Mentre Milano affonda, alle Primarie suonano l’orchestrina

Milano

Milano 18 Gennaio – Su Repubblica esce l’ennesima inchiesta giornalistica spietata con il centrosinistra. Un reportage appassionante, duro, senza sconti. Limitato solo dal fatto che chi l’ha scritto non ha mai abbandonato la propria posizione genuflessa. Ma succede, che volete, so ragazzi. Anzi, so compagni. Come sempre infallibili, si intende. In ogni caso lo scoop verte sull’angosciante domanda che assilla Milano. Che canzoni faranno da colonna sonora alle Primarie Milanesi? So che anche voi vi rodete nell’indecisione ed il vostro sonno ne è uscito fortemente provato. Per questo non voglio tenervi ulteriormente sulle spine.

Partiamo dalla Vispa Balzani. La sindaca di giorno, come da sua missione. E da sue dichiarazioni. Chi sia il/la sindaco/a di notte non è dato saperlo, né si sa se lei prenderà solo mezzo stipendio, né cos’abbia da fare di così pressante per non poter essere reperibile la notte, in ogni caso questi dubbi non sfiorano la Scuola Musicale Milanese, che ha addirittura composto un inno per la Balzani. Oltre che dai dubbi, questi esimi maestri musicanti paiono non essere sfiorati manco dal sospetto di rendersi ridicoli. In ogni caso, non pare che nemmeno loro siano particolarmente travolti dallo charme della vicesindaca più inconsapevole d’Italia. La loro dedica si intitola, infatti, C'è chi dice noDai Francesca, porco cane. Per la serie, svegliati, che tra un po’ è Primavera. Ed a Primavera se va male qua ci tocca guadagnarci da vivere col mercato. Su sveglia, che qua dobbiamo trovarci tutti un lavoro. Oltre all’inno su misura, c’è anche C’è chi dice no di Vasco Rossi. Lei, per esempio, ha detto no alla sicurezza dei Milanesi, alla riduzione delle tasse ed ad una spesa efficiente dei soldi dei cittadini. E ci tiene molto a farvelo sapere. Nota d’onore per un preclaro esempio di Rock dei giovani di una volta, Riders in the storm. Ora so che state tutti meglio.

Subito dopo abbiamo Beppe Bifronte, l’uomo per tutte le stagioni, le occasioni e gli inciuci. Nella rincorsa frenetica a sembrare di sinistra si lascia cullare dalle soavi note di Vasco. Come david-bowie-heroessi nota, c’è già un trend. L’originalità di questa competizione emerge potente. Lui sceglie “Senso”. In effetti, un po’ senso il braccio destro della Moratti che corre con Sel lo fa. Il punto è che probabilmente lui cerca di darselo, ma con scarsi risultati al momento. Poi c’è Heroes di Bowie. Lui può essere un eroe, in effetti. Potrebbe, ad esempio, riconsegnare questa città ad una coalizione di persone capaci. E non deve impegnarsi molto. Deve soltanto fare, per la prima volta nella sua vita, una cosa davvero di Sinistra. Perdere. Poi ci sono gli U2. Peccato non abbia scelto Bloody Sunday, ci sarebbe stato bene con i risultati delle primarie. Infine Dalla, Apriti Cuore. Perchè, se qualcuno aprissee le orecchie per ascoltare cosa sta dicendo veramente, rischierebbe di prendere meno voti del candidato fantasma. Il quale, quarto incomodo, manco c’ha una playlist, poveraccio.

In ultimo Majorino. Majorino, per non farsi mancare nulla, parte con Rock in the Casbah. Abbiamo finalmente capito il senso della pedonalizzazione di Piazza Castello. L’obiettivo era aprirci una Casbah! Circondata da eleganti moschee, con i suk ormai famosi nel mondo di via Padova a fare da sfondo. I Clash probabilmente non stavano esattamente pensando a questo mentre la scrivevano, ma l’arte del PD è distorcere il bene fatto dagli altri e Majorino non vuol certo sfigurare. Rock in the CasbahPoi poteva forse mancare Come prima, più di prima di Dallara? Io penso di no. L’assassino torna sempre sulla scena del delitto. Lui però non vuol essere come tutti gli altri. Lui vuole tornare per aggravare le condizioni della nostra sventurata città. Più piste ciclabili, più moschee, più degrado ed un evergreen della sinistra, più tasse. Più tasse per chi produce, per chi consuma, per chi vive fuori dal Leoncavallo. Come prima, più di prima, dopotutto.

In conclusione, siamo di fronte ad una classe dirigente che se la canta e se la suona mentre il Titanic, il miracolo dell’economia Italiana, la nostra Milano, affonda. L’unica differenza è che qui lo scoglio non è stata una fatalità, ma una scelta. Quindi, my heart will go on… and on…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.