Milano 27 Maggio – In principio fu “Il magico potere del riordino – il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita” in libreria. Il breve manualetto, come promesso dal titolo, è un compendio di consigli pratici e precettistica orientale intorno a un’attività quotidiana apparentemente trascurabile come il riordinare. L’idea di base è che ci sia una correlazione tra il gesto pratico di fare pulizia in casa e quello simbolico di fare pulizia nella mente: una sorta di rituale purificante che, oltre a far in modo di rendere l’ambiente circostante un luogo lindo e armonioso, intende portare gli stessi effetti nell’interiorità di chi legge. Evidentemente ci è riuscito, visto il successone di pubblico.
Da lì, c’è stata (e c’è tuttora) un’invasione di manuali di saggezza giapponese/orientale in generale -senza troppa filosofia, ovviamente, ma con una filosofia di vita ben chiara. C’è un tipo preciso di Giappone che questa mole gigantesca di libri, manuali, articoli, servizi in merito che adesso spopola tra noi descrive e mitizza. Che è infatti proprio quello dell’apripista, “Il magico potere del riordino”: un Paese in pace e il suo stile di vita modello, che fa del senso di organizzazione pratica lo specchio della propria chiarezza interiore.
Dei manuali abbiamo detto: sono tutti improntati alla ricerca della calma, dell’ordine spirituale. Parlano di liberarsi dall’accumulo e individuare l’essenziale in “L’infinitamente poco: la filosofia giapponese che ci libera dalla sindrome dell’accumulo”, “L’arte di buttare, come liberarsi delle cose senza sensi di colpa”. Dell’organizzazione perfetta ne “L’arte delle liste” che promette di “semplificare, organizzare e conoscere meglio se stessi”. Della mente libera nei “manuali di pulizie di un monaco” e nelle “lezioni di un maestro giapponese per un pensiero limpido e potente”. Ma non è finita qui. Ci sono anche manuali di bellezza ispirati alle toelette delle donne nipponiche e ai loro candidi visi di bambola senza rughe, segni di stress, strati di trucco. C’è una miriade di articoli, ogni giorno, che annuncia il “metodo giapponese” del momento. L’ultimo ad esempio è sulla gestione del sonno, con il calcolo di bilanciamento perfetto tra pisolini e dormite notturne dei manager del Sol Levante. Scrivete “metodo giapponese” su Google, e rimarrete stupiti dalla quantità e varietà di risultati.
Il Giappone per noi è terra esotica, fascinosa, tanto seducente proprio perché tanto lontana, anche culturalmente. Non è certo una moda di adesso. Da tempo sono conosciute e seguite le filosofie orientali, basti pensare a quella Zen. Ma anche tante altre discipline, o ancora l’arredamento, l’abbigliamento, film e libri, o -massimo metro di successo contemporaneo – il cibo giapponese. A causare quest’esplosione, lo scoppio della mania, è per forza qualcosa legato a questo particolare momento. Siamo noi che in tempo di rimessa in discussione e avanzamento incessante chiediamo a gran voce calma, ritmi lenti, rituali. Ordine, chiarezza. Silenzio, raccoglimento, ascolto di noi stessi. Abbiamo bisogno di questo adesso più che mai, e andiamo a cercarlo nel Paese mitizzato della spiritualità -ma non caotico, magmatico come l’India- e dell’equilibrio interiore.
Francesca del Boca
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