L’atto di accusa di un cittadino sulla sicurezza

Attualità

Milano 21 Maggio – Ermanno Germani è un cittadino. Esattamente come Kennedy era un uomo. Ne ha tutte le caratteristiche, ma la grandezza del suo spirito lo separa dalla massa. E per questo lui sente su di sé il dovere di proteggere. Proteggere la comunità. Proteggerla dal suo interno, proteggerla da tutto quello che i vertici della sicurezza, tipo il Viminale, dovrebbero tenere fuori. E proprio da qui cominciamo.

Esattamente, quando le cose hanno iniziato ad andare a rotoli?

Quando abbiamo deciso che l’uso migliore delle nostre forze armate fosse farci invadere, piuttosto che proteggerci. Mare Nostrum, di cui Triton è il figlio illegittimo, è stato uno dei punti più bassi della storia militare del nostro paese. Triton è riuscito a fare peggio. Noi salviamo esseri umani in acque internazionali. Anzi, no. Gli Inglesi salvano esseri umani in acque internazionali, spesso vicinissimi alla Libia. Ed invece di portarseli con sé, li scaricano da noi. Roba da matti. Come fai a spiegare a questa gente che siamo un paese serio?

E dov’è il punto di arrivo?

Sono due, il primo mi sta più a cuore. Se vogliamo che la gente sia protetta dobbiamo proteggere i guardiani. Le nostre Forze di Polizia, costantemente sotto organico operativo e con una carenza di mezzi ormai endemica, stanno facendo sforzi sovrumani. Ma il vertice non li tutela. Quando c’è un processo ad uno dei nostri ragazzi, l’avvocato lo deve mettere lo Stato, come nelle nazioni civili. Inoltre la scelta stessa del Ministro dovrebbe partire dai corpi d’arma. Non si può considerare il ministero forse più delicato per i cittadini come un obiettivo di carriera. E non ci si può mettere a capo un qualsiasi incompetente perché vi faccia la gavetta politica. Anche perché, altrimenti, i risultati li vediamo tutti: stuoli di consulenti per dire cose sbagliate. Quando chi sta sul campo ne avrebbe di cose intelligenti da dire.

E la seconda?

Il pianeta giustizia. Dove tutti gli sforzi delle nostre Forze dell’Ordine si perdono. Posso metterci mesi per scoprire un negozio che rivende i prodotti rubati. Ci vorranno pochi minuti perché il ricettatore sia per strada. Per poter avviare un processo per spaccio bisogna passare per il gabinetto scientifico, ma spesso è oberato, ci possono volere mesi per una risposta. In quei mesi abbiamo uno spacciatore in strada. Questo non è tollerabile. Ci aggiunga che le sentenze di Corte Costituzionale stanno demolendo anche quel poco che funzionava…

Per esempio

Articolo 708 codice penale, possesso ingiustificato di valori. Serviva come appiglio per colpire lo spacciatore con duemila euro in contanti in tasca. Gli Ermellini hanno ben pensato di eliminarlo. Ma non ovunque. La legge Rognoni La Torre conserva lo stesso reato per i casi di mafia. Se lo stesso spacciatore di prima è affiliato ad un clan posso fermarlo perché non sa spiegare la sua improvvisa ricchezza. Altrimenti può andarsene libero. Questa cosa non ha alcun senso, oltre a paralizzare il sistema.

In sintesi, cosa serve alle Forze dell’Ordine per poter garantire la nostra sicurezza?

Più mezzi, più operativi, meno vincoli e meno barriere. Uno Ministero che si schieri al loro fianco. Uno Stato che ritorni a proteggere i cittadini. E sopratutto, e prima di tutto, una Nazione che torni a quella certezza che l’ha resa grande. La meglio gioventù, oggi come ieri, veste la divisa.

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