Milano 3 Giugno – No, non letteralmente. Ma andare a volantinare in stazione, chiedendo, anzi supplicando, chi parte di tornare in tempo per le elezioni è una cosa delirante. Era esattamente questo lo spirito di Amici miei, di Monicelli, quando i quattro protagonisti del primo episodio pigliavano a ceffoni i passeggeri che partivano da Firenze. La burla per la burla. La goliardia come risoluzioni dei gravi problemi sentimentali del Melandri. Ecco, cose del genere. Qui, invece, siamo proprio al delirio. Ricapitoliamo. Renzi decide di essere furbo. Per dimostrarlo a tutti piazza le elezioni amministrative nel week end lungo del 2 Giugno. Tanto, i proletari restano a casa e votano PD. Poi succedono alcune cose. La prima delle quali è rendersi conto che i proletari col cavolo che votano Sala. La seconda è rendersi conto che le sciure che Sala lo voterebbero non hanno alcuna voglia di prendersi i temporali di questa primavera monsonica, ma sono assai più propense a viaggiare. La terza è capire che nelle periferie non hanno un voto e che il centro si sta svuotando pericolosamente in fretta. Quindi sorge spontanea la domanda Marxiana per eccellenza: che fare? Qui si innesta la seconda domanda, decisamente più Nazional-Popolare: Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Così a qualcuno deve essere venuta l’idea di fermare i villeggianti e ricordare loro le virtù civiche. Come, per esempio, dare un’ora di tempo alla patria. Tornare prima, votare e riprendere la normalità. No, signori, io una campagna del genere non credo di averla mai vista. Al di là di tutto, compreso il bene ed il male, prima sabotano le elezioni, poi, come Willy il Coyote, si accorgono si essere seduti sopra la roccia che stanno facendo esplodere e corrono a buffi ripari. Tranquilli, chi parte non intende tornare a votare. E chi intende votare, per davvero, non parte. Non faccio accademia. Vi riferisco casi reali. Voli spostati. Case prenotate in seguito. Ferie spostate. Tutto perché la causa di Parisi e della liberazione di Milano dalla Sinistra vengono considerate prioritarie. Non vedo, non sento e non percepisco lo stesso fuoco sacro nella sinistra. Ed oggi, mi pare evidente, non lo percepiscono nemmeno quelli del PD. Altrimenti non volantinerebbero in Centrale. Volantinare in centrale, fidatevi di uno che un decennio di militanza l’ha fatta, è un’idea idiota. Moltissimi non sono di Milano. Quindi del tutto disinteressati. Il luogo è enorme. E sottrae energie.
In sostanza, vai a volantinare nelle stazioni solo se davvero non hai nulla di più convincente da fare. O se sei disperato. Se sei convinto che la vittoria ti stia scivolando tra le dita. Renzi non è affatto convinto di Sala. Lo vede appesantito dal PD. Io mi spingerei oltre. Sala paga le colpe dei padri, ovvero di Pisapia senza avere l’ideologia a coprirgli gli occhi ed a renderlo credibile quando promette di salvare Milano col Sociale. Non ci crede nemmeno lui. Il problema è che i radical chic non credono in lui in generale, nella sua unicità in particolare. Ed in questo crollo della fede generalizzato gli elettori del PD partono ed i militanti li inseguono prendendoli a volantini in faccia. Che fine tragica per il partito che fu di Berlinguer.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,