Le mire politiche ed editoriali dei Fratelli Musulmani in Italia. I rapporti con la sinistra, gli investimenti della Qatar Foundation

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di Claudio Bernieri

Milano 9 Giugno – La spintarella , ma in sordina,  alla corsa del compagno Beppe Sala a sindaco dei musulmani per il ballottaggio  si è aperta  venerdì scorso alla Camera del Lavoro.. Il compagno Beppe non c’era ad accogliere il telepredicatore fondamentalista Tariq Ramadan, ambasciatore dei Fratelli Musulmani in Europa… Ma l’appello a un voto di scambio era chiarissimo. Voti contro l’assenso a una grande moschea integralista. renzi-qatar

Contemporaneamente, l’avvenente Sheikha Mozah bint Nasser al-Missned, seconda delle tre mogli di Hamad bin Khalifa al-Thani, emiro del Qatar fino al 2013, e madre dell’attuale emiro, Tamim bin Hamad al-Thani, incontrava  il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Petrodollari in arrivo.

Sheikha Mozah, che ricopre svariate cariche nel proprio Paese e a livello internazionale, è la “donna di potere” dell’emirato, la banchiera che finanzia il braccio culturale del Qatar, la Qatar Foundation, il cui scopo è la promozione dell’islam politico, vicino alla Fratellanza musulmana in Europa. Tariq e la bella Sheika, i due sponsor segreti di Sala per la penetrazione dell’integralismo musulmano a Milano, hanno compiuto due tournée mirate in Italia alla vigilia del voto milanese.

Tariq-Ramadan-tuerie-de-BruxellesIl tour di Tariq  seguiva  infatti l’inaugurazione di  diversi centri islamici a Brescia, a Piacenza, a Mirandola (provincia di Reggio Emilia) e a Saronno, dove l’imam sarà Najib al Barid, formato all’università yemenita fondamentalista Al Iman. A Saronno, già inaugurata una moschea che comprenderà anche una madrasa, un centro per il proselitismo, sale per attività culturali, commerciali e sportive. Il progetto finale?   Quello di costruire 33 moschee in Italia. 33 centri di indottrinamento fontamentalista. 500 mila euro a Mirandola, 900 mila a Vicenza, 500 mila a Saronno: in tutto  25 milioni di euro grazie al generoso contributo del Qatar.

Vediamo chi sponsorizza dietro le quinte la Sumaya, la compagna col velo che vuole diventare assessore a Milano, con Sala sindaco e Majorino burattinaio.Sumaya

 

Camera del Lavoro, venerdì sera. La convention, camuffata da conferenza spirituale aveva tutta l’aria di una apertura di credito dei banchieri del Golfo al Pd, per finanziare islamizzazione della Lombardia e dell’Italia a colpi di moschee. Un voto di scambio,  insomma,  tra Sala   e il teorico Tariq Ramadan, pasha  integralista della setta , e uomo immagine  del QataUna militante del gruppo “ Donne in nero”, supporter di Hamas, ci illustrava lo scopo  di questa insolita convention.“ Dicono che Tariq sia  un terrorista: ma è solo perché ha una visione diversa sulla Palestina…La comunità ebraica di Milano è fascista, ha cercato di boicottare in tutti i modi l’arrivo di Tariq, ma non c’è riuscita… Non a caso Moni Ovadia si è allontanato dalla comunità ebraica, troppo di destra. E poi Tariq, sa, è un famoso, è un moderato…”.

Sconcerto in sala tra i  sindacalisti d’area cattolica. Girava  questa caustica battuta: “Il Pd vuole portare avanti Milano, ma per ora hanno portato avanti solo i fratelli musulmani”. La convention pullulava di falsi fotografi. Agenti segreti Cia, del  Mossad, dei servizi segreti inglesi, nonché marocchini, della Bosnia, del Montenegro e delle varie petroldinastie del Golfo, insomma un festival di 007, riprendevano i presenti. Invitato dall’ala ultrasinistra della camera del Lavoro (Donne in nero, cub, centri sociali, radicalette chic dei licei bene, punkabbestia) pasha Tariq parlava davanti a una internazionale di compagne col velo. “Rappresentazione e realtà” era il titolo enigmatico della conferenza. Una offerta di voto di scambio  in  stile Godot, per supportare meglio  gli investimenti immobiliari degli stati del Golfo, che finanziano i Fratelli Musulmani e varie frange integraliste in Europa e nel mondo.unnamed

