Tasse, dossier Uil: in due anni pagati 7 miliardi di tasse locali in più

Approfondimenti Attualità

Milano 21 Marzo – Le imposte e tasse locali pagate dai cittadini tra il 2013 ed il 2015 sono aumentate di 7 miliardi di euro, il 16,7% in più. E’ quanto calcola uno studio del Servizio Politiche Territoriali della Uil. In valori assoluti tra addizionali regionali e comunali IrpefImuTasiTari, nel 2015 l’incasso è stato di oltre 49 miliardi di euro a fronte dei 42 miliardi 2013, passando per i 46,5 miliardi del 2014.

Le tasse locali sono mediamente aumentate di 308 euro tra il 2013 e il 2015 per una famiglia tipo che lo scorso anno ha pagato 1.969 euro per questi tributi, ha inoltre calcolato la Uil facendo riferimento ad un nucleo con un solo reddito da 24mila euro, una casa di 80 metri quadrati e una piccola seconda casa ereditata (o un magazzino). In particolare, per l’Imu/Tasi per immobili diversi dalla prima casa, l’esborso medio è stato di 937 euro (+72 euro in 2 anni), con punte di 1.386 euro a Roma, 1.220 a Milano e 1.154 a Bologna. Per la Tasi sulla prima casa l’esborso medio è stato di 191 euro medi pro capite.

L’analisi della Uil passa a setaccio le tasse locali tra il 2013 e il 2015 (governo Letta e governo Renzi) e ha stimato sia il gettito totale in valori assoluto, sia quello per nucleo familiare.

“Nello specifico – spiega il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy – per l’Imu/Tasi per gli immobili diversi dalla prima casa, nel 2015, il gettito è stato di 19,8 miliardi di euro; per la Tasi sulla prima casa il gettito è stato di 3,7 miliardi di euro; per le addizionali regionali Irpef di 12,8 miliardi di euro; per l’Irpef Comunale sono stati incassati 4,5 miliardi di euro; per la Tassa Rifiuti 8,2 miliardi di euro”.

Il gettito per l’Imu-Tasi sugli immobili diversi dalla prima casa è aumentato dell’8,4% rispetto al 2013 (1,5 miliardi di euro); quello per l’Irpef Regionale dell’11,8% (1,4 miliardi di euro); l’Irpef Comunale dell’11,7% (469 milioni di euro); la Tari del 7,3% (556 milioni di euro). Discorso a parte è quello della Tasi sulla prima casa: nel 2013 si pagò la mini Imu (il 40% della differenza dell’aumento dell’aliquota deliberata su l’aliquota base) e il gettito fu di 625 milioni di euro. L’aumento tra il 2014 e il 2015 è stato del 6,2% (220 milioni di euro in più).

Quasi 2mila euro per la famiglia campione – Guardando alla famiglia invece si scopre che nell’ultimo anno la famiglia campione ha pagato 1.969 euro di tasse locali, con un aumento di 308 euro tra il 2013 e il 2015 e di 83 euro tra il 2014 e il 2015. Oltre all’Imu Tasi (937 euro, +72 euro in 2 anni) ci sono stati i versamenti delle addizionali regionali Irpef (nel 2015 e’ stato di 389 euro medi pro capite, +27 euro in 2 anni), quelle comunali Irpef (156 euro pro capite, +28 euro in 2 anni) e la tariffa dei rifiuti. Quest’ultima ha avuto un costo medio nel 2015 di 296 euro pro capite (+23 euro in 2 anni), con punte di 462 euro a Salerno, 454 euro a Benevento, 450 euro a Cagliari e Grosseto.

Roma, triste primato – Il dato relativo alle singole città, continua Loy, vede in testa Roma dove tra Imu, Tasi, Irpef regionale e comunale e Tari, l’esborso medio nel 2015 è stato di 2.726 euro pro capite; a Napoli di 2.576 euro; a Torino di 2.458 euro; a Milano di 2.422 euro; a Benevento di 2.307 euro; a Bologna di 2.279 euro; a Genova di 2.209 euro; a Salerno di 2.130 euro; a Grosseto di 2.106 euro; ad Avellino di 2.077 euro

“In definitiva – commenta Loy – se tra il 2013 e il 2015 a livello nazionale per 10 milioni di contribuenti la pressione fiscale è diminuita grazie agli 80 euro, la stessa cosa non si può dire degli altri 30 milioni di contribuenti, tra cui 10 milioni di lavoratori dipendenti e 15 milioni di pensionati. Infatti, per quest’ultimi, la pressione fiscale dovuta agli aumenti del fisco locale è aumentata del 18,5% erodendo ulteriormente buste paga e cedolini di pensione”.

Loi riconosce che per il 2016 ci saranno alcuni benefici dovuti, soprattutto, all’eliminazione delle tasse sulla prima casa, “ma il blocco degli aumenti delle tasse regionali e locali decisi con l’ultima Legge di Stabilità non autorizza a stare sereni perché dal blocco sono esclusi gli aumenti della Tari e delle tariffe locali (asili nido, mense scolastiche, rette di ricovero, ecc.) e in secondo luogo perché le Regioni, alle prese con i piani di rientro più o meno intensi, dai deficit sanitari (Sicilia, Abruzzo, Campania, Molise, Lazio, Piemonte, Puglia) potrebbero rivedere al rialzo le aliquote dell’Irpef regionale”.

Secondo Loy “occorre dare una scossa alla nostra economia e per centrare gli obiettivi di finanza pubblica, l’unica via è quella di ridare un po’ di fiato ai salari e alle pensioni attraverso un abbassamento delle tasse già nel 2016”. (Tg.com)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.