiorentino ad “anomalia della Seconda Repubblica”. Renzi, quest’anno, si è dimostrato il prototipo più efficace ed implacabile di assassino politico della recente Storia Repubblicana. Partiamo da un dato politico ineludibile. Berlusconi, in vent’anni, non ha fatto sparire niente e nessuno. Bossi lo ha tradito, Casini lo ha abbandonato e sono ancora là. Fini è stato giustiziato dagli elettori. Alfano lo sarà a breve. Ma lui, da solo, non è mai riuscito a ferire nessuno. Renzi, d’altronde, ha giubilato Letta, fatto fuggire Fassina (ricordate il Fassina chi?) e Civati, eliminato Scelta Civica (almeno nella sostanza) assorbendone i quadri. Ha eliminato Letta dal Parlamento. Ed è riuscito dove nessuno, mai, prima di lui era arrivato. Ha eliminato Berlusconi dalla scena politica per oltre un anno. E dal Parlamento, probabilmente per sempre. Non ha rottamato la vecchia politica, ne è troppo intriso, ma sapiente cecchinato chiunque si trovasse, anche per sbaglio, sulla sua strada. Nel farsi neemici non è secondo a nessuno, anche perché è difficile rimanergli nemico a lungo. Di solito, politicamente, si crepa troppo velocemente. Non è un duellante, è un avvelenatore. Ed è un serial killer. Ma quanta arte, quanta tecnica, quanta precisione c’è nelle sue coltellate. È l’arte che a Berlusconi è sempre mancata per eccesso di umanità. Dopotutto Silvio è sempre stato un galantuomo, e persino i suoi avversari in questi giorni se ne stanno rendendo conto. Chi si opponeva al centrodestra trionfante aveva porti felici ed esili dorati, male che andasse. Se critichi Renzi, e sei anche il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, il massimo che puoi aspettarti è un’ondata di gelido disprezzo. A coprirti.
Poi però torniamo con i piedi per terra e vediamo l’aspetto più prosaico della questione. Berlusconi prometteva posti di lavoro, Renzi compra i voti con gli 80 euro. Che sono una riduzione di tasse, quindi è cosa buona. Ma sono più che compensati dalle nuove entrate fiscali. In costante aumento. Spesso sotto forma del killer silenzioso, il deficit. Il cui figlio prediletto, il Debito, continua a crescere. Quando sarà giunto a maturità ucciderà i nostri, di figli, come sta succedendo in Grecia. Per allora, comunque, il Premier ci informa che lui non ci sarà. Troppo furbo l’Uomo. Si liquida il liquidabile e poi via, lontani. In attesa di essere richiamati come salvatori della Patria o dimenticati, come un Bondi qualsiasi. Quest’anno l’arte della commedia ha raggiunto il suo acme. Da una parte allarga i benefici per tutti, dagli altri dilapida la crescita, timida e drogata, per coprire un sistema che si è reso perfettamente conto di non poter riformare. Ha sconfitto i magistrati, va detto, sulla questione delle ferie. Ovvero su una stupidaggine. Ma ci ha rimesso due inchieste sul padre. Ed una chiara intimidazione, in caso gli fosse venuto in mente di proseguire. La responsabilità civile dei magistrati è stato il terreno del compromesso. La legge sulle intercettazione la prima vittima.
Renzi, per riassumere, è stato tutto quello che l’Italiano medio si aspetta da un politico oggi. Cinico, indifferente, brillante, affabulatore, con nemici precisi e facili da individuare, spietato con l’avversario, doppio con l’alleato, giovane, non troppo prestante, impermeabile alle critiche e sempre pronto a rilanciare. Un vincente che sa già qual è il tragico destino che il popolo riserva ai vincenti di questo paese. Un eroe già dannato, che parla spesso della sua dipartita, per esorcizzarla. Ma anche un uomo che, dopo aver promesso di cambiare tutto, dimostra che nulla cambierà. Questo paese ha un grande passato nel proprio futuro e Renzi ne è il sacerdote officiante, i media ne sono il coro che anima la messa cantata e l’Italia è la vittima sacrificale legata all’altare e pronta al sacrificio. Buon Anno, Presidente. E che il 2016 le sia lieve.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,