Il conferenziere  dell’Islam Tariq  parlava in francese, per confondere e mistificare  il suo arrivo a Milano: la sua predicazione  non accennava mai  naturalmente a un appoggio elettorale diretto al  compagno  Beppe Sala  o alla compagna col velo Sumaya. Il dibattito veniva  dirottato ad arte  sulla  libertà di satira e sulle vignette di Hebdò: lo sponsor segreto di Sumaya, Tariq,  ovviamente criticava la possibilità di ironizzare sul compagno Maometto…Gli dava corda Hamza Piccardo, barbuto leader integralista italiano, che definiva  volgari e offensive le vignette. Insomma, come dire,  se la sono cercata, i giornalisti di Hebdo.

“Vogliamo creare un sindacato dei diritti dei musulmani”, ha spiegato infine  Piccardo. Diritti calpestati perché a Milano si vieterebbe la costruzione di moschee. A fare da testimonial a Tariq versione Pd , infine,  Peter Gomez, penna  manettara del Fatto quotidiano, che presentava il tour immobiliarista dei Fratelli Musulmani. Investimenti di tutto rispetto.. Gomez, l’insolito  testimonial degli integralisti  ha cercato però di smarcarsi …“C’è una fascia di gente che ha paura di voi, in Italia…siamo qui per parlare..”

E sugli attentati ai vignettisti: “ Hebdo vuole fare dei soldi con la satira, non compriamolo, certo che papa Francesco con la sua teoria del pugno da dare a chi offende la propria madre ha un po’ appoggiato chi è contro la satira agli islamici …io dico invece: non compriamo Hebdo. Inquietante la sua visione del futuro: “Nei prossimi anni assisteremo a una invasione senza precedenti…e non ci saranno solo i morti sulle spiagge…Dobbiamo trattare….” Intanto, idem sentire tra Tariq, Piccardo e il Vaticano: pugni da dare ai vignettisti, rei di criticare il compagno Maometto della CGIL-Paradiso.

Come giustificherà Sala questa inquietante convention? Tariq non sembra far parte della scuola del cardinal Martini, come pietosamente il compagno Beppe ha spiegato intervenendo sulla biografia della compagna col velo Sumaya….Martini, l’evocato, nella sua fredda bara non può smentirlo. E non pare abbia intenzione di risorgere per sbugiardare Sumaya  in consiglio comunale.

Il programma dei Fratelli Musulmani per Milano. Sheika e Tariq, con le loro moschee e magari con un quotidiano amico,  sono una  testata di ponte del progetto educativo del Qatar in Europa. Non a caso, Ramadan stesso ha dichiarato che la sua cattedra all’università di Oxford è stata sponsorizzata dall’emirato. È evidente che i predicatori che verranno nelle moschee  italiane  finanziate da Sheikha non saranno  né un modello di moderazione né un fautore del dialogo e della diplomazia, non solo con gli ebrei e Israele, ma anche con chiunque si opponga ai doveri – secondo loro – imposti da Alla. Il voto di scambio tra Majorino, Sala e i Fratelli Musulmani aprirebbe Milano alla predicazione di decine di ulema  estremisti. L’elezione di Sumaya aprirà la porte a tali pericolosi fautori della violenza?

Ma vediamo chi saranno i predicatori che verranno presto a Milano. Innanzitutto, cosa perseguono il Qatar e i Fratelli Musulmani ?

Integralismo: la visione di un islam totalizzante e militante dei seguaci dei FM è ben nota: “Noi, Fratelli Musulmani, riteniamo che i precetti e gli insegnamenti universali dell’islam comprendano tutto ciò che riguarda la vita dell’uomo in questo mondo e nell’altro e che sono nell’errore quanti pensano che tali insegnamenti trattino soltanto dell’aspetto cultuale o spirituale, a esclusione di altri. L’islam è in effetti credo e culto, nazione e cittadinanza, religione e stato, spiritualità e azione, Libro e spada

