Terremoto nel governo Renzi: la ministra Guidi si dimette, dopo l’inchiesta della Magistratura a Potenza

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Milano 1 Aprile – Un vero terremoto nel Governo Renzi e nel PD.  Dopo una giornata convulsa, la Ministra Guidi si dimette. Riferisce l’Ansa: “La ministra Federica Guidi si è dimessa dopo la bufera sull’intercettazione agli atti dell’inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.  “Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”: scrive la Guidi nella lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi con la quale si dimette dal governo.

La ministra, secondo quanto emerso dall’intercettazione, in una telefonata con il compagno afferma: “E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato, se è d’accordo anche ‘Mariaelena’, quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte”: parole che la Guidi pronunciò a proposito dell’emendamento che il governo stava per inserire nella Legge di Stabilità relativo ai lavori per il centro oli della Total in contrada ‘Tempa rossa’, a Corleto Perticara (Potenza), nei quali Gemelli stesso aveva interesse essendo alla guida di due società del settore petrolifero. L’intercettazione è agli atti dell’inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.

Guidi, che non è indagata nell’inchiesta, alla domanda del compagno – per il quale il gip di Potenza ha rifiutato l’arresto – “se la cosa riguardasse pure i propri amici della Total”, clienti di Tecnimont, “quindi anche i miei amici”, replicò – dopo aver fatto riferimento al benestare della ministra Maria Elena Boschi – secondo quanto annotato nell’ordinanza del giudice: “Certo, capito?. Certo, Te l’ho detto per quello”.

Subito dopo il colloquio con la Guidi, Gemelli telefonò al dirigente di una società petrolifera e lo informò dell’emendamento “che avrebbe sbloccato Tempa rossa: La chiamo per darle una buona notizia”, disse al suo interlocutore.

Il gip del Tribunale di Potenza, Michela Tiziana Petrocelli, ha rigettato la richiesta di arresto di Gianluca Gemelli – compagno di Federica Guidi. Gemelli, alla guida di due società che lavorano nel settore petrolifero, è indagato per concorso in corruzione e per millantato credito. La prima accusa si riferisce all’affitto di alcune case a Corleto Perticara (Potenza), dove si sta realizzando il centro oli della Total, per i dipendenti delle società di Gemelli che avrebbero lavorato nella zona. La seconda accusa è relativa alla promessa di “vantaggi patrimoniali” che Gemelli si sarebbe fatto promettere per garantire, grazie al suo rapporto col Ministro, lavori nella costruzione del centro oli.

Dopo due anni di indagini di Carabinieri e Polizia – coordinati dai pm di Potenza, Francesco Basentini e Laura Triassi, e dalla pm della Dna, Elisabetta Pugliese – sei persone sono finite ai domiciliari: l’ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino (Pd), e cinque dipedenti dell’Eni: Vincenzo Lisandrelli, Roberta Angelini, Nicola Allegro, Luca Bagatti e Antonio Cirelli (tutti sospesi dalla compagnia).

I Carabinieri hanno eseguito anche un’ordinanza di divieto di dimora nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti cautelari – emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia – sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta.

   Due decreti di sequestro sono stati eseguiti dai Carabinieri stamani nel centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni, con possibili conseguenze sulla produzione di petrolio in Val d’Agri, dove si trovano giacimenti di idrocarburi di interesse nazionale. Lo si è appreso da fonti investigative e sindacali. Interpellata, Eni non commenta e spiega che i legali del gruppo stanno analizzando la situazione: quando il quadro sarà completo verranno forniti commenti. Il gruppo sottolinea di stare collaborando con la magistratura.”

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