Milano 14 Giugno – Non c’ero, ma quanto avrei voluto esserci… Pisapia al Sempione a distribuire i “santini” di propaganda per Sala deve essere stato uno spettacolo da non perdere. Una di quegli atti unici di commedia dell’arte da ricordare.. cerchiamo di immaginare: Pisapia, sorriso d’ordinanza, perché lì i compagni gli hanno imposto d’andare, gli occhi liquidi di malinconia per un potere che se ne va, i gesti cordiali ma non troppo per una consuetudine che non c’è (quando mai è stato il sindaco della gente comune?). Pisapia, dicevo, parla magnificando un futuro che, dopo aver ripercorso le cose non fatte, i fallimenti evidenti, Sala porterà avanti con gli stessi schemi, gli stessi personaggi, cercando di riempire le voragini di vuoto della sua amministrazione. Sempre in un ambito di visioni velleitarie, sempre con quella zavorra di ideologie preconcette. Pissapia fa quindi il garante di una continuità che sottende paura e incertezza. Perché Pisapia in campo deve dimostrare che il collante con la sinistra radicale può esserci ancora, deve confermare che il buonismo sarà la politica più osservata, deve convalidare la vicinanza con il mondo islamico. Nessun imbarazzo per un pregresso di insulti e di accuse: nel momento della verità, Pisapia si fa umile interprete dell’opportunismo più bieco, dell’incoerenza più evidente. E Sala, uno-nessuno-centomila, va in ogni dove, promette qualsiasi cosa e chi abbocca, ben venga: una politica spicciola che la sinistra ha imparato molto bene. Anche per il girotondo degli incarichi e delle poltrone: riconfermati Pierfrancesco Majorino, Pierfrancesco Maran, Marco Granelli e Cristina Tajani perché hanno avuto una barca di preferenze (???) e l’innesto di Emma Bonino per gli affari internazionali (Cappato dopo l’apparentamento doveva essere premiato); Gherardo Colombo (perché la sinistra deve affidarsi sempre ad un magistrato e chissà se legalizzerà l’illegale Leoncavallo); Linus, già alla corte di Sala nelle primarie ed esperto senza se e senza ma del mondo giovanile.
Bella squadra, non c’è che dire…con la benedizione di Pisapia
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano