Milano 5 Aprile – Perché? Perché vorrei una casa d’accoglienza in piazza Scala, una Moschea in piazza Duomo e un campo Rom in San Babila? La risposta è molto semplice e si può sintetizzare in un’altra domanda: perché i centri d’accoglienza, le moschee più o meno abusive, i campi Rom stanno sempre in periferia?
Se la politica di Pisapia doveva essere quella della massima tolleranza, del buonismo a tutti i costi, perché non far godere agli “ospiti” la bellezza di Milano in tutto il suo splendore e nella maestosità delle sue piazze più rappresentative? Perché relegare i tanto amati Rom ed extracomunitari musulmani in periferia, quasi che dette periferie rappresentino ghetti di umanità di serie B? Se ad una ideologia si risponde in modo acritico e visionario, occorre andare fino in fondo, rischiare disagi e problemi, non temere di avere tra i piedi “ospiti” che della nostra civiltà se ne infischiano, delle nostre consuetudini se ne fregano ecc. ecc. Decentrare in periferia è occuparsi del problema a parole, ma è molto più facile dimenticare, far finta che il degrado conseguente non esista, tapparsi occhi e orecchi. D’altronde che cosa conosce Pisapia delle periferie? Qualcuno dovrebbe spigargli che non sono il deserto e l’abbandono di Sironi, ma pulsano di fatica, di povertà, di sofferenza. Se il Centro di Milano fosse occupato dagli immigrati che ciondolano davanti a Palazzo Marino, con le loro rivendicazioni sul cibo, con il loro malcelato disprezzo nei nostri confronti, forse si capirebbe quanto l’integrazione così come intesa da Pisapia sia difficile. E come sia improbabile il dialogo interreligioso, ma con una Moschea in piazza Duomo forse un po’ di controllo ci sarebbe. I Rom in San Babila potrebbero squadernare tutte le loro capacità imprenditoriali, considerata la vicina via Montenapoleone. Immaginare gli “ospiti” stanziati nelle zone più prestigiose di Milano è rendere visiva l’utopia impossibile e deleteria della sinistra che pone al primo posto principi ideologici senza verificare la fattibilità e il rispetto che doverosamente dovrebbe avere per i milanesi. Provate ad immaginare il bel Majorino o la vispa Balzani o l’altezzoso Sala o il lugubre Pisapia mentre passeggiano nel Centro di Milano e inciampano nei bivacchi, pestano cacche sparse qua e là e non riescono a fare due passi senza che un questuante rivendichi diritti ed elemosina. Vien da dire: provare per credere.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano