Il Futuro dei Ghisa, parte seconda. Le multe.

Milano

Milano 9 Maggio – Riprendiamo la nostra chiacchierata con  Fabrizio Caiazza, agente motociclista e coordinatore della Polizia Locale per la UIL FPL Milano e Lombardia, e stavolta entriamo nei problemi più scottanti. Le multe. Da sempre terreno di scontro, ci sono due scuole di pensiero, una dice che lo Stato usa il codice della strada per fare cassa, l’altra che sono essenziali per salvare vite umane e regolare la civile convivenza.

Partiamo dall’inizio, il Comune che rapporto ha con le multe?

 949542 INCIDENTE TRA DUE AUTO IN VIA FORZE ARMATE ANGOLO VIA ALESSIO OLIVIERIIniziamo col dire che l”automobilista medio, in Italia, non brilla certo per disciplina. Anzi. L’indisciplina mette effettivamente a rischio la vita e la libertà di movimento della gente. In Italia sono più di 3000 i morti l’anno a causa di incidenti stradali, un costo sociale enorme per chi subisce queste perdite, nell’indifferenza generale che quasi non fa più notizia. Detto questo, se un qualsiasi assessore si permette di inviare mail e fa pressioni per aumentare il numero delle sanzioni, diventa legittimo pensare da parte di chi trasgredisce le regole che della sicurezza stradale non gliene importa niente a nessuno e l’unico scopo è far cassa. Gravissimo atteggiamento che inficia la natura educativa e general preventiva delle sanzioni. Purtroppo questo malcostume è molto diffuso tra gli amministratori locali.

Però è difficile non notare che il Comune faccia cassa sulle contravvenzioni…

Certamente, anzi è proprio quello il problema. Fintanto che i proventi derivanti dalle sanzioni andranno a bilancio ci sarà sempre la fortissima, oserei dire irresistibile, tentazione degli amministratori di spingere sull’acceleratore. Detto questo sia chiaro che le sanzioni si elevano solo in presenza di infrazioni di leggi. E Voglio inoltre aggiungere che, nel sistema Italiano, l’automobilista è iper garantito. Un esempio? Esiste l’obbligo di segnalare gli autovelox. Questo per la presunta funzione deterrente del cartello. In realtà funziona esattamente al contrario. Ovvero nei tratti senza cartello la gente corre. Però se togliessimo dal bilancio i soldi delle sanzioni potremmo evitare di consegnare a chi sbaglia, l’alibi e provare a far capire che le regole sono fatte per difendere una civile convivenza e non per arricchire le casse dei comuni.

Quindi pensa che gli autovelox sono stati messi dal Comune solo per fare soldi in maniera facile e veloce?

Dico solo che durante la Giunta Pisapia sono raddoppiati gli introiti: dai 93 milioni di euro incassati nel 2011 siamo passati ad oltre 190 milioni nel 2015. Credere però che gli autovelox siano scatole magiche che producono sanzioni da sole, è il primo grande errore che ha commesso questa Giunta e che commettono molti altri Sindaci e assessori. Non è così. Ogni singola infrazione rilevata dagli autovelox in città va controllata. E di certo non si può affidare questa delicata operazione ad un funzionario qualsiasi o peggio, esternalizzando questi servizi a qualche cooperativa. Ci vuole un operatore di polizia che deve gestire, elaborare dati sensibili e redigere il relativo verbale. Ma questo vuol dire meno agenti sul territorio. POLIZIOTTI O AMMINISTRATIVI #Quindi meno sicurezza. È vero, sono raddoppiati gli incassi, ma è giusto che i cittadini conoscano una delle reali motivazioni perché c’è meno  personale in divisa per strada oltre alle mancate assunzioni, ma quindi torniamo così al discorso dell’altra volta: che compiti devono avere gli operatori di Polizia Locale nelle nostre città? Devono solo sanzionare o devono anche controllare il territorio e contrastare la microcriminalità sempre più aggressiva? Devono controllare solo i divieti di sosta o evitare che bande di giovani criminali truffino i nostri anziani o cercano di scipparci i portafogli mentre prendiamo la metro?    La risposta a queste domande la deve dare la politica. E speriamo siano quelle giuste.

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