Parisi batte nettamente Sala nella reputazione on line. Per ora….

Milano

Milano 23 Aprile – Sui social network Parisi batte Sala. Con una progressione schiacciante, degna di nota. Repubblica.it ne dà notizia in modo notarile, intervistando l’amministratore delegato di Reputation Manager, Andrea Barchiesi che avverte “Ormai i social rappresentano per i politici uno strumento che consente di dialogare continuamente con i propri elettori.  Sono uno strumento che va usato con cautela e cognizione di causa perché scardina la logica dei comizi e la comunicazione unidirezionale che li ha sempre caratterizzati.  Ma hanno cambiato il modo in cui si arriva alle elezioni: Il dialogo reso possibile dai social ha sostituito il monologo cui ci avevano abituato le campagne elettorali degli anni scorsi e le varie tribune politiche” Comunque dallo studio “Osservatorio sulle elezioni amministrative 2016”, emerge che Parisi ha un indice reputazionale positivo di 10 punti, su una scala di 100, mentre Sala ha un indice negativo, addirittura di – 23,6. L’indagine è stata realizzata nel periodo dal 6 al 18 aprile scandagliando la presenza dei candidati sindaco di Roma e Milano sui social network e i commenti relativi alle loro interazione online. Non c’è solo la reputazione nei metri di valutazione di Reputation Manager, c’è anche il web sentiment, cioè il pensiero degli utenti in relazione a quanto espresso dai candidati. E anche in questo caso Parisi batte Sala, con un sentiment positivo che va oltre il 53%, mentre quello negativo è fermo al 24,7%. Di tutt’altro tipo i dati registrati sull’ex commissario unico di Expo per il quale il sentiment positivo è solo al 18,6%, mentre è oltre il 60% la reazione negativa degli utenti. Come ha spiegato Barchiesi, “l’indice reputazionale, che coinvolge anche l’analisi del sentiment, rivela in modo preciso il posizionamento dei candidati nella percezione degli utenti.

La percezione, quindi, degli utenti social è decisamente favorevole per Parisi che dimostra maggiore abilità e sincerità. E siamo in quell’ambito del saper fare dove l’ideologia politica puzza di falsità.

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