Milano 23 Giugno – Debutto nell’illegalità per i Municipi? Il rischio è alto. Non a tutti è chiaro il pericolo, che include anche il carcere, in caso di errori nella formazione per la Giunta. Potremmo avere i primi indagati già entro l’anno, se le cose non saranno fatte nel rispetto della legge. Il problema è il doppio ruolo. Pare che alcuni Presidenti non abbiano compreso che gli Assessori si devono dimettere dalla carica di Consigliere. E questo porterebbe a svariati illeciti. Anche penali.
Finita la sbornia del ballottaggio, si passa alle cose pratiche. Prima delle cose pratiche, però, c’è sempre il delicato momento di decidere chi, tra i vincitori, le farà. Posto che i Municipi nascono per la prima volta, bisogna stare attenti a quello che succederà qui. I Municipi sono le ex zone, ma oggi, dalla lettura incrociata dello Statuto di Milano e del Testo Unico Enti Locali, possiamo senz’altro dire che si tratta di Comuni anche loro. Certo, dipendono ancora da Palazzo Marino, che ne ha deciso poteri e sistema di elezione, ma al loro interno hanno un’anatomia indistinguibile da un grande Comune. Quelli con più di 15.000 abitanti, per capirci. Volete due prove? L’articolo 95 co 2 dello Statuto, dice che, in tema di elezione, si applicano proprio quelle norme. Ed all’articolo 93 co 3 si dice che, anche se il numero dei consiglieri lo può scegliere il Consiglio del Municipio, questo va fatto imitando i Comuni di simile grandezza e popolazione. Ovvero superiore a 15 mila.
Mica pizza e fichi. Qui le cose si fanno spinose. Ci sono tre assessori da nominare, che formeranno la Giunta. La domanda è: quanti stipendi gli facciamo prendere? I dubbi si stanno infittendo ed è opportuno dire chiaramente che se si sbaglia, soprattutto se ne prendono uno di troppo, si rischiano sanzioni amministrative, contabili e persino penali. La domanda è: funzionano come quelli di palazzo Marino, quindi devono dimettersi da consiglieri, in quanto incompatibili, oppure possono restare? Chi sostiene questa seconda ipotesi cita l’articolo 100, sempre dello Statuto, che prevede che siano incompatibili le cariche di Assessore di Municipio e di Consigliere Comunale (quindi di Milano). Ma è un’interpretazione un po’ ballerina. Per non dire del tutto infondata. Anche sull’onda dell’antipolitica, Pisapia aveva chiaramente stabilito, all’articolo 93, che si seguono le norme per l’incompatibilità tra Assessore e Consigliere Comunale. Ed il Testo unico enti locali, all’articolo 64 co 1 stabilisce che le due cariche sono incompatibili. Direi che la cosa è chiara, anche se qualcuno cercherà sicuramente di portarsi a casa il doppio stipendio. Cosa fare in questi casi? Cosa si rischia? Si rischia il caos.
Poniamo il caso che Tizio, consigliere Municipale, sia nominato da Caio, il presidente, assessore nel suo Municipio. Ripresosi dai bagordi con cui ha festeggiato, ha dieci giorni, a norma di legge, per dimettersi da una delle due cariche. Se non lo fa, posto che sta occupando una carica (l’assessorato) incompatibile con quella che aveva già, le sue delibere saranno nulle. Le indennità, da assessore, che percepirà saranno illegittime. Questo creerà al Municipio un danno erariale, che sarà sanzionato dalla Corte dei Conti. Chi può mettere fine a questo stato di cose? Il tribunale competente è il Tar, Tribunale Amministrativo Regionale, Lombardo, a cui può fare ricorso qualunque cittadino del Municipio. Questo per consentire ai danneggiati dalla scelta di difendersi in qualche modo. Il Tar può dichiarare decaduto dalla carica di Assessore Tizio. Ma dal punto di vista penale? Se si ravvisasse nella condotta di Caio la volontà di nominare una persona che scientemente si rifiuti di dimettersi (magari per impedire di entrare in Consiglio ad un avversario) si può ravvisare il reato di Abuso d’ufficio, sempre che non vi sia una organizzazione, allora si passa al concorso di reato, fino alla vera e propria associazione a delinquere se questo comportamento si inserisce in una più vasta organizzazione. Magari pensata per gestire così tutti i Municipi. Ovviamente, sono solo ipotesi. Chi, in buona fede e sano di mente, correrebbe un tale rischio?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,