Milano 16 Marzo – GIORNATE FAI DI PRIMAVERA – 19 e 20 marzo 2016 – A MILANO E IN LOMBARDIA 131 LUOGHI APERTI.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – Con il Patrocinio di Regione Lombardia
È un weekend che non somiglia a nessun altro: oltre 900 visite a contributo libero in 380 località italiane di cui 131 in Lombardia (7 Patrimonio Unesco dell’Umanità): è il più importante evento dedicato ai beni culturali durante i quali luoghi chiusi e invisibili si aprono e diventano noti, compresi quelli che fanno parte della vita di tutti i giorni (stazioni ferroviarie, fabbriche, porti) che vengono raccontati svelando sorprese.
Le Giornate FAI sono aperte a tutti, ma agli iscritti saranno dedicate visite esclusive, corsie preferenziali ed eventi speciali, oltre 30.000 gli Apprendisti Ciceroni®, giovani studenti che illustreranno aspetti storici e artistici dei monumenti.
Milano Palazzo Francesco Turati
Una delle tre sedi storiche della Camera di Commercio di Milano, il neorinascimentale Palazzo Turati venne edificato nel 1880 su progetto di Enrico Combi, il cui interesse per gli stili architettonici del passato è testimoniato dall’imponente facciata e dai materiali scelti per gli interni, come il marmo bianco di Carrara con intarsi in giallo reale per lo scalone monumentale, le cornici modanate in stucco e le grottesche che riempiono gli spazi tra le finestre. Al suo interno importanti sale come La Sala della musica, preziosamente affrescata da Giuseppe Bertini ed Emilio Cavenaghi, decorata da Ludovico Pogliaghi, che si ispira alla sinfonia Inno alla Gioia di Beethoven e raffigura la Melodia attorniata da genietti, fanciulle alate, dame, nobildonne e musicanti in costume rinascimentale; la Sala del Prometeo, interamente realizzata su disegno del Pogliaghi, che presenta decorazioni plastiche, porte bronzee con gli stemmi di Casa Turati e il soffitto a cassettoni in azzurro e oro. Anche la Sala di Flora è ufirmata dal Pogliaghi e vi si possono ammirare le pareti tappezzate di velluto azzurro con applicazioni di seta e raso e la volta del soffitto, interamente dorata, è affrescata da Mosè Bianchi.
Il cantiere della Mela reintegrata di Michelangelo Pistoletto
Per visitare in anteprima, in piazza Duca d’Aosta, il cantiere che ospita l’opera di Michelangelo Pistoletto La Mela reintegrata, che verrà inaugurata lunedì 21 marzo con una performance collettiva dedicata al Terzo Paradiso. L’opera, donata alla città, ha una mela costituita da una struttura di metallo di grandi dimensioni (11 tonnellate di peso, 8 metri di altezza e 7 di diametro), è rivestita da una “pelle” in materiale naturale con il segno di un “morso” sulla sommità, reintegrato grazie a una cucitura metallica. Nella concezione dell’artista rappresenta il frutto primordiale, simbolo della ricomposizione di due mondi opposti: natura e artificio.
Palazzo Archinto – Educandato statale Setti Carraro Dalla Chiesa
Prestigioso edificio nel cuore di Milano, Palazzo Archinto fu fatto costruire nella prima metà dell’Ottocento in contrada Santa Maria della Passione dal conte Giuseppe Archinto. Divenuto di proprietà dello Stato italiano, è sede dal 1865 il Collegio Reale delle Fanciulle, fondato da Napoleone nel 1808, per le figlie della nuova nobiltà e degli ufficiali – inizialmente ospitato in un convento soppresso vicino alla Rotonda della Besana – poi rinominato nel 1986 Educandato Statale Setti Carraro dalla Chiesa. Severa l’architettura tardoneoclassica realizzata in soli quattro anni dal professore di Brera Gaetano Besia, in tipico giallo teresiano. Ricca invece la decorazione interna affidata ai disegni di Nicolas-Auguste Thumeloup, professore di disegno alla Scuola d’Arte di Parigi che gestì tutto a distanza spedendo disegni e facendo eseguire i decori a scultori francesi. A maestranze lombarde furono affidati solo gli affreschi e i marmi del palazzo. A pianta rettangolare, si sviluppa su tre piani, intorno a tre cortili – uno d’onore e due di servizio – con un ampio spazio colonnato per le scuderie; sul retro un esteso giardino all’inglese con piante secolari. Tra le sale al piano nobile la Sala delle ballerine con le pareti ricoperte di affreschi, dominati da otto figure danzanti in un tripudio di specchi, ori e cornici floreali; la Sala pompeiana; il Salone della caccia e della pesca, con la sua grande stufa coronata da un busto napoleonico; la Saletta da pranzo con putti e vivande sulla volta.
