La Milano che cambia: il piano Unipol da 300 milioni con grattacieli, hotel e case di lusso

Cronaca

Milano 10 Maggio – Milano cambia e si rinnova. Elisabetta Andreis sul Corriere ci restituisce progetti e tempi di realizzazione: “Tre torri, un «Rasoio», un hotel e un palazzo di pregio in pieno centro. UnipolSai accelera sulla valorizzazione degli asset immobiliari milanesi e finalmente parte col suo primo progetto a Porta Nuova. Riempirà il «bucone», enorme scavo dietro piazza Gae Aulenti rimasto più di tre anni abbandonato e senza cantiere. Lì, entro il 2018, grazie ad un investimento da oltre cento milioni, sorgerà un maestoso grattacielo di 22 piani con pianta ellittica e facciata rivestita da «X» in acciaio, vetro e legno: sarà il nuovo quartier generale del gruppo assicurativo, pronto ad ospitare 2.500 dipendenti. Da poco l’iter autorizzativo (e finanziario) si è sbloccato: i disegni dell’architetto Mario Cucinella, approdati a settembre in Comune, hanno ricevuto settimana scorsa il via libera della Commissione paesaggio. Ora, secondo fonti finanziarie, manca poco alla presentazione finale. Con una curiosità. Lo stesso architetto, Cucinella, specializzato in edifici ecologici e green, sta progettando proprio lì davanti, ad un passo dall’Unicredit Pavilion, anche la nuova sede della Coima di Manfredi Catella. E tra i futuri dirimpettai non corre buon sangue: in mezzo alle due costruzioni, oltre ad una nuova piazza «di socializzazione» già in programma, ad oggi c’è anche un contenzioso legale.

I gioielli di Ligresti

Nell’operazione di recupero dei gioielli più preziosi dell’ex patrimonio Ligresti occupa un posto d’onore la Torre Galfa, in zona Melchiorre Gioia. Qui il cantiere è partito adesso: dovrebbe procedere spedito e finire entro metà 2018, con cento milioni d’investimento. Il progetto dell’architetto Maurice Kanah vede nei primi tredici piani un hotel della catena Melià; sopra residenze e in cima un ristorante panoramico. Sulla scacchiera dell’immobiliare anche la Torre Velasca. Restyling interno avviato, entro il 2016 partirà anche il ripristino della facciata, che dovrebbe concludersi in tre anni per una spesa tra i 20 e i 30 milioni. Gli architetti Alberico Barbiano di Belgiojoso e Piero Lissoni hanno pensato per il piano terra spazi culturali, sopra uffici. Nella parte «larga» della Torre saranno allestiti appartamenti di lusso destinati agli affitti brevi e in cima la spettacolare terrazza. Dalla Velasca, se si svolta in via Pantano, proprio di fronte ad Assolombarda, si trova un altro edificio storico appena rivestito di impalcature. È Ca’ Litta, abitato in origine dai nobili Settala. Nel giro di un anno, con 15 milioni di spesa, ospiterà case di lusso verso via Pantano e uffici verso corso di Porta Romana. Con incredibili vetrate per gli attici che guarderanno, tra l’altro, la rinascimentale Ca’ Granda, sede dell’università Statale.

Ecomostro e alberghi

Se per la zona Ripamonti, a sud, Unipol si interroga ancora sul destino dei (trascuratissimi) palazzi di via Amidani, sul quartiere Isola c’è invece movimento. Il «Rasoio», cosiddetto ecomostro tra via Confalonieri e via De Castillia, dovrebbe finalmente sparire per fare posto ad altri uffici UnipolSai. Il gruppo, che in questo caso mette in conto investimenti tra i 30 e i 40 milioni, ha presentato il progetto in Comune: prevede di eliminare i parcheggi al primo e secondo piano per utilizzare tutto lo scheletro, 60 metri d’altezza. Con un sospiro di sollievo per i residenti: l’ingombrante struttura, eredità del gruppo Ligresti, è ferma dal 2013 e non è mai stata completata. A Porta Garibaldi, infine, fermento sul fronte alberghiero: perso l’Atahotel Executive di via don Luigi Sturzo, ex sede del calciomercato (il proprietario, l’Enpam, non ha rinnovato il contratto d’affitto), Unipol rilancia sul The Big (in via de Cristoforis) di sua proprietà. Un restyling da 20 milioni è previsto nei prossimi mesi. Obiettivo, creare l’hotel di riferimento per Porta Nuova. Ma se, come pare, al posto dell’Executive arriverà un’altra catena alberghiera, sarà aperta (e ravvicinata) concorrenza.”

Milano Post

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