Milano 17 Gennaio – Gli annali parleranno un giorno del “giuramento del Lorenteggio”. Ore 15. Davanti a un supermercato della anonima periferia milanese è arrivata la Gente Normale: i tanti No-cachemire, i No –bici, i No-okkupa, i No- Suk ovvero chi paga le tasse e che vede tagliare gli alberi dal comune per far posto a inutili piste ciclabili che finiscono nel nulla, il popolo con la borsa della spesa e le dolorose bollette della luce e gas in tasca da pagare (e non el pueblo unido che è meglio travestito, come canticchia la sinistra irresponsabile) che ha paura di uscire di sera. Tutti a aspettare Silvio Berlusconi, il “Silviuccio” come lo osannavano i pensionati della dolente periferia milanese, che aveva promesso di venire nel bronx.
Come, Berlusconi in periferia e non nel salotto buono della Contessa Chanel Fru Fru von Krizia ?
Silviuccio aveva scelto di debuttare un periferia per fare assit e conquistare alla democrazia Milano. E ha scelto il Lorenteggio davanti al Simply, per il suo comizio d’amore dove né Majorino né la Balzani né Sala mai si vedranno.
Apertura dunque della campagna elettorale: gli esodati col cane, le pensionate che fanno lo slalom tra i saldi, i nonnetti che hanno paura dei clandestini, le giovani coppie a cui hanno scippato la casa i rom, i giovani a cui hanno rubato il lavoro i cosìdetti profughi, insomma, la comune Gente del Mercatone, del sabato del villaggio extra Quadrilatero che non ce la fa a tirare la fine del mese. Tutti ad attendere Silviuccio in un sabato di shopping che passerà alla storia: un gazebo sul marciapiede, bandiere di Forza Italia al vento, e tanta rabbia per come è ridotta Milano. Poi l’Inno nazionale cantato a squarciagola dalla gente No Look, davanti a un banchetto volante che confina con un altro dei testimoni di Geova, e poi arriva Silvio che canta il Dies Irae a Pisapia & company: battute per tutti. Debutta prima la nutrita pattuglia dei consiglieri di zona di Forza Italia, i pulcini allevati da Fabrizio de Pasquale. Parlano della truffa del tram gratis promesso da Pisapia agli anziani, della Balzani che è un Pisapia che s’è messo la gonnella Chanel, di Sala che raccontava che mai e giammai sarebbe sceso in politica ed ora si ritrova con i centri sociali a cantare avantippoppolo e a interessarsi del pavé in corso Garibaldi che fa forare le bici delle damazz chic…
Poi De Pasquale galvanizza la folla della spesa, dei saldi, della periferia lasciata sporca e insicura: “siamo in testa ai sondaggi, vinciamo, non state a sentire la grande stampa zerbino, le banche, i potentati, sono tutti con Pisapia, ma la gente è con noi”
Già, la gente cantata un giorno dal Cerutti Gino, che stava di sera nei bar del Giambellino, cioè lì vicino. E nessuno la rapinava, perché l’immigrazione selvaggia era sconosciuta.
Già, la gente: sabato al Lorenteggio Berlusconi ha giurato davanti alla vera maggioranza di Milano.. “Chi ci crede vince”. Questo il suo motto che ha regalato davanti al Simply. Ha raccontato del pericolo della banda dei grillini, del suo dovere morale di non lasciare l’Italia a questi “im”…( si è fermato in tempo e ha modificato la “ emme” in “enne”, definendoli benevolmente incapaci…), ha spiegato del pericolo di una tassa del 50% sulle successioni, e poi ha sfornato la sua battuta più fresca: “mi trovavo ieri a un matrimonio tra trans, non si capiva bene se lei o lui era prima una donna o un uomo o era un trans che ha cambiato sesso, alla fine mi sono trovato davanti la moglie della coppia che aveva i baffi….”
Giù risate. Poi i nuovi sondaggi. “Possiamo vincere”, ha promesso. Anzi, l’ha giurato al Lorenteggio. Una zona che non sarà Pontida ma quasi ci manca: perché dal Lorenteggio nascerà la valanga azzurra che scaccerà il barbaro Imperatore clandestino delle tasse, Renzi, e il suo fido scudiero Pisapia che ha cambiato sesso e si ricandida come Balzani.