Un ritorno al passato: Forza Italia riparte con Berlusconi e Parisi da Milano

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Milano 9 Maggio – Berlusconi e Parisi apparentemente così diversi, ma così uguali nelle intenzioni, nella visione della politica del fare, nella determinazione, nel pragmatismo, nel buon senso. Insieme ieri, al Manzoni, per la presentazione dei candidati di Forza Italia in Comune e nei Municipi. Un ritorno agli ideali del 94, mai dimenticati, letti da Berlusconi all’apertura della manifestazione, per ricordare un manifesto di libertà sempre attuale, sempre da perseguire. Quasi un passaggio del testimone ad un esponente della società civile che si presta alla politica per il bene comune, per il bene di Milano. “Il manifesto liberale è il fondamento della nostra cultura”, esordisce Parisi. “Dobbiamo dare un buon governo a Milano” e sembra la risposta costruttiva e obiettiva al roboante “Asfaltiamo tutti al primo turno” di Sala. Perché la differenza sta nello sguardo ai problemi dell’uno e dell’altro. Non c’è una guerra da vincere, ma esiste la necessità di rimettere in piedi una Milano allo sbando con un buon governo. Non c’è l’obbligo di denigrare continuamente il centrodestra come fa Sala per dare incisività alle proprie promesse, ma c’è il dovere di dire come e quando verranno risolti i problemi, con coerenza e senso del reale.

E diventa convinzione comune che sì, si può ripartire da Milano, perché Parisi è persona del fare, perché la gente ha voglia di concretezza, perché il lavoro dei tanti “soldati” nelle zone è stato capillare, perché molti sono stanchi di parole, perché i valori tradizionali rappresentano la nostra cultura, perché i milanesi desiderano essere ancora protagonisti nella loro città. E le voci dei candidati raccontano le piccole o grandi esperienze di ingiustizia sociale, di abbandono e degrado: un coro che grida il malgoverno dell’attuale Giunta. Un’amministrazione contraddittoria anche con se stessa, per una visione ideologica da imporre con tutte le forze, incurante delle sensibilità dei cittadini “Occorre ripristinare l’insegnamento dell’educazione civica”, dice Parisi. Perché anche gli immigrati conoscano e rispettino le nostre leggi, le nostre tradizioni. Perché non ci sono diritti se non nella legalità. “Controllo del territorio anche con l’uso delle tecnologie, rivalutando il lavoro del vigile di quartiere e richiamando l’esercito…Sviluppo del lavoro, liberando le attività commerciali..Mobilità fluida…Strategie per ovviare l’inquinamento, dando incentivi ai privati per rinnovare impianti di riscaldamento…Ripensare un welfare ambrosiano per le necessità dei milanesi”

Il progetto Milano entusiasma i presenti perché risponde puntualmente alle domande che i cittadini delle periferie e dei comitati hanno tante volte evidenziato, senza avere un minimo di attenzione dalla Giunta Pisapia. Milano merita un buon governo, dopo tanto abbandono

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