Milano 15 Aprile – D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda (Calvino) La domanda è semplice, quasi scontata, almeno per me. Quale l’identità di Milano, oggi? Dove e quando cercarla? Dove assaporare e gustare quella milanesità che è dialetto, convivialità, ironia, abbraccio? E ordine, decoro, mistero, sobrietà, bellezza? Colori e sentimenti che profumavano il viaggio della vita, che ispiravano il lavoro e l’impegno quotidiano, che umanizzavano i gesti e le parole. La migrazione dal sud ha dato vivacità e sorriso, ha integrato, se possibile, con mille sfumature la propensione all’austerità di una città con le braccia aperte. Con il rispetto che si deve a chi ti accoglie, a chi ti offre il pane. Mescolarsi per essere diversi, stringersi la mano per avere un unico obiettivo, arricchirsi a vicenda, nel nome della collaborazione. Per salvaguardare quell’identità che va rispettata e amata. E le periferie hanno storicamente dimostrato la maturità del cuore, per una integrazione che diventava condivisione e speranza comune. Non c’è integrazione se imposta, se non è voluta da tutti gli attori interessati, se è ispirata da un’ideologia astratta. C’è, al contrario, il rifiuto di far parte di una comunità organizzata, c’è la volontà di arrangiarsi, di fare i furbi, di prevaricare. Milano ha perso, proprio nel momento di una tolleranza buonista portata agli estremi, la sua capacità di governare, di difendere i più deboli, di essere anche capitale di buon senso. L’identità di oggi è l’anarchia, l’esplosione dell’illegalità, la fotografia di un degrado diffuso, lo specchio di un abbandono senza precedenti. Un mostruoso puzzle di tasselli irrisolti, sporchi di incapacità operativa, di strategie a lungo termine, di utopie sulla carta. Dove cercare l’identità di Milano? Nella mente contorta di Pisapia e di chi professa la continuità del suo fare.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano