di Claudio Bernieri
Milano 24 Marzo – Un manuale di resistenza anti-islamica? Perché, no, ce n’era bisogno: per non finire prima o poi massacrati da una bomba in metro Duomo, islamicamente corretti ma cadaveri. Buonisti, ma a fare fiaccolate nell’aldilà.
Mentre migliaia di ciabattanti stanno per occupare l’Expo, per campare a ufo, come dice il buonsenso meneghino, ecco un utile cordiale ,un cognac anti-islamico , un cicchettone di gin per l’anima, per non sbiancare. Il libro di Allam, attuale ma terribile ci fa ritrovare con angoscia la nostra quotidianità. Il sommario parla chiaro : 1- La Terza guerra mondiale 2. Homo islamicus 3. L’islam è fisiologicamente violento 4. Il suicidio dell’Occidente che odia se stesso 5. L’Occidente è la Mecca del terrorismo islamico 1 6. Moschea-mania, l’islamizzazione dell’Italia 7. Conquisteremo Roma! 8. Invasione di clandestini e islamizzazione demografica 9. La resa della Chiesa all’islam..
L’anima bella politicamente corretta, calibrata sul buonismo militante, marcia della pace più voto a Pisapia, lettura giornaliera del Corrierone diretto da un soviet islamico e messa domenicale col papa Piacione, avrà un turbamento esistenziale con choc finale, ammazza bon ton. Comprerà il libro? Pensiamo di sì .Già il titolo è allettante, non è un Dash-titolo lava coscienze, ma è un cazzotto al bla bla bla imperante: già , siamo in guerra, ollallà., non ce l’aveva detto Lina Sotis. Allam spiega allora quello che i giornali non vogliono dirci, che l’occidente è sotto attacco, e né i frati di Assisi nè lo stupidario pacifista ci potranno salvare dalla barbarie islamica. E non c’è nessun Orlando a difenderci. Dai birignao dei mullah dai minareti milanesi che Pisapia e Sala vorrebbero appiopparci La Marina Militare vergognosamente ci porta a Lampedusa terroristi in sonno che autostoppano in mare , insieme a furboni mendicanti a vita.E c’è solo questo allievo della Fallaci che senza sosta ci spiega cosa fare. Prima di tutto, disporre del libro. Meditarlo. Boicottare i giornali dell’euroarabia, da Repubblica al Corriere della Sura agli house organ delle carrette Fiat, e ringraziare papà Sallusti che ha inventato questa collana, la Biblioteca della Libertà.
Un primo sussulto, infine, aprendo il libro: “La più grande sconfitta della nostra civiltà laica e liberale, che ha assimilato l’eredità della filosofia greca, del diritto romano, della spiritualità ebraico-cristiana e del pensiero illuminista, è la perdita della certezza di chi siamo”.Già, chi siamo? Si sente ancora l’eco delle generazioni di filosofi alessandrini in queste parole di Allam.“Ci dicono che il tracollo demografico dell’Europa si risolve spalancando le frontiere all’invasione di clandestini, che la prospettiva di una società meticcia sul piano etnico e culturale è da abbracciare come una conquista per aderire al mondo della globalizzazione…Ci dicono che cristianesimo e islam sono pari, che Allah e il nostro Dio sono pari, che Gesù e Maometto sono pari, che ciò che è scritto nei Vangeli e ciò che è scritto nel Corano sono pari.” Sembra di assistere alla predica di un novello Martin Lutero, esterrefatto e indignato dalla irresponsabilità di papa Francesco, che con la setta dei gesuiti vorrebbe trasformare l’Italia in un enorme campo profughi per le sue utopie terzo mondiste, sacrificando gli italiani in un sabba etnico.
No,Magdi Allam luteranamente ci avverte: non siate islamicamente corretti.
Il pericolo è uno solo:” se perdessimo il controllo del territorio e cessassimo di essere padroni a casa nostra, se rinunciassimo all’uso della ragione per buonismo o viltà e ci sottomettessimo alla dittatura islamica, perderemmo definitivamente la nostra anima, i valori inalienabili alla vita, dignità e libertà che sostanziano l’essenza della nostra civiltà, e questo sarebbe un processo irreversibile”.
Magdi Allam, questo saggista scrittore che i mass media della dittatura buonista di Renzi ignorano, che non vedremo mai a Uno Mattina o su Rainew24 né nei cattotelegiornali di lingua araba biforcuta,né a Sanremo gira l’Italia tenendo conferenze in oratori, case della cultura, associazioni, chiese, biblioteche, cooperative e questo libro è un vivo Libro bianco per resistente, resistere, resistere all’invasione. Se don Milani fosse vivo, lo porterebbe di peso tra i suoi ragazzi di Barbiana. Ma è morto, come don Giussani, e si rivolta nella tomba per gli inetti uomini di chiesa che non battono ciglio al genocidio dei cristiani . Ieri in Oriente, oggi, da Bruxelles in poi, anche in Occidente. Non resta che documentarci : aprire gli occhi con questo libro, cercando di capire in quale trincea siamo inconsapevolmente ammassati. Se don Milani fosse ancora vivo, ci direbbe: Maometto non è più una virtù.