Bruxelles: ammissione di Mohamed Abrini ‘Sono io l’uomo col cappello’

Esteri

Milano 10 Aprile – Bruxelles: Abrini ammette, io l’uomo con il cappello. Lo affermano i media citando il Procuratore federale belga. Mohamed Abrini, il belga di origini marocchine implicato negli attacchi a Parigi e Bruxelles, in un interrogatorio ha confessato di essere ‘l’uomo col cappello’, il terzo attentatore all’aeroporto di Zaventem. Lo afferma la Procura belga. Inoltre Abrini, secondo i media, avrebbe spiegato che dopo l’arresto di Salah Abdeslam l’attentato del 22 marzo è stato compiuto a Bruxelles ma la cellula intendeva colpire nuovamente Parigi. “La procura federale ora è in grado di confermare che Mohamed Abrini è il terzo uomo presente in occasione degli attentati all’aeroporto internazionale di Bruxelles. E’ stato messo a confronto con i risultati di diverse evidenze ed ha riconosciuto la sua presenza al momento dei fatti”. Così il comunicato della procura sulla confessione del belga di origini marocchine arrestato ieri che inoltre ha precisato di “aver gettato la giacca in un cestino dei rifiuti ed aver venduto il cappello”.

Mohamed Abrini è stato formalmente accusato di associazione terroristica nell’ambito delle indagini sugli attentati di Parigi e posto in stato di arresto. Lo riferisce l’agenzia Belga citando fonti giudiziarie. La Procura, si precisa, non ha ancora chiarito se sia lui “l’uomo con il cappello”. Nel complesso, sono 4 le persone fermate ieri e accusate formalmente di terrorismo, altri due sospetti sono stati rilasciati.

Osama Krayem è il ‘secondo uomo’ visto dalle telecamere di sorveglianza in compagnia di Khalid El Bakraoui, il kamikaze autore dell’attentato alla stazione della metropolitana di Maelbeek. Lo ha confermato la procura federale belga. Assieme a Mohamed Abrini è uno dei quattro uomini accusati oggi di “partecipazione a gruppo terroristico” e “omicidio a scopo terroristico”. L’uomo ha cittadinanza svedese ma è di origine siriana e sui social media ha postato foto di se stesso con un kalashnikov e altre immagini dalla Siria.

Il super ricercato della strage di Parigi e complice di Salah Abdeslam, Mohamed Abrini, è stato arrestato. Complice di Salah Abdeslam per gli attenti di Parigi, sarebbe anche “l’uomo con il cappello”dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles. Finora non ci sono ancora conferme ufficiali.

Sembra, secondo quanto riferisce la tv Rtbf, che sia stato ugualmente lui ad acquistare nel centralissimo centro commerciale City2 di Bruxelles anche le valigie usate per gli attentati di Bruxelles. La sera del 13 novembre Abrini era con Abdeslam alla guida della Renault Clio poi usata per gli attacchi nella capitale francese.

Abrini, 31 anni, franco-marocchino, era rimasto l’ultimo del commando degli attentati del 13 novembre a Parigi a sfuggire alla polizia. Ed è anche l’uomo più misterioso, quello apparso ovunque – dalla Siria, a Parigi, a Bruxelles – e subito dopo svanito nel nulla.

Cinque persone sono state arrestate nel corso delle operazioni anti-terrorismo a Bruxelles. Due di questi sono Mohammed Abrini e Osama Krayem. Lo ha confermato la Procura federale. Le indagini proseguono per determinare se si tratti rispettivamente dell'”uomo col cappello” dell’attacco all’aeroporto e della quarta persona vista nella metro a Pétillon con Khalid El Bakraoui prima che si facesse esplodere a Maelbeek. Il dna di Abrini, che è stato formalmente identificato dopo l’arresto a square Albert 1 ad Anderlecht, è stato ritrovato, ha detto la Procura, non solo nell’appartamento di Schaerbeek da dove sono partiti i kamikaze per Zaventem, sia in quello dove sono state confezionate le cinture esplosive per Parigi, ma anche nell’appartamento di Forest dove c’era stato lo scontro a fuoco tre giorni prima della cattura di Salah Abdeslam e nella Clio nera usata per gli attentati di Parigi. Osama Krayem, ha confermato la Procura, è stata la persona ad acquistare i borsoni a City2 usati per gli attentati. Degli altri tre arrestati, uno è Hervé B.M., fermato in compagnia di Krayem. La Procura per il momento non può affermare con certezza il ruolo svolto da Abrini e Krayem e quindi le verifiche proseguono.

Successivamente una sesta persona sospettata di essere legata agli attentati di Bruxelles è stata fermata dalla polizia. Lo afferma la catena televisiva fiamminga VRT, secondo la quale si tratterebbe di Bilal El Makhoukhi, un abitante di Bruxelles già condannato nell’ambito del processo contro l’organizzazione fondamentalista ‘Sharia4Belgium’. Ieri sera la procura federale ha comunicato il fermo di cinque persone, tra cui Mohamed Abrini – ricercato per gli attentati di Parigi dopo essere stato visto assieme a Salah Abdeslam da una telecamera di sicurezza di un distributore di benzina, ma il cui Dna è stato trovato nei covi di Schaerbeek e Forest in cui furono preparati gli attacchi del 22 marzo – ed Osama Krayem, che comprò le valigie usate per gli attentati a Bruxelles.

L’annuncio della tv fiamminga

Fra gli interrogativi che pesano su questo complice e amico fidato di Salah Abdeslam, c’è quello della sua partecipazione diretta agli attentati di Parigi a novembre un mese nel quale Abrini si sarebbe dovuto sposare. A Molenbeek, dove vive da ragazzino, è per tutti “Brioche”, il garzone della boulangerie adesso fallita. Altri lo ricordano ladruncolo e scippatore che ha fatto il salto di qualità dopo un colpo da 200.000 euro. Nel mandato d’arresto, dopo i furti, i danneggiamenti, la detenzione di stupefacenti, figura ora l’accusa di complicità in preparazione degli attentati del 13 novembre. E c’è la segnalazione di un viaggio in Siria nel giugno scorso, durante il quale non si sa bene cosa abbia fatto, forse un percorso sulle tracce del fratello Souleymane, morto da jihadista. Le segnalazioni assomigliano a un rompicapo, un puzzle finora irrisolto: il 10 novembre viene localizzato insieme con Brahim, fratello di Salah, che tre giorni dopo si farà esplodere al bistrot Voltaire, nella Clio che dopo gli attentati sarà ritrovata nel 18/o arrondissement di Parigi, dove era in programma un’azione mai portata a termine. Il 10, i due erano in missione per reperire due covi, uno a Bobigny dove avrebbe dovuto alloggiare il commando dei kamikaze dello Stade de France. Ma, arrivati sul posto, i due non hanno né documenti né carta di credito, e rinunciano. Abrini ci riprova il giorno dopo, arrivando da Bruxelles stavolta al fianco di Salah, direzione Alfortville, banlieue di Parigi dove affittano gli “studio” dove andranno ad alloggiare gli uomini del Bataclan. Sul percorso, vengono immortalati dalla telecamera di una stazione di servizio. Il giorno dopo, vigilia degli attentati, è in una delle tre auto del convoglio che porta i terroristi a Parigi. La famiglia, però, ha testimoniato che il 13, giorno delle stragi, Mohamed Abrini si trovava a Bruxelles, dove aveva appuntamento per firmare il contratto dell’appartamento dove sarebbe dovuto andare ad abitare con la futura moglie. Un matrimonio che non c’è mai stato, e un sospetto che – da allora – ha fatto perdere le tracce. (Ansa)

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