Palazzo Pusterla, sede di Banca Generali, e cortile di Palazzo Trivulzio
Gioiello architettonico dei primi del Settecento e importante esempio del rococò milanese, incastonato nella suggestiva piazza di Sant’Alessandro a due passi dal Duomo, Palazzo Pusterla Trivulzio è sede istituzionale di Banca Generali e sarà eccezionalmente visitabile in occasione delle Giornate FAI di Primavera. Gli ambienti privati della banca apriranno le loro porte che affacciano sull’incantevole giardino della proprietà.
Padiglione Reale della Stazione Centrale
Progettato su richiesta del Ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano per accogliere i Savoia, inaugurato nel 1931, il Padiglione Reale della Stazione Centrale è un gioiello nascosto e raramente visitabile. Si articola in due sale disposte su due piani unite da uno scenografico scalone in marmo con gradini in onice e una scultura leonina. La Sala Reale, situata al piano binari, è un grande ambiente unico diviso da colonne e pilastri in tre parti: l’antisala, la sala ricevimento e la sala riservata, decorata da mosaici, marmi e arredi scultorei, insieme ai mobili stile impero in mogano e palissandro, progettati da Emilio Lancia e Giò Ponti e ai lampadari in vetro di Murano. Tra le decorazioni del parquet motivi a forma di svastica, realizzati in previsione di un ipotetico arrivo di Hitler, che non vi transitò mai. Di fronte all’ascensore d’epoca si trova il bagno, con pareti stilizzate e specchiere, dietro una delle quali si nasconde una strana scala a pioli che fa pensare a un vero e proprio passaggio segreto. La Sala delle armi si affaccia su piazza Duca d’Aosta e l’accesso è a livello della strada. Sulla parete di fondo una serie di bassorilievi dello scultore Ambrogio Bolgiani, che raffigurano le attività militari: aeronautica, marina, esercito e cavalleria.
Albergo Diurno Venezia
Dopo la messa in sicurezza apre i battenti l’Albergo Diurno Venezia, il gioiello di architettura Art Déco nascosto nel sottosuolo di Piazza Oberdan. La visita all’elegante e funzionale centro servizi per viaggiatori inaugurato nel 1926 su progetto di Piero Portaluppi – uno dei bagni diurni meglio conservati d’Italia e uno dei pochi a non aver subito modifiche strutturali – consente di tuffarsi nell’atmosfera di un luogo fermo nel tempo che ospitava bagni pubblici, terme, negozi di barbiere, manicure, lavanderia e stireria, agenzia di viaggi e fotografo, ricco di preziose e originali decorazioni e perfino di oggetti, ancora chiusi nelle vetrine, che ne rievocano la vita passata.
