A sinistra si cerca la sinistra, chissà dove sarà…ma Curzio Maltese c’è

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Milano 28 Febbraio – C’è sempre una sinistra più a sinistra e quella sinistra è talmente di sinistra che va perennemente cercata, desiderata. Un po’ come la Titina che poi non si trova mai. Perché la sinistra è un sentimento, un’emozione nostalgica, un’aria rossa in un deserto di idee, un miraggio insomma. Succede così che, dopo la farsa delle primarie con i dragoni cinesi, la sinistra, quella per intenderci che sta nell’infinito del più in là della sinistra, non si riconosca in Beppe Sala. sala che guevaraEppure ce l’ha messa proprio tutta per farsi perdonare un passato azzurrino con la Moratti o l’inclinazione naturale verso il mondo di CL: ha dichiarato a gran voce di essere sempre stato di sinistra, ha indossato la maglietta del Che, ha offerto ponti d’oro alla Balzani, la favorita di Pisapia…ma quella sinistra là continua a sentirsi presa per i fondelli, continua a non riconoscersi nel pensiero e nel mondo ibrido di Sala. Perchè la sua purezza non può essere contaminata, ha bisogno di un respiro che proponga ideologia a piene mani, che voli altissimo nel cielo di sinistra. E in quel cielo ha pescato un nome: Curzio Maltese, europarlamentare TSIPRAS e giornalista di Repubblica. Dichiara a La Stampa “In quell’assemblea così affollata e piena di partecipazione io ho semplicemente posto un problema: che deve esserci un candidato di sinistra a Milano. C’è troppa gente insoddisfatta della proposta Sala, e di tutto quello che significa la sua operazione, che per certi versi è ancora più deludente di quella Fassino a Torino o Giachetti a Roma. Al momento faccio l’europarlamentare; certo se me lo chiedono, e naturalmente se il mio nome è quello che può unire di più, io non mi tiro indietro. Ma andrebbe benissimo anche se il nome fosse un altro” E le primarie? Quel rito così democratico della sinistra che cosa ha espresso? La risposta è semplice: il candidato che voleva Renzi, non importa come. Ma le critiche di Maltese continuano sulla gestione del post-Expo che si sta delineando, che racconta così: «Ho chiesto anche ai miei colleghi all’europarlamento, bene: non esiste un Paese in cui i numeri di Expo non siano stati resi noti immediatamente, cosa che Sala ancora non fa. Ma vi pare possibile? Peraltro, sono bilanci spesso negativi, in Europa. E poi questa cosa di appaltare a Genova, non a Milano, il post Expo, mi pare incomprensibile, com’è un’anomalia tutta italiana che una fondazione finanziata dallo stato per fare ricerca biomedica investa poi in banche…” Osserva La Stampa: “La «Lista civica Milano in comune», candidando Maltese, avrebbe l’appoggio di Nando Dalla Chiesa, altro nome che era circolato ma non si candiderà; di Possibile, di Rifondazione, di un pezzo importante di Cgil, di una parte non piccola di Sel (il partito non presenterà in ogni caso una lista, il che è un segnale per il «liberi tutti»; alcuni entreranno con Sala, ma gli elettori?) e, soprattutto, di una parte di borghesia milanese – compreso tanti nomi del network di Libertà e Giustizia- che vede in Sala la rappresentazione plastica del partito della nazione, incarnazione di interessi e gruppi d’affari centristi o direttamente collegati al mondo storico del centrodestra milanese, e di Cl.” Maltese contro Sala: quale sinistra vincerà?

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