Un sogno realizzabile. Liberare Milano

Fabrizio c'è Milano

Milano 7 Febbraio – Mentre alcuni milanesi e numerosi cinesi si recano a votare le primarie ho fatto un sogno.

Ho sognato che Milano fosse governata da amministratori più liberali degli attuali. Ho sognato che questi spiriti liberali, conoscendo la storia e la cultura di Milano, fondata sul lavoro, sull’iniziativa e sulla generosità privata (che produce solidarietà effettiva), non concepissero il Comune come un grande fratello che deve regolare, decidere, educare e pianificare la vita dei milanesi, sperperandone pure i redditi.

Ho sognato una Milano che torna a creare ricchezza e a distribuirla perché il grande spirito di iniziativa e di innovazione  non viene tarpato da gabelle, divieti e carte bollate.

Ho immaginato una città che non deprime il suo patrimonio immobiliare con tasse alte e regolamenti asfissianti. E ancora  una città dove i giovani sono invogliati ad aprire imprese, esercizi commerciali, nuove attività da incentivi fiscali e finanziari, dalla concessione di spazi pubblici e dalle opportunità di vetrina internazionale e non stanno a bighellonare tra centri sociali. Sogno una città sicura dove militari, poliziotti, vigili urbani garantiscono un presidio discreto ma efficiente. Sogno un Sindaco che si attacca al telefono per pretendere dal Questore che la stessa attenzione riservata ad Expo sia rivolta a stroncare i furti nelle abitazioni, lo spaccio, le occupazioni. Sogno un Sindaco che istituisce un tavolo con magistratura e forze dell’ordine per combattere veramente il vandalismo, il commercio abusivo, la prostituzione nelle strade.

Sogno una città più verde perché i privati sono stimolati a fare bei progetti con più verde, mentre il Comune tutela i parchi esistenti e investe nel piantare più alberi e meno piste ciclabili.  Sogno una una città con meno smog perché il Comune favorisce chi acquista auto meno inquinanti e chi cambia le caldaie senza educarmi  a non usare l’auto e non parcheggiarla.

Ho sognato un Comune che abbia come prime preoccupazioni del sociale gli anziani, che hanno dato e contribuito (in tutti i sensi) a Milano, e i bambini che sono il nostro futuro. Poi vengono l’accoglienza possibile e la lotta alla disoccupazione, non a discriminazioni sempre piu teoriche.

Il sogno continuava con una città che sa attrarre i talenti e i “ricchi” (si proprio questa parola orribile per la sinistra) di tutto il mondo con procedure che semplificano investire e fare start up. E poi una città dove a chi non paga il biglietto del tram, gli asili e le case popolari, viene dato un aiuto temporaneo, se si tratta di bisognoso, oppure sanzioni efficaci se è un semplice furbo che magari non vuole integrarsi nelle nostre leggi.

Molti penseranno che questo è un sogno, una chimera. Non è così se impariamo a ragionare con le nostre teste e non con i giornaloni delle banche. Non è impossibile se ragioniamo in termini di interesse e non in  termini di pregiudizi.

Serve coraggio, metterci la faccia, non avere complessi di inferiorità nei confronti di chi si è già dimostrato incapace.

È un sogno realizzabile in 4 mesi, per costruire un futuro migliore nei prossimi 5 anni.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

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