Milano 11 Febbraio – Il Comune di Milano, pur dichiarandosi perennemente in difficoltà economiche, capita spesso si lasci andare a spese ingiustificabili agli occhi di cittadini. E’ successo anche ieri quando in consiglio di zona 2 è stato deliberato di pagare più di 170 euro l’ora un consulente esterno, per tenere un ciclo di 7 lezioni di un’ora e mezza l’una. Un compenso di 1.800 euro, che molti plurilaureati faticano a guadagnare in due mesi di duro lavoro, preteso da una pedagogista e concesso dalla maggioranza, in virtù dei suoi titoli accademici. Un compenso che, tra l’altro, si scontra con le difficoltà economiche di molti milanesi, uno spreco difficilmente spiegabile a chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
Non metto in dubbio la validità del percorso di studi della professoressa, ma l’opportunità di un simile esborso, quando ci si sarebbe potuto sicuramente rivolgere ad altri altrettanto validi ben felici di offrire la propria opera con pretese meno esose, o anche a titolo gratuito visto l’argomento trattato. Argomento su cui poi si potrebbe molto discutere visto che si tratterà di educare genitori, nonni, insegnanti e società civile, su come trattare con i bambini. Un’attitudine che dovrebbe essere innata e non indotta in tutte queste categorie. Il tutto ovviamente infarcito con le solite paroline che tanto piacciono a questa sinistra come l’immancabile “inclusione”.
Una scelta, come sempre ideologica quella fatta dalla maggioranza, senza nessun rispetto per il denaro dei cittadini, né per le molte eccezioni sollevate dall’opposizione, che pone un’ovvia domanda: siamo proprio certi che da educare siano genitori, nonni, insegnanti e società civile, piuttosto di chi sperpera denaro per amministrare la città, senza riuscire a renderla un luogo sicuro dove i bambini possano giocare liberi nei prati come facevano un tempo?
Silvia Sardone
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