Milano 16 Gennaio – Chi chiede di entrare in Svizzera e Danimarca, qualificandosi come “profugo di guerra” è obbligato a versare tutte le somme superiori a 950 euro per la Svizzera e ai 1350 per la Danimarca, inclusi gli oggetti di valore. Il motivo è la contribuzione alle spese di mantenimento. Per Chaouki, deputato Marocchino del Pd, è una vergogna. Poveri, scappano da una guerra, dice. Sono come gli ebrei, dice. Non che sia la prima volta che sragiona, ma questa volta, questa volta è clamoroso. Dunque, un passo indietro. Nella vulgata comune i profughi sono poveri. Ecco, in Svizzera si dice che se non sei nullatenente hai il dovere di contribuire. Sennò non entri. Inoltre, lo vorrei ricordare a tutti, diventi profugo. Non lo sei al momento dell’ingresso. La Svizzera e la Danimarca vogliono gestire il caso in cui si debbano mantenere soggetti che profughi non sono. In piccolo. In grande ci tengono a mettere una distanza siderale tra sé e l’Italia. Che nessuno pensi che Berna e Roma pari sono! A Roma si tengano i Chaouki, loro preferiscono tenersi dei confini sicuri. Inoltre, diciamocelo, se scappi da una guerra, attraversi un braccio di mare decisamente pericoloso, ti fai a piedi i Balcani, sei in balia di sfruttatori di uomini ed alla fine ti ritrovi in tasca qualche migliaio di euro, forse e dico forse qualcosa di straordinario è successo, non trovate? E se anche nulla di straordinario fosse avvenuto cosa c’è di così scandaloso, visto il tempo indefinito in cui dovranno restare, a chiedere un contributo? Non so, imponiamo le tasse più alte del pianeta a degli imprenditori che hanno il diritto di restare ed il dovere di mantenere prima dello Stato i propri congiunti, in nome dell’aiuto al prossimo, e gli stranieri ne dovrebbero essere esentati? A queste ed a moltissime altre domande il deputato PD dovrebbe rispondere, solo che mentre attendiamo, in vano, che lo faccia, quelli che hanno capito l’antifona ritorneranno da noi.
Però. Però oltre che conservatori siamo anche liberali, n’est pas? Ed allora dobbiamo guardare la cosa in prospettiva. In primis, queste Grida di Manzoniana memoria difficilmente hanno qualche reale impatto. Se sono riuscito a salvarmi da una guerra, da dei trafficanti di uomini e da un viaggio allucinante, volete davvero che non trovi un modo per portare con me quel denaro? Magari con quegli stessi canali con cui sono arrivato? Avanti, signori, si possono fregare i primi, ma dalla seconda ondata in poi non sequestrerete alcunché. Poi c’è un’obiezione di fondo. Un’obiezione vitale, aggiungerei. Se vogliamo che quei soldi rendano e fruttino, perchè dovremmo farli avere allo Stato? Non sarebbe meglio mettere, banalmente, delle tariffe ai servizi? E chi non può pagare si assume l’impegno di farlo in futuro? Io capisco il pensiero che regalare tutto a tutti sia pericoloso, ma rubare è immorale sempre a prescindere da chi lo faccia. E dal movente soprattutto. Si capisce il senso dell’operazione, ma il mezzo pare largamente inadeguato.
La cosa sommamente triste è che di questo interessante dibattito non leggeremo nulla se non ragli ed urla belluine. Come sempre, d’altronde.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,