Oggi non è tempo di moschee

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Milano 7 Aprile – Renato Besana su L’Intraprendente esprime opinioni molto equilibrate sull’eterno dilemma: Moschee sì, Moschee no. Ne riportiamo le riflessioni. A Milano le moschee esistono già: “sono abusive, ospitate in magazzini e scantinati nei quali non si rispettano i benché minimi requisiti di sicurezza. Sarebbero da chiudere, ma si preferisce fingere di non vedere e non sapere, a scanso di diatribe infinite. Si tratta dunque, con le dovute cautele, di disciplinare e far emergere il sommerso.

Per questo, le comunità musulmane dovrebbero essere le prime a fornire garanzie, senza che ci sia bisogno di chiederle loro: in primo luogo la trasparenza e tracciabilità dei finanziamenti sui quali contano, così da evitare il pericolo che provengano da Stati contigui all’islam radicale, quali l’Arabia Saudita (ne sanno qualcosa in Belgio); in secondo luogo dovrebbero assicurare che i sermoni siano tenuti in italiano e che gli imam non siano predicatori d’odio. Dopodiché, chi vuole una nuova moschea dovrebbe individuare uno spazio di suo interesse e acquistarlo, affrontando poi, senza scorciatoia alcuna, le trafile cui è sottoposto chiunque intenda costruire o ristrutturare un edificio aperto al pubblico. Tali condizioni sussistono? Per il momento no. L’integrazione dev’essere necessaria premessa alla costruzione di luoghi di culto: è vano sperare che ne rappresenti la conseguenza.

Il Comune di Milano ha goffamente scelto la via del bando, mal pensato e peggio scritto, nell’illusione di eludere i problemi e acquistare benemerenze nell’elettorato di sinistra e in parte del mondo cattolico. L’ovvia conclusione è stata il fallimento. È d’altra parte quanto mai arduo che le amministrazioni locali riescano, da sole, a fronteggiare una questione di tale portata. Servirebbe unalegge nazionale, ma la politica non è in grado di formularla. In Parlamento si fronteggiano fautori del no e del sì, entrambi arroccati su pregiudizi ideologici. La discussione franerebbe in rissa e la maggioranza alla fine approverebbe un pasticcio legislativo capace di produrre soltanto nuovi guai. Urge una riflessione culturale seria e documentata, senza la quale si continuerà a parlare senza costrutto.

Milano Post

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