Milano 19 Marzo – E’ un pomeriggio a tre giorni dall’inizio della Primavera. È davvero un bel tramonto. Gli alberi sono in fiore. E proprio questo ti marca il contrasto più nettamente quando superi il sottopassaggio della paura che unisce i due monconi di Crescenzago, ferita mortalmente da via Palmanova e divisa letteralmente a metà. E la metà meno fortunata non è quella che dà su via Padova. Sembra incredibile, ma attorno alla sede di Rcs il degrado, che qualche comitato come quello di Vittorio Cavenaghi con l’aiuto del consigliere comunale Fabrizio De Pasquale ha tentato di arginare, sembra impossibile da estirpare. Non è solo una questione di delinquenza, bisogna essere chiari. È prima di tutto una questione di principio. Stiamo parlando di Rizzoli. Non della fabbrica di cioccolato di Willy Wonka. Come si fa a pretendere che quello che succede là attorno passi sotto silenzio? Come si può credere che attorno ad uno dei più grandi colossi della comunicazione ci sia un cono d’ombra impenetrabile? Mentre gli alberi fiorivano per i marciapiedi c’erano cumuli di rifiuti. Poltrone, persino. Ed ovunque, discreti ma inquietanti, i camper dei nomadi. Con i panni stesi. Gente che ormai di nomadico non ha più nulla, se non un alibi legale ad uno stile di vita non propriamente lineare. In questo contesto, proprio dietro la Rizzoli, c’è un edificio semi diroccato. Alcuni cittadini hanno denunciato movimento sospetti dentro. Non si sa se ci siano o meno occupanti abituali. Ma non è improprio pensare che sia solo questione di tempo. Dichiara in tema Vittorio Cavenaghi:
“Eccoci..anzi rieccoci..sempre alle solite. Grazie alla totale immobilità e permissivismo la zona di serie B di Milano torna a far parlare di sé.. sempre camper..sempre zingari ed ora gli extracomunitari che hanno occupato la vecchia Rizzoli creando disagio su disagio. In questi giorni il comitato cittadino Vivicasoretto nella persona del suo Presidente Vittorio Cavenaghi inoltrerà un esposto al questore al prefetto e al comandante della polizia locale per portarli a conoscenza questa integrazione al degrado già esistente per chiedere di non essere dimenticati e lasciati al nostro destino”.
Più di così è difficile dire, ma una considerazione finale va comunque fatta. È di questi giorni la notizia della morte di un uomo in via Lattanzio. Ecco, quel luogo era semicentrale. Era sotto gli occhi di tutti. E sappiamo bene com’è finita. Questo luogo è in piena periferia. È nascosto. È poco curato e non affatto manutenuto. Quanto ci metterà a ridursi così, secondo voi?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,