Milano 1 Febbraio – L’inferno di Jacqueline Sauvage condannata a dieci anni di carcere per aver ucciso il marito dopo quarantasette anni di abusi e di violenze, ha mobilitato tutta la Francia con lettere e petizioni affinchè Hollande concedesse la grazia. E finalmente il Presidente francese ha dichiarato che la grazia sarà concessa e Jacqueline lascerà il carcere.
Una pagina di cronaca che grida dolore, irrazionalità, violenza. E ancora la vittima è una donna dilaniata e ferita, incapace di reagire per quasi mezzo secolo, fino all’atto finale che chiude, a sessantasei anni, il tempo della sofferenza estrema, della sottomissione forzata, dell’ingiustizia di un’arbitraria violenza. “Jacqueline Sauvage – racconta Tg.com -, figlia di una donna che a sua volta, senza mai denunciare, aveva subìto violenza da parte del marito, aveva incontrato Norbert Marot quando era adolescente. Prima l’amore, poi il matrimonio e quattro figli. E una casa in cui vivere a a Selle-sur-le-Bied, piccolo comune francese nel dipartimento del Loiret, nella regione del Centro. Presto, però, le mura di casa sono diventate una prigione. Con infinite violenze domestiche e abusi. Tra il 2007 e il 2012, anche quattro ricoveri in ospedale. Stesso destino per le figlie femmine (ma anche per quello maschio, che ha finito col suicidarsi). Sì, ha ucciso un uomo, quel marito senza umanità, senza sensibilità, senza dignità. Ma non è prevista dalla legislazione francese l’applicazione della legittima difesa nel caso di Jacqueline Sauvage. Da qui la condanna che è apparsa secondo il buon senso e il comune sentire, un “abuso” del potere giudiziario. E la mobilitazione in sua difesa dei francesi è stata legittima perché chiedeva che venisse considerata una vittima e non solo una criminale. Infatti la situazione prolungata e continua di violenza in cui si trovava dovrebbe spingere la legislazione ad introdurre il concetto di “legittima difesa differita”, riconoscendo un pericolo di morte costante. Ma al di là del vuoto legislativo da completare e della grazia che Hollande ha concesso, resta il dramma di una moglie e di una madre uccisa nell’anima. Resta l’anacronistica e disumana verità dell’ennesima ingiustificata violenza contro una donna.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano