Le parole di Scola per l’Epifania: “Serve nuovo ordine mondiale”

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Milano 7 Gennaio – Ieri nella festa cristiana dell’Epifania, l’arcivescovo di Milano Angelo Scola ha colto l’occasione per tornare a riflettere su temi di fortissima attualità. In concomitanza si è tenuto un pranzo benefico con candidati sindaco di destra e sinistra, e Fdi ha portato davanti a Palazzo Marino il carbone per Pisapia.

Riguardo al bando per l’ospitalità dei profughi a carico delle famiglie ha detto che “è evidente che una situazione che sta diventando strutturale come quella dell’immigrazione, che non è più di pura emergenza, genera dei conflitti. Non c’è nulla da fare. E i conflitti bisogna viverli dall’interno, e dall’interno bisogna trovare la strada per capirsi, per dialogare, per vedere chi deve rinunciare a che cosa in quali occasioni. A me non sorprende. Evidentemente se uno dice ‘non si dà ai nostri per dare a quelli che vengono da fuori, se è vero dice una realtà giusta. Ma bisogna vedere prima se è vero. In secondo luogo bisogna mettersi attorno a un tavolo e trovare la via di uscita adeguata per risolvere un problema e l’altro”.

Nella sua omelia alla Santa Messa dell’Epifania in Duomo ha parlato invece dell’ordine più generale del mondo. Per Scola le letture di oggi spingono “a riflettere sull’affaticamento della nostra Europa così come sulla necessità, invocata spesso dall’insegnamento sociale della Chiesa, di un nuovo ordine mondiale. Fattori che ci spingono a lavorare alla promozione di una democrazia sostanziale che poggi su libertà effettivamente realizzate. Fare spazio all’altro, rispettandolo nella sua pari dignità, chiede il sapersi inchinare di fronte a Dio, o almeno ad un senso compiuto del vivere, che affratella la famiglia umana”.

Una “democrazia sostanziale e non affermata a parole su elenchi astratti di diritti e di principi teorici”, ha sottolineato Scola nell’omelia, “ma una democrazia di sostanza realizzata su libertà che effettivamente si realizzano tenendo conto delle condizioni di ogni uomo a partire da chi è ai margini”.

Scola, interpellato poi su queste sue parole a margine del pranzo che ha condiviso in curia con una famiglia di profughi palestinesi, ha spiegato: “La mancanza di educazione civica in Italia risale al fatto che il nostro Stato è alquanto recente. Basta girare un po’ l’Europa per renderci conto che potrebbe essere troppo facile per ogni cittadino liberarsi le mani pensando alla corruzione dei potenti e non mettendo in gioco uno stile di vita civica diverso. Passi sono stati fatti negli ultimi decenni ma penso che dobbiamo camminare ancora.

“Per quanto riguarda l’idea di democrazia sostanziale – ha proseguito Scola – è legata al fatto che oggi c’è una gonfiatura del richiamo ai principi e ai diritti che spesso manca di concretezza. Si dimentica che anche le dichiarazioni dei diritti fondamentali dell’uomo sono nate in un preciso frangente storico e quindi vanno sempre risituati in un contesto. Una democrazia non è sostanziale se non situa le questioni in un contesto storico e per farlo deve fare i conti con i problemi e con gli aspetti conflittuali che questi diritti applicati suscitano”.

Il cardinale ha poi pranzato in Curia insieme a una famiglia di profughi palestinesi, e ha così commentato: “Al di là di tutte le diversità di cultura, di etnia, di religione, noi siamo una unica famiglia umana. Per un cristiano ma anche per un islamico che crede in Dio questo è un dato di fatto molto importante e purtroppo per vari motivi, anche legati alla radice del male che sta in noi, noi uomini spesso ci smarchiamo gli uni dagli altri e per affermare il giusto valore di una nazione o di un popolo perdiamo il senso dell’appartenenza all’unica famiglia umana”.

“Invece – ha proseguito – c’è una esperienza comune degli affetti, del lavoro, del riposo, al di là dei rivestimenti culturali, che ci affraterna. Proprio la festa di oggi ci dice che il Figlio di Dio è venuto perchè noi potessimo essere figli, nel Figlio, di un unico Padre. L’ospitalità, che non a caso è stata sempre praticata dall’umanità con molta creatività, credo sia fondamentale. Questo non significa nascondere i problemi, è chiaro che il meticciamento dei popoli che è in atto in tutto il pianeta è un fenomeno che ci farà tribolare per almeno 40 o 50 anni. Quindi bisogna guardare in faccia i problemi, bisogna affrontarli con molto realismo, evitando gli estremismi inutili. Io ho voluto fare questo piccolo gesto perchè come ci ripete costantemente il Santo Padre, in modo particolare in questo anno giubilare, senza allargare il cuore all’ospitalità la nostra umanità si impoverisce”.

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