Martirio: la predicazione dei Fratelli Musulmani prevede con gioia la morte sul campo di battaglia “La morte è un’arte. Le persone che sono abili in essa sanno come morire di una morte nobile, come scegliere e morire in un campo di nobile al momento adatto. Vendono una goccia del loro sangue al prezzo più alto e ricevono una ricompensa che è superiore a quella che ci si aspetta”. Gli slogan di questa setta sono inquietanti e per nulla moderati : “Allah è il nostro obiettivo, il Messaggero è il nostro leader, il Corano è la nostra costituzione, il jihad è il nostro cammino, la morte sulla via di Allah è il nostro massimo desiderio” Fine ultimo dei  Fratelli Musulmani è però un vero e proprio IMPERIALISMO:” dobbiamo rivedere la bandiera di Allah volare alto sopra le terre che un tempo hanno goduto della presenza dell’Islam e su cui era risuonata la voce del muezzin con l’appello alla preghiera” poiché “Andalusia, Sicilia, i Balcani, l’Italia meridionale e le isole del Mediterraneo erano tutte colonie islamiche e devono tornare all’islam. Il Mediterraneo e il Mar Rosso devono ritornare due mari islamici come in passato”.

Aidh Al-QarniTerrorismo e predicatori  Nelle moschee finanziate dal Qatar, è  usuale vedere comparire predicatori itineranti. Presto vedremo arrivare a Milano il  saudita ‘Aidh Al-Qarni –molto stimato dalla Fratellanza italiana –  che nel 2004 dalle antenne di IqraTv, dopo la morte del leader di Hamas ‘Abd al-‘Aziz al-Rantissi, proclamò: «È stato ucciso dai fratelli delle scimmie e dei maiali, dagli uccisori dei Profeti. Egli ha compiuto il suo dovere, mentre noi musulmani non siamo serviti a nulla, non abbiamo arrecato alcun danno agli ebrei, la gente oggi protesta verbalmente in televisione oppure organizza manifestazioni. A che cosa serve tutto questo? Prego Allah che faccia cadere i nemici nelle loro stesse trappole, che distrugga gli ebrei e chi li aiuta tra i cristiani e i comunisti e che li trasformi nel bottino di guerra (ghanima) dei musulmani. Ben venga il jihad, il sacrificio e la resistenza contro gli occupanti in Iraq […] le gole devono essere tagliate, i crani infranti e questa è la via verso la vittoria».

Saleh al-Moghamsi
Saleh al-Moghamsi

Nel marzo 2015, il sermone durante la cerimonia inaugurale della moschea alla Cittadella della Salute, cerimonia alla quale la bella Sheikha era presente, fu tenuto dal predicatore saudita Saleh al-Moghamsi. Alla morte di Osama bin Laden, Moghamsi ha affermato che costui era morto con più onore agli occhi di Allah rispetto a ebrei, cristiani, zoroastriani, atei o musulmani apostati semplicemente perché è morto da musulmano. Lo vedremo presto in viale Padova. Ecco poi  il predicatore saudita Salman al-Awdah che ha affermato che «gli ebrei usano sangue umano per il pane azzimo di Pesach n7ella convinzione che li avvicini al loro falso dio».

Yusuf Qaradawi
Yusuf Qaradawi

Vedremo presto anche Yusuf Qaradawi, grande mentore della Fratellanza musulmana e predicatore seguito anche al di fuori del movimento fondato da Hasan al-Banna grazie alla tele-predicazione sugli schermi della qatariota Al Jazeera. Grande sostenitore degli attentati suicidi in Iraq all’epoca della presenza americana e in Israele, firmatario nel 2013 di un appello al jihad in Siria, Qaradawi è il fiore all’occhiello della predicazione promossa dall’emirato che è sede non solo di Al Jazeera, ma anche dell’International Union of Muslim Scholars cui afferiscono i predicatori summenzionati.

Manca un quotidiano per lanciare in Italia simili star. Intanto, una domanda  filtrava dalla Camera del Lavoro. Chissà cosa aveva spinto Peter Gomez a fare da testimonial a Tariq: si era mosso forse con  la speranza di una compartecipazione dei banchieri islamisti del Qatar al boccheggiante Fatto quotidiano? Si sente proprio la mancanza di  un quotidiano per i Fratelli Musulmani, a Milanistan.

Claudio Bernieri

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