Milano 25 Gennaio – Il Portogallo si avvia verso una difficile fase di coabitazione dopo la vittoria ieri sera alle presidenziali del candidato del centrodestra, il noto commentatore politico televisivo Marcelo Rebelo de Sousa, dopo lo spoglio del 96% delle schede con il 53% dei voti, contro il 22% del candidato di area socialista Antonio Sampaio da Novoa.
Rebelo de Sousa, 67 anni, subentrerà il 9 marzo al capo dello stato uscente, suo ex-compagno di partito nel conservatore Psd, Anibal Cavaco Silva, ma con le mani più libere con il governo del premier socialista Antonio Costa, arrivato al potere benché sconfitto nelle urne in ottobre dal premier uscente conservatore Pedro Passos Coalho. Costa ha realizzato un “ribaltone” grazie all’appoggio della sinistra radicale del Bloco de Esquerda dell’attrice Caterina Martins, vicino a Podemos e a Syriza – la cui candidata Marisa Matias oggi è arrivata terza con il 10% – e dei comunisti-verdi del Cda.
Figlio dell’ex-ministro conservatore Baltasar Rebelo de Sousa, “Marcelo” come familiarmente viene chiamato in tutto il Portogallo è uno dei protagonisti della vita politica del paese dalla rivoluzione dei garofani del 1974 contro la dittatura salazarista. È stato giornalista, ha fondato il settimanale Expresso, ministro e leader del Psd dal 1996 al 1999 (sostituito nell’incarico dal futuro presidente della Commissione Ue Manuel Barroso) docente universitario di diritto.
Ma Marcelo Rebelo Duarte Nuno de Sousa, questo il suo nome intero, è diventato un personaggio popolarissimo nel paese negli ultimi anni come commentatore politico in tv. Il più ascoltato e il più autorevole, «Il professore». Una tradizione in Portogallo, dove altri leader arrivati poi ai vertici dello stato, come l’ex-premier socialista José Socrates, hanno conquistato spazio e popolarità commentando la politica in tv. Nella campagna “Il Professore” ha messo avanti una volontà di `dialogo´, spiegando che «un presidente è un arbitro, e l’arbitro non fa i gol».
Ma la sinistra lo sospetta di essere un sottomarino del centrodestra con la missione di affondare il fragile governo di sinistra di Costa. Una formula che cerca di imitare in Spagna il segretario socialista Pedro Sanchez, nel tentativo di mandare a casa il premier uscente il Pp Mariano Rajoy. Cavaco era stato costretto in novembre ad accettare l’esperimento Costa non potendo rinviare il paese alle urne a causa della tregua elettorale imposta dalle presidenziali in gennaio. Se la tenuta del governo, l’attuazione degli accordi di contenimento della spesa pubblica con l’Ue, Rebelo potrà rimandare il governo a casa e sciogliere il parlamento. Il regime semipresidenziale portoghese dà al capo dello stato poteri notevoli perfino quello di dichiarare la guerra. Diversi analisti prevedono un ritorno alle urne in autunno quando Costa potrebbe non riuscire a fare votare al parlamento il bilancio dello stato per il 2017, per i veti incrociati dell’opposizione di centrodestra e dei suoi alleati di sinistra. (La Stampa)
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