Milano 29 Aprile – Finalmente il capolinea. Così anche Gianni (ndf), può andare in bagno. Sono le 22.45 circa di ieri sera e la piazza, in zona Bisceglie, è completamente deserta.
Gianni parcheggia l’autobus, chiude le porte e si dirige verso la fermata della metropolitana più vicina. In giro non c’è un’anima. Tranne un tizio, che si aggira con fare insospettabile.
Di circa trent’anni, vestito normale, sembra non dare l’idea di essere un tipo di cui preoccuparsi, quindi Gianni prosegue per la sua strada passandogli vicino.
Ma ecco che il soggetto non gradisce. “Non guardarmi” gli urla, ma Gianni non lo stava guardando, anzi era piuttosto assorto nei suoi pensieri. La sua mente era a casa, da sua moglie e dai suoi figli. Tenta di proseguire ignorandolo, ma niente, lo strambo lo insegue e lo colpisce prima al petto, diretto sul costato, e quasi subito dopo in pieno volto.
Gianni è sicuramente confuso e dolorante ma la rabbia lo fa reagire, si difende. Lo allontana con la mano e con gli occhi cerca una via di fuga. Ma ancora non contento, il “Cabobo” di turno, lo prende per la gola e comincia a strozzarlo.
Gianni è arrabbiato e terrorizzato nello stesso tempo e con un colpo secco riesce a liberarsi dalla presa e fuggire verso l’autobus.
Entra e richiude dietro di sé le porte. Tiene d’occhio il suo aggressore e tempestivamente avvisa la Sala Operativa che nel giro di 5/7 minuti arriva insieme alla polizia con a seguito un’ambulanza.
Il balordo non si era allontanato, con tutta tranquillità cercava gli occhiali che aveva perso durante l’aggressione. Viene identificato mentre Gianni viene portato in Pronto Soccorso in codice verde.
La sua prognosi sarà di almeno 10 giorni e dall’ospedale esce con un occhio tumefatto e diverse ecchimosi e graffi sul collo. Arriva a casa che sono già le tre di notte con la moglie che lo attende in ansia per quello che è accaduto.
Invece Gianni ringrazia il cielo che non sia successo di peggio.
Ancora una volta la sicurezza dei lavoratori messa come optional. Maran aveva promesso telecamere un po’ sparse per la città, ma lì non si sa se ci sono e, qualora ci fossero, sembra che non servano affatto come deterrente.
Gianni avrebbe dovuto finire il suo servizio intorno alle 2, ma il suo lavoro è stato interrotto prima.
“Questa volta è stato interrotto il servizio. Cosa aspettano, che si interrompa una vita?” Questo l’amaro commento dalla pagina Facebook di ATM SIAMO NOI.
Gabriella Baio
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