Ecco sette regole per difendere i tuoi risparmi dal bail in

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Milano 14 Marzo – Dopo il dramma del pensionato che si è suicidato per aver perso i risparmi di tutta la vita e dopo il decreto salva banche varato dal governo Renzi, è utile capire meglio cosa cambierà dal 2016 e come si possono difendere i propri soldi. Ecco il vademecum, pubblicato sul Giornale, in sette punti.

Chi rischia di più – In caso di bail in, secondo la normativa Ue, i primi chiamati a pagare sono gli azionisti – che si vedranno ridotti o azzerati i valori dei propri titoli. Dopo di loro tocca a chi ha sottoscritto obbligazioni subordinate, una speciale categoria di bond il cui rimborso in caso di fallimento della banca avviene successivamente a quello dei creditori ordinari. Seguono i possessori di obbligazioni ordinarie e infine i correntisti. In quest’ultimo caso il rischio riguarda solo la liquidità superiore ai 100mila euro. I conti oltre questa soglia verrebbero coinvolti solo nel caso in cui il bail-in di tutti gli strumenti con un grado di protezione minore nella gerarchia fallimentare non bastasse a risanare la banca. Ad azionisti e creditori sarà chiesto un contributo dell’8% del passivo della banca.

Chi rischia meno – Possono stare tranquilli i correntisti fino a 100mila euro, i possessori di covered bond, ovvero le obbligazioni garantite, e i debiti verso dipendenti, fisco ed enti previdenziali e i fornitori. Fino al gennaio 2019 riceveranno un trattamento di favore anche i detentori di bond non garantiti che, per tre anni, saranno equiparati ai correntisti. I depositi sono esclusi dal bail-in, così come lo sono i conti deposito (anche vincolati), i libretti di risparmio, gli assegni circolari e i certificati di deposito nominativi, il tutto però fino a 100mila euro per depositante. In generale, è meglio non affidare troppo denaro a un’ unica banca.

Più conti in banche diverse – Se il risparmiatore ha due o più conti in banche diverse, nel caso praticamente impossibile di fallimento di entrambi gli istituti, può stare tranquillo solo se ciascun conto non supera i centomila euro.

Più conti nella stessa banca o conti cointestati – Se il conto corrente è cointestato, l’importo massimo garantito sale a 200mila euro. Quindi un conto che presenta un saldo da 150mila euro cointestato a due soggetti è escluso dal bail in.
Per il correntista che ha invece più conti aperti nella stessa banca vale il saldo totale. Quindi se ho tre conti rispettivamente con 50mila, 30mila e 60mila per un totale di 140mila euro non sono al riparo.

Conto sotto i 100mila euro ma soldi in azioni, fondi e Btp – Per i libretti e i certificati di deposito valgono le stesse regole applicate ai conti correnti: nessun rischio fino a 100mila euro. Può stare tranquillo chi possiede titoli depositati in una banca a rischio ma senza possedere azioni dell’istituto di cui è cliente: i titoli che sono solo conservarti nel deposito di una banca che fallisce non corrono rischi. In generale: il bail-in non colpirà gli asset finanziari non emessi dalla banca in crisi (azioni, bond, Btp, Bot, fondi).

Le polizze assicurative – Se abbiamo sottoscritto una polizza assicurativa con una compagnia che fa parte di un gruppo bancario avviato al fallimento possiamo stare sereni. Idem se il risparmiatore si ritrova con in portafoglio dei bond bancari piazzati all’interno di fondi di investimento, fondi pensione o polizze assicurative.

Le cassette di sicurezza – Chi ha sul conto meno di 100mila euro ma ha anche una cassetta di sicurezza non deve preoccuparsi. Il contenuto delle cassette di sicurezza non è infatti coinvolto dalle procedure di salvataggio previste dalle nuove regole europee. (Liberoquotidiano)

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