Milano 29 Febbraio – Residenze fittizie. Incidenti inesistenti. Falsi passaggi di proprietà. Le truffe che colpiscono le compagnie di assicurazione da parte di auto e motociclisti di tutta Italia rischiano di ingolfare l’amministrazione della giustizia del capoluogo lombardo. In tutto il 2015, infatti, sono stati oltre 800 i fascicoli aperti alla procura di Milano sulla base di denunce delle assicurazioni, vittime dei più classici tentativi di truffe da parte di altrettanti clienti. E il trend è costante anche per quest’anno.
C’è chi vive al sud e indica come capoluogo di residenza una città del nord, chi denuncia un sinistro a mesi di distanza dall’incidente, chi fa risultare i veicoli intestati a soggetti inconsapevoli attraverso falsi passaggi di proprietà. Casi che si verificano in ogni parte d’Italia, ma che confluiscono come in un imbuto sulle scrivanie degli ottanta pubblici ministeri della procura di Milano, senza distinzione di dipartimento.
A indicare come competente Milano è l’orientamento della procura generale della Corte di Cassazione che – nei casi di condotte illecite ai danni delle assicurazioni (infortuni mai accaduti, falsa denuncia di furti, falsificazioni dell’attestato di rischio) – ha indicato il giudice naturale a dirimere queste controversie “nel luogo della sottoscrizione della polizza, atteso che in tale contesto si realizzano il vantaggio ingiusto per l’assicurato e il danno ingiusto per l’assicuratore”. Così, centinaia di fascicoli vengono inviati dalle tante procure sparse per l’Italia, a Milano. Un fenomeno che è nettamente in aumento con l’esplosione delle assicurazioni online, tra le vittime principali.
Delle oltre 800 denunce contro ignoti arrivate a Palazzo di Giustizia, oltre il 90% arrivano dalla Campania. Riguardano soprattutto fittizie indicazioni della provincia di residenza, uno stratagemma utilizzato dai sottoscrittori delle polizze per pagare un premio più conveniente. Se la Campania è la regione con più tentativi di truffa (con un indice di sinistri esposti a rischio frode del 43,5%), seguita da Calabria (26,6,%) e Puglia (26,1%), le provincie maggiormente indicate come luogo fittizio di residenza sono quelle dove i premi da pagare sono più bassi: Udine, Sondrio, Aosta. Una truffa che permette agli autori di abbattere la quota da pagare per assicurarsi fino al 50%.
L’orientamento della Cassazione non solo ingolfa gli uffici della procura del capoluogo lombardo, ma rende quasi impossibili anche le indagini: ogni magistrato si trova a dover svolgere un’inchiesta a distanza, delegando la polizia giudiziaria del luogo dov’è avvenuto la presunta truffa, non sempre pronta a recepire le indicazioni della procura, oppure a dover inviare i propri investigatori in trasferta per raggiri spesso da poche centinaia di euro. Risultato: arrivare ai responsabili del falso diventa praticamente impossibile. “Il fenomeno è molto diffuso – conferma Umberto Guidoni, responsabile del Servizio auto di Ania, l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici -. I primi a essere danneggiati sono i cittadini onesti, la stragrande maggioranza anche al sud, costretti a pagare premi più alti”. La prossima dematerializzazione dell’attestato di rischio e la creazione della banca dati per gli assicurati, permetterà la verifica delle dichiarazioni di tutti gli automobilisti in tempi molto più rapidi. “Non possiamo dire che il fenomeno verrà azzerato – spiega Guidoni – ma sicuramente sarà più difficile portare a termine le truffe e contraffare i documenti”. (Repubblica.it)
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