I bambini malati di cancro disegnano i loro sogni, asta da 30mila euro

Milano Solidale

Milano 19 Giugno – C’è Elena, 12 anni, che da grande vuole studiare medicina, e che pensando a come sarà si vede con indosso un lungo camice bianco e le mani in alto a festeggiare la vittoria contro le malattie. Ivana, 8 anni, vorrebbe diventare stilista e creare i suoi abiti stando seduta in un giardino sotto un grande albero. R.P, 15 anni, invece si immagina in versione Babbo Natale, con la barba arcobaleno come la bandiera della pace e un grande sacco pieno di buoni propositi che dispensa in pacchetto regalo: sostenere la ricerca, cancellare la sofferenza, creare uguaglianza fra gli esseri umani, donare sorrisi ai piccoli, proteggere l’ambiente, promuovere solidarietà e istruzione.Foto

Per sognare, i bambini malati di cancro usano il futuro perché non smettono mai di pensare che ne avranno uno. E alla Fondazione Umberto Veronesi, che li ha invitati a pensare ‘Cosa farò da grande?’, rispondono con disegni colorati e pieni di speranza. Trentasei opere firmate da bimbi e adolescenti in cura per un tumore negli ospedali pediatrici italiani, protagoniste di un”asta silenziosa‘ organizzata dall’ente presieduto dal padre dell’Ieo di Milano il 9 giugno scorso, durante l’edizione 2016 delCharity Dinner che ogni anno chiama a raccolta volti noti dell’imprenditoria e dell’alta società per finanziare la lotta contro il cancro. Ognuno degli oltre 400 ospiti dell’evento ha potuto partecipare all’iniziativa, compilando un cartoncino distribuito a tutti i commensali e scegliendo un disegno da acquistare a fin di bene. Base d’asta 500 euro, ricavato totale più di 30 mila.

Complessivamente, la serata ha fruttato circa 100 mila euro. Benzina per il progetto ‘Gold for Kids’, lanciato nel 2014 dalla Fondazione Veronesi in collaborazione con l’Associazione italiana di ematologia e oncoematologia pediatrica (Aieop) e la sua Fondazione (Fieop), con l’obiettivo di garantire le cure migliori ai pazienti di oggi e promuovere la ricerca per arrivare a guarire quelli di domani. “Il nostro impegno si chiama futuro”, afferma Paolo Veronesi. Ma “cosa questi bimbi faranno da grandi dipende dal tipo di trattamento che ricevono e riceveranno”, avverte la presidente di Aieop Franca Fagioli.

Ogni anno in Italia si ammalano di tumore circa 1.600 bambini under 14 e mille adolescenti dai 15 ai 19 anni. “Oggi più di 8 su 10 guariscono – sottolinea Fagioli – ma il 20% non ce la fa e il nostro obiettivo 2017 sono proprio loro”. I piccoli artisti che hanno firmato le opere battute all’asta a Palazzo Parigi la loro battaglia la stanno ancora combattendo, in diversi ospedali della Penisola: dall’azienda sanitaria dell’Alto Adige a Bolzano al Regina Margherita di Torino, dall’Istituto nazionale tumori di Milano al Gaslini di Genova, dal Policlinico di Padova a quello di Parma, dal Santobono Pausilipon di Napoli al Fazzi di Lecce, fino al Di Cristina di Palermo. I pastelli donati da Fila in occasione dell’ultima Giornata dedicata al cancro infantile li hanno usati come arma per sfidare il cancro: “Il futuro che la malattia mi vuole rubare, io lo coloro”.

A 4 anni, per esempio, Mariapaola vuole diventare pasticcera anche se i dolci non li disegna perché “sono dentro la pasticceria che ha la porta chiusa. Non vedi?”, dice alla psicologa. Salvo ed Enrico hanno 8 anni, il primo assicura che farà il carabiniere e il secondo l’ingegnere. E ancora: Federico, 9 anni, vorrebbe fare il pescatore; Gabriele, 5, il taglialegna; Micol e Chiara, 10 anni, una la ballerina e l’altra l’estetista; Francesco, 11 anni, l’astronauta; L.D.Z., 7, il veterinario; Alfonso, 15, il ricercatore; Noemi, 14, la logopedista; Nicola, 12 anni, il pianista; Pietro, stessa età, il disegnatore di fumetti; Sofia e Sara, 8 anni, la maestra e la cantante; Maria Sofia, 16, l’infermiera; Maria Francesca, 13, la maestra d’asilo. Bruno, 12 anni, sogna di andar per mare, mentre il suo coetaneo Nicola si vede già portiere. “Bravo come Gigi Buffon”.

Lo strumento per aiutare tutti loro a lasciarsi alle spalle il male per realizzarsi come vogliono sono i protocolli di cura, “chemio e radioterapici o chirurgici”, precisa Fagioli. “Accedere a questi protocolli significa poter usufruire delle terapie migliori per ogni forma di tumore, e sottoporsi a trattamenti che seguono i più elevati standard internazionali ovunque si trovano. Cure uniformi e omogenee”, da Nord a Sud dello Stivale. Un altro impegno della Fondazione Umberto Veronesi è quello di definire percorsi e spazi terapeutici a misura di adolescente: “Oggi i teenager malati di cancro vivono in una zona grigia“, segnala Fagioli. “Sono malati come i bambini, ma troppo spesso vengono ricoverati insieme agli adulti”, conferma Paolo Veronesi. Anche per loro, il diritto di avere un futuro passa dal dovere di un’assistenza mirata, umana e di qualità. (Adnkronos)

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