Videoreportage di Claudio Bernieri
Milano 31 Maggio – Un bosco incantato, da inserire nel Gran tour milanese. Goethe ne sarebbe stato entusiasta. Un itinerario romantico ancora da scoprire, da poco uscito dalle nebbie di un fatiscente parcheggio, dopo cinquantanni di incuria e secoli di abbandono.
Ora la torre dei Gorani è rinata, grazie a Finaval, finanziaria legata alla Fondazione Feltrinelli, proprietaria dell’area: tutto intorno, un giardinetto sfizioso confinante con i ruderi coperti d’edera e popolati da felini, ovvero le terme di via Brisa. Infine una piazza bianchissima e l’abbraccio di nuovissimi palazzi post moderni (molto minimalisti) da cui escono ogni mattina bennati condomini ( tra i quali Gabriele Salvatores e Rosellina Archinto).
Un giardino per ora segreto dove si avventurano, ancora incredule di questo dolce stilnovo fiabesco cresciuto nel centro di Milano, coppiette innamorate e studentessine della vicina Cattolica..
Ecco ad esempio una giovanissima attrice, Linda Pigoni, che passando per corso Magenta, e gironzolando vicino alla sua scuola di recitazione, ha notato la magica torre restaurata. Un miraggio.
Il libro che aveva in mano, le “20 lezioni d’amore “ del filosofo Armando Massarenti, ( ed.Utet) aveva bisogno di un luogo d’eccellenza per essere consultato. E Linda si siede in questo incanto a meditare. Le pagine?
Dialoghi sull’amore tratti dai passi più inusuali di Catullo, Marziale, Abelardo e Eloisa, Spinoza: ma Linda si interessa soprattutto a quel sant’Agostino che proprio qui dove sorge la torre dei Gorani patì le sue ultime pene d’amore per le dame di corte. Lui, retore (il cantautori di oggi…) nel palazzo imperiale di Massimiano, di dame poteva averne a bizzeffe. Poi, si sa, quel Vasco Rossi dell’antichità amò solo Dio. Piazza, torre e condominio Gorani poggiano infatti sulle misteriose rovine del palazzo degli imperatori di allora (siamo intorno al 350 DC) quando Milano era capitale non solo della moda ma anche della politica e delle armi, e guidava l’impero romano d’occidente. Palazzo frequentato non solo da Agostino ma anche da Ambrogio. Stanze perdute di cui restano preziosi mosaici visitabili nelle cantine dei bianchissimi palazzi minimalisti disegnati dallo studio di architettura Cecchi & Lima.
Mosaici accessibili all’occhio umano, anche non condominiale, attraverso oblò illuminati nella piazza dove s’erge, illuminata anch’essa, la maestosa Torre, buen ritiro dei fortunati condomini, ma si spera, visitabile in futuro con il Fai.
“Non facevo che sedurre e lasciarmi sedurre” scriveva Agostino, ci ricorda Massarenti. “Forse iniziò le sue Confessioni proprio qui, a Palazzo” ci racconta Linda: intorno, nel giardino incantato che cresce sui ruderi, fioccano baci coltissimi tra dolci studentessine della Cattolica e baldi giovin signori dei licei privati della zona. Mano nella mano una coppietta con optional di West Highland White Terrier (il giovanotto con garofano all’occhiello, da dandy metropolitano ) si allontana, paga del bello ritrovato.
Perché giardino, panchine, torre e piazza sono “a gratis”, offerti gentilmente dalla Fondazione Feltrinelli (e grazie al lavoro trentennale dello studio Cecchi & Lima) al godimento pubblico di turisti e milanesi : nessuna recinzione, nessun cancello, nessun badge, lampade ovunque a illuminare mosaici e reperti medioevali. Un cortile trasformato in piazza pubblica. Un grande cadeau architettonico, per risarcire gli occhi dal trash della Darsena.
“Speriamo non ci vengano i bonghisti” scherza una condomina. Per ora, il luogo è ancora segreto: l’inaugurazione a fine giugno.
Una proposta per risarcire il bello offertoci dalla Fondazione Feltrinelli : omaggiamo il sito. Proponiamo un nome: “piazza Pasternak”.