Milano 23 Marzo – Quando a Monaco undici atleti Israeliani furono ammazzati da cinque terroristi Palestinesi, Golda Meir, primo ministro di Israele, Laburista, non versò pubblicamente una lacrima. Chiamò i migliori operativi del Mossad, ordinò loro di rinunciare alla cittadinanza Israeliana, tolse loro ogni protezione e poi li mandò nel mondo a giustiziare i responsabili. Che morirono tutti, meno uno. Quando a Brighton Margarete Thatcher vide un’intera ala dell’Hotel in cui risiedeva per la convention dei Conservatori crollare per la bomba piazzata da alcuni terroristi dell’IRA, seppe dei morti del suo partito e fu investita da polvere e calcinacci, non annullò il congresso. Ma si presentò, ferma e composta, a dichiarare guerra al terrore. E vinse. L’Ira fu piegata ed oggi sopravvivono solo disparati gruppuscoli. La storia, ieri, ha registrato che, dopo le decine di morti a Bruxelles, la reazione dell’Europa sono state le lacrime di Federica Mogherini. Dimostrando quanto del tutto inadeguata al ruolo ella sia. Come inadeguato fu Obama, piangendo in pubblico dopo le stragi in suolo Americano. I sentimenti, checché ne dica la vulgata imperante, sono segno di debolezza quando sopraffanno chi li prova. Ma non sentirete quasi nessuno dirlo, perché la filosofia imperante vuole che la debolezza vada adorata. Che la forza sia da rigettare. Che la violenza si combatta con l’integrazione (Galantino docet). Che il male, alla fine, scappi da solo. Che si debba solo tirare a campare. Che i moderati vinceranno. Che tutto, alla fine andrà bene. Questa Europa, questa filosofia idolatra e questa religione di falsi dei e falsi miti ha costruito Molenbeeck. Un quartiere in rivolta contro gli agenti di polizia che arrestano Salah. Questa società ha consentito ai terroristi di entrare in aeroporto con le loro cinture esplosive. Ha fornito loro i timer per armare le bombe nella metropolitana. Ha coperto la loro fuga ed ora si contorce di dolore vedendosi ferita due volte. La Mogherini piange per i morti, forse, ma il problema più grosso è che il loro mondo è inerme e pronto a morire. Si deve solo decidere chi erediterà.
Il problema più grosso è identitario. Oggi ho letto diversi commenti di amici confusi. Non capiscono. L’argomento più diffuso è “come avete fatto a farvi prendere in giro da questi demagoghi? Quella non è religione. Quello non è Dio. Ecco, fin quando continueremo ad ostinarci a negare l’identità altrui non muoveremo un passo. I fedayn che trucidarono gli Ebrei a Monaco erano davvero Palestinesi. I militi dell’Ira che fecero saltare l’Hotel di Brighton erano davvero Cattolici Irlandesi. Nessuno l’ha mai messo in dubbio. Nessuno ha mai dubitato che uccidessero in nome di un ideale. Ma allora anche noi eravamo diversi. Allora anche noi credevamo. Oggi il nulla che avanza, il nulla che abbiamo coltivato, fatto crescere e curato con tanta attenzione, il nulla che ha circondato le scelte di integrazione, il nulla che abbiamo contrabbandato come rispetto, il nulla che ci ha resto letargici di fronte al male, il nulla che ha dominato il dibattito religioso e politico, quel nulla di cui ci siamo nutriti fino a morire di fame ci chiede il conto. Combattiamo contro un nemico che non comprendiamo, oscillando tra fughe oniriche, come l’idea che le frontiere si possano chiudere, e slanci umanitari folli, come chi si buttasse tra le fauci dell’orso affamato pur di mostrargli quanto sia innocuo. E tutto questo pur di non accettare che il nemico lo abbiamo come vicino di casa e che la guerra si combatterà strada per strada e coinvolgerà tutti noi. Sarà un’operazione di polizia continua, innocenti moriranno e finiranno in galere. Intere comunità soffriranno.
L’unica scelta che ci è rimasta è la dimensione di questa guerra. Possiamo ridimensionarla cominciando a rimpatriare chiunque non abbia validissime ragioni per restare qui. Il che non vuol dire costruire muri, ma solo perché questi ultimi sono scavalcabili. Oppure possiamo continuare a tentare di integrarli e fallire. Non certo perché i moderati non esistano. Esistono eccome. E sono certamente contro il terrorismo. Oggi. Che il terrorismo è minoritario. Qualcuno di voi scommetterebbe la vita dei propri figli che lo saranno anche domani, qualora la Jihad prendesse piede?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,