Il rene della madre adattato per il figlio di 3 anni: tecnica innovativa, svolta nelle liste d’attesa

Cronaca

Milano 2 Marzo – Simone (nome di fantasia) ha 3 anni ed è il protagonista di una storia speciale: nel suo corpo ‘abita’ il rene della sua mamma, lei glielo ha donato per restituirgli una vita normale, senza la dialisi a cui era condannato da quando aveva un anno. Il trapianto è stato eseguito al Policlinico di Milano e i medici lo definiscono un intervento “rarissimo”: in Italia, negli ultimi 15 anni, sono state solo 5 le operazioni di questo tipo su bambini così piccoli.

Simone vive con i genitori in una città dell’Emilia Romagna ed è nato prematuro. Soffre di displasia renale bilaterale, una malattia cronica dei reni. A seguire il suo caso è Giovanni Montini, direttore della Nefrologia Pediatrica: secondo l’esperto c’è bisogno di un rene nuovo, “ma la lista d’attesa è lunga – racconta – perché la disponibilità di donatori deceduti in età pediatrica è scarsa”.

Tra i vari criteri per assegnare un organo c’è infatti anche quello dell’età: l’organo del donatore deve essere compatibile con le dimensioni del paziente. Un donatore vivente e compatibile esiste, ed è la madre: ma il suo rene è grosso per l’addome di un bimbo così piccolo. Inoltre, “fino a poco tempo fa – aggiunge Claudio Beretta, che guida l’Unità operativa di Trapianto di rene – la scelta era di non eseguire trapianti da vivente da un genitore al figlio piccolo, perché la discrepanza di dimensioni poteva portare ad un elevato rischio di insuccesso”.

E’ a questo punto che gli esperti del Policlinico decidono di tentare una nuova via: modificare la tecnica di intervento che si usa normalmente per gli adulti per adattare il rene della madre a Simone, con la consapevolezza che un’operazione ben riuscita poteva permettere anche di superare i maggiori rischi. L’intervento è durato 3 ore, ed è avvenuto il 13 gennaio; insieme a Beretta e Montini hanno lavorato gli esperti del Nord Italia Transplant, i nefrologi della Pediatria, gli anestesisti, gli infermieri e una psicologa che ha affiancato i genitori per tutto il tempo.

“Nel nostro ospedale – ricorda Beretta – abbiamo iniziato con i trapianti di rene nel maggio del 1969 e questo è il primo caso del genere”. In questi 47 anni al Policlinico sono stati effettuati 379 trapianti di rene in bambini, di cui 339 da paziente deceduto e 42 da vivente; 34 sono stati compiuti su bimbi con meno di 4 anni: il caso di Simone, però, è ad oggi l’unico da donatore vivente”.

Il trapianto su Simone ha aperto la strada a un nuovo modo di procedere e questo potrebbe ancheaccorciare l’attesa di tutti quei bimbi in dialisi. Operazione che, comunque, “ha bisogno anche del fondamentale supporto umano dei volontari – specifica Montini – come quelli dell’Associazione Bambino Nefropatico Onlus che, nel caso di Simone così come per tanti altri piccoli pazienti del nostro Ospedale, si occupano di assistere il bimbo e la sua famiglia offrendo loro, tra le altre cose, un’assistenza per l’alloggio, ma anche un appoggio umano e personale”. (Repubblica)

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