Rotonda dei Pellegrini ex Scuderie dell’Arcivescovado
Quasi sconosciuta a Milano, la “Rotonda del Pellegrini” o “Stalle di San Carlo” è un raffinato edificio progettato come scuderia dell’Arcivescovado nel 1573 da Pellegrino Tibaldi, detto il Pellegrini, su incarico di Carlo Borromeo, che gli affidò anche la costruzione delle chiese di San Fedele, di San Sebastiano e di San Carlo al Lazzaretto. Secondo un cronista dell’epoca, fu giudicato “elegantissimo tempio” dal futuro San Carlo, che espresse qualche perplessità dinanzi alla “soverchia bellezza di quest’opera che non doveva servire che a’ cavalli”. Danneggiate dai bombardamenti aerei alleati nel 1943, le “Stalle di San Carlo” furono restaurate per interessamento del cardinale Schuster, del senatore Enrico Falck e di Giuseppe Lazzati, che si avvalsero dell’opera dell’architetto Luigi Caccia Dominioni. Dal 1950 è diventato sede dell’associazione Ambrosianeum.
Comando Prima Regione Aerea Aeronautica Militare
Sarà possibile visitare gli ambienti del comando dell’Aeronautica Militare, una delle più importanti sedi del Paese a livello operativo. Milano venne scelta agli inizi del Novecento come centro strategico della Regia Aeronautica, per il grande sviluppo dell’industria aeronautica nell’Italia nord occidentale. Cominciata nel 1938, per via del secondo conflitto mondiale, la struttura fu completata al termine della guerra.
Casa dello Zecchiere
A pochi passi dalle “Cinque Vie” – i vicoli non carrozzabili della Milano antica tra Piazza Cordusio e Piazza Sant’Ambrogio, che recano ancora visibili i segni degli attacchi aerei subiti durante l’ultima guerra – è incastonata la casa privata del Maestro della Zecca, cui al tempo degli Sforza era affidato il controllo del flusso finanziario. Vi si potranno ammirare i locali di rappresentanza affrescati da pittori di influenza fiamminga, con soggetti in cui si alternano figure fantastiche a satira anti-ecclesiastica. Il ciclo costituisce una tappa importante e recuperata del discorso artistico milanese del pieno Rinascimento.
Arese (MI)
Museo Storico dell’Alfa Romeo
Inaugurato nel 1976, il Museo Storico dell’Alfa Romeo racconta un secolo della nostra storia attraverso il passato di una grande industria italiana raccontato da un esemplare di ogni modello prodotto, da prototipi, studi, vetture sperimentali e da competizione. Un patrimonio di 110 vetture, 15 motori d’aviazione, 40 propulsori automobilistici e circa un migliaio di modellini di automobili di diverse dimensioni testimonia l’evoluzione tecnologica dell’ingegneria Alfa Romeo; da ammirare immagini originali e manifesti pubblicitari che ripercorrono le tappe salienti dello storico marchio.
Vimercate (MI)
Casa Banfi – Convento di San Francesco
Sorto intorno alla metà del Duecento ai margini del centro abitato di Vimercate, il convento di San Francesco è tra le più antiche fondazioni minoritiche nel milanese. Affermatosi nel Trecento come importantissima istituzione religiosa, la struttura subì molteplici rimaneggiamenti tra il XV e il XIX secolo. Dopo diversi interventi e aggiunte architettoniche, nel 1798 il convento, soppresso dalla Repubblica Cisalpina istituita da Napoleone, fu messo all’asta e acquistato dalla famiglia Banfi che lo adibì ad abitazione. In aree diverse sopravvivono frammenti di affreschi che consentono di individuare due campagne decorative all’interno della chiesa durante la prima metà del Trecento, e che testimoniano il prestigio conseguito dal monastero in quel periodo. Il più integro, raffigurante la Madonna della Misericordia entro una cornice a finti intarsi marmorei, si colloca nel filone della pittura lombarda protogiottesca.
Monza- Saletta Reale, Stazione di Monza
Deputata alle soste di Umberto I e di Margherita di Savoia durante i loro trasferimenti tra Roma e Monza, la Sala d’aspetto reale della Stazione di Monza con l’ampio giardino antistante fu realizzata tra il 1882 e 1884 a esclusivo uso dei sovrani. Secondo i dettami dell’architettura del ferro, in voga nella seconda metà del XIX secolo, era dotata di un’imponente tettoia in ferro e vetrate, lunga 100 metri, a copertura dei binari, andata distrutta nella Seconda Guerra Mondiale. Decorata secondo il gusto fastoso ed eclettico dell’epoca, la saletta è ricca di stucchi, dorature, intagli in stile neorinascimentale e dipinti di Mosè Bianchi, di gusto romantico sono gli inserti floreali nei riquadri. Alle pareti, una consolle con specchiera in legno intagliato e dorato, un camino in marmo di Carrara e due porte con stemma sabaudo.
