Milano 15 Gennaio – Tocca dare ragione alla Binetti. In ventiquattro ore si potrebbe avere una legge sulle unioni civili. Se questo non avviene è perchè, di fondo, nessuno la vuole. Al momento il punto che sta rischiando di far saltare il tavolo oscilla tra il ridicolo ed il furbesco andante all’Italiana. Tutto inizia da questo caso, come notare assolutamente comunissimo: qualora il figlio di un coniuge, o meglio, di un membro della coppia omosessuale, avuto con terzi, i quali terzi non potessero adottarlo, allora il compagno potrebbe esercitare questo diritto. Ovviamente vale solo per figli minori. Quindi, ricapitoliamo il problema: non si vuol dare la possibilità a queste unioni di adottare. Allora, geniale idea, siccome l’adozione per i single è possibile, sfruttiamo l’ipotesi di morte dell’adottante per forzare il blocco che noi stessi abbiamo inserito. Tanto a sfondare la porta ci penseranno i 450 sedicenti giuristi che avvallano l’inganno. Dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, che la magistratura adora sostituirsi al Parlamento ed ama estendere ai limiti estremi del cosmo i confini della propria autorità. Su questo inganno si è inceppata la gioiosa macchina da guerra Arcobaleno. In primis si sono persi i componenti azzurri. Giustamente Berlusconi ha dato diritto di scelta sul tema. Io concordo del tutto. Non voglio certo che la Carfagna voti come penso sia giusto io. Dio non voglia. Un giorno potrei essere costretto a sostenere quello che lei ritiene giusto. E sarebbe il giorno più triste della mia vita. Gli equilibri etici nei partiti si decidono nei congressi. Poi si sono persi i centristi al Governo, che in un sussulto di dignità si sono decisi a non farsi prendere in giro. Meglio tardi che mai, e comunque è già la seconda volta in un mese, dopo la vittoria contro l’abolizione del reato di clandestinità. In ultimo 37 Parlamentari del Pd hanno firmato una proposta di modifica dell’articolo 5 che contiene la stepchild adoption. Si passa da adozione ad affido rafforzato. Non si fa saltare il grimaldello, lasciando il lavoro sporco ai compagni in toga. Ovviamente l’ala sinistra rifiuta la modifica, che sarebbe una irritante sconfitta e non garantirebbe, in ogni caso il passaggio. Il problema, infatti è che sia il sostegno dei cinque stelle che quello dei Cattolici del Pd è del tutto aleatorio. E tutti aspettano una scusa per toglierlo. Prudenza suggerirebbe di ritirare e ritentare più avanti.
Ma stavolta pare chiaro che Renzi voglia dare battaglia. Tanto lui vince comunque. Se il voto andasse male, la colpa sarebbe dei centristi, non sua. Se andasse bene, ogni opposizione iniziale alzerebbe il guadagno finale. Quindi che la legge vada a morire o a passare, problemi del Pd non di Renzi. Inoltre il Presidente del Consiglio sta usando questa battaglia per far sfogare i malumori e porsi, alla fine come paciere. Peraltro, lui sa perfettamente chi vincerà. Basta guardare quale delle due parti sostiene Bersani e tifare l’altra. É un metodo infallibile.
Per chiudere non dimentichiamoci mai del paradosso di Chiney. Nessun partito di sinistra vuole davvero le unioni gay, perchè gli omosessuali votano a sinistra praticamente solo per quello. Ottenutele potrebbero smettere di sostenere partiti e movimenti che fanno entrare orde di Islamici, perché tra di essi è più che probabile che si nascondano dei violenti oppositori. E non mi riferisco alle unioni, intendo le loro stesse vite. Metteteci anche il fatto che di solito hanno redditi maggiori della media, quindi sono bersagli golosi dl fisco repressivo e ladro così amato dalla sinistra e capirete perchè, senza la questione matrimoniale, i gay non avrebbero grandi motivi per votare il Pd. Quindi, direi, ancora una volta che l’hashtag che descrive meglio la situazione è #gaystatesereni. Ma letto con cadenza Fiorentina, mi raccomando.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,