Milano 8 Marzo – Se provaste a raccontare ad un Democratico Usa che i Democratici Italia stanno gioendo perché quelli che hanno partecipato alle primarie si siano dimezzati, otterreste in risposta una cascata di risa fragorose. Se, poi, osaste raccontargli il perché di questa teoria, otterreste sguardi preoccupati. Se, infine, gli diceste che a vincere le primarie sono stati quelli che hanno desertificato il partito per sostanziale resa degli altri, beh, perderemmo il nostro interlocutore. Il fatto è che queste cose non si raccontano a degli Americani, ma ai giornalisti Italiani, i quali bevono tutto d’un fiato senza domandarsi cosa sia il retrogusto acre di quel che gli han spacciato per vino bianco. Orfini, Domenica sera, di fronte al deserto chiamato Primarie di Roma, è riuscito a trovarci un lato positivo. Stavolta i Rom ed i capi bastone sono restati a casa. Se l’avesse detto Salvini l’avrebbero tacciato tutti di razzismo, ma tant’è. Orfini può. Replica allibito Lunedì mattina Speranza, capogruppo ombra, della minoranza ombra, del partito ombra, detto Democratico. Il partito reale è quello della Nazione. Ovviamente. Speranza, dicevamo, fa sommessamente rilevare che dimezzare i votanti alle primarie è un suicidio prima di un’elezione importante. Orfini, sprezzante, non gli dà del deficiente, ma non ci va molto lontano. Lo accusa di sentire la mancanza dei Rom (aridaje) e capibastone. Qui il litigio si interrompe, perchè Speranza gli avrebbe dovuto dire che è un demente, visto che entrambe le categorie a Giugno voteranno. E solo un cretino potrebbe dire che quei voti sono meglio dati agli altri. Speranza, al massimo, fa rilevare che cinquantamila persone è improbabile siano Rom e mafiosi. No, niente, Orfini non ha capito nulla e Speranza non ha il coraggio di farglielo notare. La perfetta sintesi di un partito in cui gli incompetenti guidano i vigliacchi per semplice mancanza di voglia di lottare. Qual è, quindi, la giusta interpretazione di queste primarie, analizzate laicamente? Il PD non è più nulla. Non è un partito di potere, non è un partito di opposizione, non è un partito di valori, non è un partito di pressioni e non è, soprattutto, un partito competitivo. Per gli Americani di cui sopra, sarebbe, al massimo, un’anatra zoppa. Per Orfini è un vanto, per Speranza un paziente malato. Indovinate chi non ha capito nulla tra i tre.
La seconda analisi riguarda le primarie come strumento. Secondo voi, in una consultazione senza controlli esterni, senza un collegio di probiviri degno di questo nome, senza reali sanzioni, cosa potrà mai succedere? Negli Usa, capiamoci, ci sono consultazioni anche meno controllate, i Caucus. Eppure tutto funziona, come mai? Perchè, alla fine, contano solo i numeri. Non come si ottengono. Perchè, dopotutto, le elezioni non sono così diverse. Da entrambe le sponde dell’oceano. Qui e lì si fanno gli stessi accordi, negli stessi modi e con i medesimi obiettivi. I Rom, o chi per loro, ci sono ovunque. Le primarie dei puri sono un’idiozia, come i Grillini dimostrano. Perchè poi si scende nel fango. Ah, per la cronaca, le primarie dei Repubblicani, quest’anno, sono tra le più partecipate della storia. Vediamo come finirà.
Ah, per la cronaca numero due, a Milano c’erano un sacco di Cinesi in coda. Non ho sentito Orfini chiedere la testa di Sala. Ma Speranza era felice. Felice di aver visto il suo candidato perdere. Come sempre, Speranza fa cose di sinistra. Perde e si lamenta. Onore alla coerenza.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,