Mantova- Palazzo Cavriani
L’imponente Palazzo Cavriani, opera dell’architetto Alfonso Torreggiani, è una costruzione elegante arricchita da una bella facciata con alte finestre e balconi, che versa in stato di grave degrado dopo anni di abbandono e saccheggi. Di pianta quadrangolare si apre con un cortile interno su cui si affaccia una bella terrazza in pietra. Resistono all’incuria lo scalone monumentale, gli affreschi di Giuseppe Bazzani e di Andrea da Schinevoglia, la Cappellina gentilizia interna all’appartamento, i salotti da visita decorati ad affreschi e stucchi. Attualmente il Palazzo è all’asta perché è stato pignorato alla sua ultima proprietà.
Castiglione delle Stiviere (MN)- Palazzo Beschi
Costruito intorno al 1835 sulla base di un preesistente edificio, Palazzo Beschi è un significativo esempio dello stile neoclassico dell’architetto Rodolfo Vantini, attualmente di proprietà privata. Il gusto del tipico palazzo signorile neoclassico si riscontra nel pregevole portico ornato di colonne ioniche, nello scalone d’onore, nel piano nobile e nelle regole di simmetria applicate alla facciata. Da segnalare il bel portale in legno scolpito sormontato da un semplice balconcino e una fontana in pietra lavorata nel cortile. Il Palazzo è stato abitato dal più grande studioso del Vantini, e all’interno conserva ancora tutto il mobilio originale.
L’opera dell’architetto Rodolfo Vantini (1792-1856): itinerario neoclassico
In occasione del 160° anniversario della scomparsa di Rodolfo Vantini – grande esponente dell’architettura bresciana dell’Ottocento – itinerario alla scoperta delle opere realizzate dal maestro neoclassico in diverse città: Brescia, Bergamo, Mantova, Milano e Trento.
Tra le aperture più interessanti:
Brescia- Cimitero Monumentale Vantiniano
Eccezionale museo all’aria aperta di statuaria e scultura, fu il primo Cimitero Monumentale d’Italia: opera prima di Rodolfo Vantini, fu costruito a partire dal 1815. Al suo interno si innalza la bianca torre faro che, coi suoi 60 metri di altezza, fu il modello della Colonna della Vittoria eretta nel 1873 di fronte al Reichstag di Berlino. Ospita anche un importante sacrario militare, con la grande tomba dell’eroe del Risorgimento Tito Speri, e numerose tombe monumentali.
Palazzo Tosio fu costruito per volontà dei conti Paolo e Paolina Tosio, coppia di importanti collezionisti d’arte, vollero creare un ambiente di grande raffinatezza per accogliere amici e favorire artisti, per questo affidarono il progetto all’architetto Vantini. Questi elaborò un raffinato intreccio di geometrie spaziali, percorsi distributivi, effetti di luce e sorprese visiva. Una sorta di pantheon celebra alcune figure emblematiche, come Napoleone, Raffaello, Galilei e Canova. Alla morte dei conti, l’intera collezione passò alla Municipalità e dal 1908 il palazzo è diventato sede dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti.
Bergamo- Palazzo Frizzoni
Sede del Municipio di Bergamo, Palazzo Frizzoni è un notevole edificio neoclassico progettato da Rodolfo Vantini, cuore e simbolo della vita politica e amministrativa della città. Oltre il portone di ingresso, un portico con otto colonne d’ordine ionico e soffitto a cassettoni, sovrastato dal “piano nobile” cui si accede attraverso uno scalone. Il cortile interno presenta una loggia architravata a due piani – uno dei più bei motivi di architettura in stile bramantesco della Lombardia – oltre la quale si intravede il giardino, un tempo più vasto e oggi parco pubblico riservato ai bambini. Il pavimento a mosaico nella Sala degli Specchi fu disegnato dallo stesso Vantini: al centro vi è lo stemma della famiglia Frizzoni, due frecce legate a un nastro, con motivi in bronzo e pietre dure.
