Milano 12 Maggio – Si direbbe che il chiodo fisso prima di Pisapia e oggi di Sala, sia l’integrazione interculturale e interreligiosa in città. Con uno sguardo sempre al di là dei milanesi, sempre al di là della coerenza e del buon senso. Il fatto è noto: A Telelombardia nel confronto programmato da tempo con Parisi e gli altri candidati Rizzo e Mardegan, Sala non si è presentato perché doveva essere presente ad un incontro – precisa Il Giornale – con le comunità religiose a cui hanno partecipato illustri esponenti di cristiani, ebrei e musulmani e che sarebbe stata un’ottima occasione per discutere di integrazione e moschee.” Una giustificazione che si chiama in modo gergale “fifa”. Fifa per non essere all’altezza di chi può vantare esperienze nel pubblico superiori alle sue, fifa per non saper controbattere puntualmente alle tante troppe disfunzioni dell’attuale Giunta, fifa per eventuali domande scomode sulla mancanza di trasparenza della sua denuncia dei redditi, fifa perché il contraddittorio non è pane per i suoi denti. Sala deve poter pontificare, parlare dei grandi sistemi, aggrapparsi alle parole che enunciano principi ideologici di portata stratosferica. Non c’è che dire…integralismo interculturale e interreligioso riempie la bocca di internalizzazione, roba da Sala, insomma. Al confronto parlare di quelle cose minime che riguardano la sicurezza o le periferie o la povertà o la viabilità diventa stucchevole e fuori luogo per lui che sa solo pensare in grande e che farà di Milano “la prima città a celebrare le unioni gay”
E per fortuna che aveva in modo provocatorio proposto il dibattito confronto con Parisi. E per fortuna che a parole cambierà Milano rivoltandola come un calzino. E per fortuna che vincerà al primo turno.
Milano non merita un sindaco coniglio e fifone che preferisce parlare di Moschee anziché delle esigenze dei milanesi.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano