Ecco dove andremo a finire piegandoci a “l’islamicamente corretto”

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Milano 21 Giugno – La Germania è l’esemplificazione perfetta delle insidie nascoste nella strategia ipocrita di chi vuole sottovalutare la violenza intrinseca dei dettami islamici. I seguaci di Maometto stanno trasformando in consuetudine le loro “usanze”, sotto i nostri nasi e nell’indifferenza di un Occidente pigro e vigliacco.

Spose bambine, matrimoni forzati, poligamia, stupri. Sono questi i banali problemi che è costretto ad affrontare il popolo tedesco, da quando nel 2015 è stato invaso da migliaia di migranti di religione musulmana. Oggi, però, vede le cose precipitare vertiginosamente.

Secondo lo Spiegel, un arabo adulto su tre, a Berlino, ha almeno due mogli, e poco male se la poligamia in Germania è illegale. Clandestinamente tutto è possibile. Una donna viene sposata legalmente, l’altra solo in moschea. E la medesima procedura è riservata alle minorenni, costrette a matrimoni non consenzienti in moschea, registrati legalmente solo al raggiungimento della maggiore età.

Il ministro della Giustizia, Maas, mercoledì scorso, ha proposto una campagna di sensibilizzazione per migliorare l’integrazione dei profughi in questo specifico ambito e alla Bild ha dichiarato: “Nessuno che arrivi da noi ha il diritto di mettere le sue radici culturali o le sue convinzioni religiose al di sopra della nostra legge. Per questa ragione, in Germania la poligamia non può essere riconosciuta. Non possiamo tollerare neanche i matrimoni forzati, soprattutto se riguardano minorenni.”

Allo stato dei fatti, però, inseguendo un chimerico quieto vivere, le autorità tedesche tollerano il fenomeno, glissando pazientemente sulle loro leggi. Infatti, alla morte dell’uomo l’eredità finisce per essere distribuita tra le due mogli, sebbene solo una la sia legalmente. In casi come questi è lecito parlare di connivenza complice?

Pare che in Baviera, recentemente, siano stati registrati cinquecentocinquanta casi di spose minorenni e ben centosessantuno di spose bambine (sotto i sedici anni) con i richiedenti asilo ospitati nei campi profughi. E se il diritto tedesco impone che una ragazza possa sposarsi a sedici anni solo in casi eccezionali, nella città di Bamberg (Baviera) è stato stabilito, da poco, che, il matrimonio tra un musulmano siriano ventunenne e una quindicenne, va considerato legale anche in Germania.

Basta un giudice, quindi, per far scricchiolare la giurisdizione. E viene facile chiedersi, allora, se ci siano motivazioni ideologiche nella reticenza con cui si trattano notizie di questo tipo.

Quanti sono stati i giornali, infatti, che hanno dedicato attenzione alla terribile notizia arrivata da Darmstadt (Francoforte) una quindicina di giorni fa? A distanza di pochi mesi dai fatti di Colonia la Germania è piombata ancora nell’incubo delle violenze sessuali di massa: diciotto donne hanno presentato denunce per molestie sessuali subite durante lo Schlossgrabenfest, festival di musica rock che si tiene ogni anno a Darmstadt, città dell’Assia a pochi chilometri da Francoforte. Secondo quanto aveva riportato lo Spiegel, nell’immediato, erano stati arrestati tre richiedenti asilo appena trentenni di origine pakistana. E come a Colonia, a quegli uomini, sono state imputate solo “intenzioni sessuali”.

Episodi raccapriccianti di questo tipo stanno diventando la norma e, prima di quel che possiamo immaginare, le nostre capitali saranno tante riproduzioni perfette diDoha. Giusto per fare un esempio.

Tre giorni fa, infatti, la corte di Doha ha condannato a un anno di reclusione, con pena sospesa, e a una multa del valore di oltre 700 euro, una ventenne olandese stuprata in Qatar. La donna, lì in vacanza nel mese di marzo, mentre si trovava ad una festa è stata drogata e si è ritrovata con segni evidenti di violenza. Nonostante avesse riconosciuto il suo stupratore, un siriano sposato, il 14 marzo scorso le autorità hanno arrestato lei. E l’accusa è stata molto semplice: atti sessuali illeciti e assunzione di alcolici in luoghi pubblici.

La legge islamica predomina. Anche quella dello stato di diritto alla occidentale. Cosa deve accadere ancora perché ci si ribelli all’atteggiamento neutrale rispetto alla civiltà islamica di cui è preda quest’Occidente?

I fatti dimostrano che le conversioni all’islam non contemplano l’esigenza di una ricerca spirituale o di un’identità religiosa, ma solo la visione politica che giustifica, e incita, la ribellione all’ordine occidentale. Ma soprattutto la repulsione verso il nichilismo in cui si decompone la nostra realtà sociale.

Siamo tutti apostati finché siamo fuori dalla coscienza religiosa musulmana. E gli stiamo dicendo: “Prego, fate come se foste a casa vostra; Ah, ma già vi sentite a casa?” Siamo l’Occidente che insegue diritti che non esistono, mentre a donne e bambini è negato quello di andare in giro liberamente e pacificamente.

Lorenzo Formicola (L’Occidentale)

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