Tra le aperture, sette beni inseriti del Patrimonio UNESCO dell’Umanità:
Cremona- Palazzo Pallavicino Ariguzzi, sede dell’Istituto “Antonio Stradivari”
Il Palazzo Pallavicino Ariguzzi, sede della Scuola Internazionale di Liuteria e del Liceo Musicale, ospita anche la Fondazione Antonio Stradivari e la Triennale Internazionale di strumenti ad arco. Edificato intorno alla metà del XV secolo, il complesso architettonico attuale è il risultato di numerose trasformazioni e destinazioni d’uso. Dal 1945, vi trovarono rifugio trentanove famiglie di sfollati, ma i primi crolli delle coperture segnarono l’inizio di un drammatico stato di abbandono che si protrarrà fino al restauro del 2005. Nelle due ali tardo medievali hanno sede le aule di didattica e l’Aula Magna della scuola, mentre il corpo sei-settecentesco, con sale voltate e finemente decorate, ospita i laboratori di liuteria, destinati alla costruzione e riparazione degli strumenti. La liuteria cremonese è entrata a far parte del Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.
Sabbioneta (MN)- Palazzetto del Cavalleggero
Gioiello rinascimentale nel cuore della “piccola Atene” lombarda (insieme a Mantova, città Patrimonio dell’UNESCO), il Palazzetto del Cavalleggero sorge accanto al Palazzo Ducale e deve il suo nome al fatto che nel Cinquecento, già nel progetto originario della “città ideale” di Vespasiano Gonzaga Colonna, ospitava un comando militare. La facciata rustica è in cotto e marmo bianco; il piano terra, rialzato, presenta una scarpa di marmo bianco a bugnato rustico, in cui è inserito il portale marmoreo. L’interno è composto da ambienti alti e ingressi con soffitti a volta che richiamano l’architettura del ‘400. Due sale laterali imponenti conservano l’impostazione originale e un piccolo affresco ottocentesco illustra gli strumenti usati per calcolo e disegno militare. Nella parte retrostante, in un’ampia sala forse dedicata a riunioni e banchetti, è degno di nota l’imponente camino d’epoca. Chiuso ormai da decenni, il Palazzetto apre eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI di Primavera.
Capriate San Gervasio (BG)- Villaggio operaio di Crespi d’Adda – Chiesa del Santissimo Nome di Maria
Di scuola bramantesca, la chiesa del Villaggio operaio Crespi d’Adda venne realizzata come copia della Chiesa di Santa Maria di Busto Arsizio, in segno d’affetto della famiglia di imprenditori nei confronti della città di origine. Venne aperta nel 1893 nell’ambito di un progetto che intendeva dotare il “Villaggio ideale del lavoro” di una serie di opere sociali capaci di rendere autonoma la comunità, concepita come “un piccolo mondo perfetto” in cui il padrone “regnava” dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti “dalla culla alla tomba”. L’edificio dalla struttura tipicamente rinascimentale presenta una cupola a base ottagonale, soffitto a cassettoni, affreschi decorati a grottesche e putti; le decorazioni degli interni sono opera del pittore caravaggino Luigi Cavenaghi, che aveva già operato nei restauri della chiesa di Busto Arsizio. Villaggio Crespi d’Adda è un sito accolto dall’UNESCO nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità come il più completo e meglio conservato esempio di villaggio operaio del Sud Europa.
