Ecco come cambieranno le pensioni

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Milano 29 Aprile – Anche il Parlamento interviene, approvando la risoluzione al Documento di Economia e Finanza che posticipa al 2019 il pareggio di bilancio, sul tema della flessibilità in uscita per chi deve andare in pensione. Un argomento sul quale anche il governo ha presentato informalmente la sua proposta attraverso le parole del sottosegretario della presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini che ha ribadito in un’intervista al Messaggero l’opportunità di immaginare un mix di interventi per l’uscita modulato secondo le situazioni di chi la chiede, ma che abbia come filo conduttore la minimizzazione dei costi a carico delle casse dello Stato.

LA RICHIESTA DEL PARLAMENTO

I parlamentari nella risoluzione di approvazione del Def hanno chiesto al governo di studiare un intervento sulle pensioni, sostenibile per i conti pubblici, ma anche per chi dovesse decidere di ritirarsi in anticipo dal lavoro, attraverso un meccanismo di penalizzazioni che non sia troppo oneroso. I due documenti, identici e approvati sia dalla Camera sia dal Senato ad ampia maggioranza hanno espresso anche diversi «suggerimenti» e chiesto esplicitamente che la questione della flessibilità in uscita venga affrontata quest’anno invitando il governo «ad adottare ogni iniziativa utile a promuovere, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, interventi in materia previdenziale volti a introdurre elementi di flessibilità per la pensione, anche con la previsione di ragionevoli penalizzazioni».

LE PROPOSTE DEL GOVERNO

Anche se non c’è ancora una posizione precisa del Governo sul dossier pensioni, le ipotesi avanzate ieri da Nannicini possono rappresentare delle linee guida su come l’esecutivo intenda affrontare il tema. Il sottosegretario ha, infatti, parlato di un modello con tre platee: lavoratori occupati, disoccupati e in esubero per ciascuna delle quali andrebbero individuate soluzioni ad hoc. La prima fascia individuata è quella delle persone che hanno una preferenza ad andare in pensione prima, ad esempio la nonna dipendente pubblica che vuole accudire i nipotini. La seconda è quella di chi ha necessità di andare in pensione anticipatamente, in quanto ha perso il lavoro e non ha ancora i requisiti d’uscita. La terza categoria sono i lavoratori che l’azienda vuole mandare in pensione prima per ristrutturare l’organico aziendale. Secondo Nannicini «si potrebbe provare a creare un mercato di anticipi pensionistici, che oggi non c’è, coinvolgendo governo, Inps, banche, assicurazioni». «In questo schema – ha proseguito – la prima categoria può andare in pensione ma con una penalizzazione leggermente più forte. Alla seconda categoria la penalizzazione gliela paga in buona parte lo Stato. Per la terza sono le aziende a coprire i costi dell’anticipo. In sintesi non sarebbe lo Stato a versare l’anticipo, ma si limiterebbe a coprire una parte dei costi con un’assicurazione a garanzia del rischio morte». Un’ipotesi alla quale vanno aggiunte le richieste della risoluzione della maggioranza che ha indicato tra le possibilità anche quella di interventi «selettivi» per alcune categorie specifiche, come «nei casi di disoccupazione involontaria e di lavori usuranti».

LE REAZIONI

Se Enrico Zanetti (Scelta Civica) viceministro dell’Economia ha promosso l’ipotesi di prestito pensionistico, questa è stata invece cassata dal leader della Fiom, Maurizio Landini per il quale l’idea è un’autentica “follia” e un’ennesima presa in giro. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto insieme di finire con la politica dello «scaricabarile» e di iniziare ad affrontare in concreto il problema. Sul tema è intervenuto anche il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, secondo il quale il 2016 deve essere l’anno della flessibilità. Che però non va intesa come destrutturazione dell’attuale sistema legato alle legge Fornero. «Non vogliamo gettare a mare il sistema del governo Monti: la legge Fornero. Non vogliamo assolutamente allarmare l’Europa. Abbiamo un sistema solido ma si tratta di fare alcune correzioni» ha detto Damiano, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, in merito alla questione delle pensioni. «Questa mattina – ha aggiunto Damiano – in un’intervista il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Nannicini ha parlato di flessibilità. E questa è una vittoria per la Commissione lavoro della Camera perché è da tre anni che ci battiamo. Per noi è un grande avanzamento. Chiediamo di sederci intorno ad un tavolo per affrontare l’argomento».

Filipppo Caleri (Il Tempo)

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