Milano 24 Febbraio – Schiava a casa sua. A 25 anni doveva lavare, pulire, occuparsi delle incombenze domestiche del marito e degli altri membri della famiglia senza poter mai uscire di casa. Alla fine sono stati arrestati in sei. Il marito, i suoceri e i tre cognati (due fratelli e una sorella) della giovane pakistana sono accusati dai carabinieri di aver letteralmente schiavizzata per oltre quattro anni nell’abitazione di famiglia a Cassano Magnago (Varese). Secondo quanto emerso dalle indagini degli investigatori della compagnia di Busto Arsizio, coordinati dal pm Paola Biondillo della dda di Milano, dal 2011 al 2015 la ragazza “veniva costretta non solo a svolgere tutte le incombenze domestiche e a soddisfare le necessità di tutti i membri della famiglia, ma di fatto completamente privata della libertà personale e di comunicazione con il mondo esterno”.
Controllata anche in bagno. Da quando la ragazza, che non parla l’italiano, aveva sposato uno dei figli ed era andata a convivere con il nucleo familiare, era stata segregata nell’abitazione chiusa a chiave. La suocera la costringeva ad alzarsi alle sei del mattino e a lavorare in casa fino allo sfinimento anche durante due gravidanze. Il marito della 25 enne, a quanto si apprende avvicinatosi nel tempo all’Islam radicale, prima di essere arrestato ha preteso di essere totalmente lavato e di pregare. Era proprio lui, con suo padre, a minacciare di morte e schiaffeggiare la 25enne quando non eseguiva gli ordini degli uomini di casa o della madre. Alla ragazza era impedito di mangiare e bere senza il loro permesso tanto che i famigliari aver dotato la dispensa e frigorifero di lucchetto in modo che non potesse aprirli. La 25 enne non poteva nemmeno farsi la doccia o utilizzare il bagno senza che ci fosse qualcuno anche sorvegliarla.
Schiaffi e minacce. Poteva parlare al telefono solo con i suoi genitori rimasti in Pakistan e soltanto in vivavoce, e incontrare i suoi due fratelli solo in presenza dei suoi aguzzini che così controllavano tutti i dialoghi. Per fare qualunque cosa, la 25enne doveva chiedere il permesso e, per esempio, era stata schiaffeggiata per aver cucinato per tutta la famiglia una pietanza senza averne avuto l’autorizzazione. Per impedire che si ribellasse, i parenti la minacciavano di “ripudiarla”, fatto che l’avrebbe “disonorata ed emarginata dalla comunità pakistana”.
Nei confronti dei sei, tutti di nazionalità pakistana tra i 20 e i 55 anni, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per, a vario titolo, riduzione in schiavitù e violenza privata aggravata. La vittima è stata posta in una struttura protetta insieme con il figlio nato nel 2015. (Milano Repubblica)
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