Area archeologica di Castelseprio-Torba – Il Parco Archeologico di Castelseprio è Patrimonio UNESCO dell’Umanità e comprende una zona fortificata, estesa a valle fino a Torba, e un borgo extra-murario. Al “castrum”, cinto da mura in epoca gota, si accedeva attraverso un ponte, al suo interno spicca il complesso paleocristiano di S. Giovanni, composto da basilica e battistero, cui si accosta una cisterna con pozzo. Il campanile venne ricavato da una delle tre torri d’avvistamento tardoantiche. Nei pressi sorge la chiesa romanica di S. Paolo. Tra gli edifici residenziali vi sono case private, di varia epoca, e le dimore occupate dai canonici fino al XVI sec.
Castelseprio (VA), Chiesa di Santa Maria Foris Portas
Nel borgo sorge l’oratorio di Santa Maria “foris portas”. Edificio più antico di Castelseprio, unico sopravvissuto alla distruzione dell’antico borgo fortificato, sorge su una collina, in un’area caratterizzata da un sepolcreto preistorico. Vi si può ammirare un originalissimo ciclo di affreschi a decorazione dell’abside orientale, di alta qualità e ricco di simboli iconografici, tra le più rilevanti testimonianze della pittura muraria europea dell’Alto Medioevo. Rinvenuti casualmente nel 1944, questi dipinti rappresentano scene dell’infanzia di Cristo, apparentemente ispirate ai Vangeli apocrifi e dalla sorprendente tecnica compositiva.
Gornate Olona (VA), Monastero di Torba – bene del FAI
Da avamposto militare a oasi di preghiera, dai romani ai longobardi, in oltre mille anni di storia il Monastero di Torba mantiene il fascino di un luogo antico e suggestivo, avvolto dai boschi del parco archeologico di Castelseprio. In età longobarda è sede di un convento di monache benedettine che, adibita la torre difensiva a oratorio e sepolcreto, utilizzarono il monastero e l’annessa chiesa di Santa Maria fino al 1482.
Sacro Monte di Varese- Cinque cappelle dei misteri dolorosi
Il Sacro Monte di Varese si erge sulle pendici del Campo dei Fiori, un’altura calcarea che custodisce un articolato sistema carsico ipogeo. Unico tra i Sacri Monti prealpini a vantare la presenza di un borgo abitato, è caratterizzato da viuzze ombrose e scalinate ripide, eleganti ville liberty e sottopassi rischiarati dalle lanterne. È presente una stazione funicolare, che permette di raggiungere il borgo dalla località “Prima Cappella”. L’antico nucleo abitato nasconde nei vicoli e lungo le stradicciole magnifiche opere architettoniche, testimonianze di un glorioso passato. La Via Sacra si snoda per circa due chilometri con quattordici Cappelle edificate a partire dal 1604 e dedicate ai Misteri del Rosario; la quindicesima Cappella è costituita dall’antico Santuario posto all’arrivo, al centro dell’abitato. Tre archi suddividono il percorso secondo i Misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi; in occasione delle Giornate FAI sarà proposto un percorso alla scoperta delle Cinque cappelle dei Misteri Dolorosi.
Sacro Monte di Ossuccio (CO)- Torre del Soccorso detta “del Barbarossa”
Su un’altura situata di fronte all’isola Comacina del Lago di Como, fra 1635 e 1710, fu edificato il Sacro Monte di Ossuccio dedicato ai misteri del Santo Rosario, inserito insieme agli altri Sacri Monti di Piemonte e Lombardia nel Patrimonio UNESCO dell’Umanità. Nell’area del Sacro Monte è situato la Torre di Ossuccio, bene del FAI di origine medievale nascosto tra la vegetazione a 400 metri sopra il lago. Le sue possenti mura in pietra di Moltrasio furono probabilmente edificate tra il XII e il XIII secolo come parte di un sistema difensivo più ampio che comprendeva il vicino castello dell’Isola Comacina, a cui la torre forniva una copertura difensiva.
Elenco completo delle aperture su www.giornatefai.it o al numero 02 467615270. Le versioni i-Os e Android dell’APP FAI saranno scaricabili gratuitamente dagli store di Apple e Google- hashtag #giornatefai e #faicambiarelitalia.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.