Milano 25 Giugno – Un libro contemporaneo, condiviso e partecipato, ma soprattutto nato dal basso. E’ “FAQ a domanda rispondo”, social biography firmata Fedez… ma non solo:”Non mi presento come scrittore e non ne ho mai avuto la velleità di esserlo, l’autore del libro non sono solo io ma io e tutti i miei fan, coautori, che hanno partecipato”, dice il rapper. Creato grazie al progetto eFanswer, il volumetto, edito da Mondadori, si compone infatti di domande, fatte dalla fanbase e di risposte date dall’artista…
Ho scelto questa idea perché la trovo interessante e innovativa, non seguiva nessun trend…”, ha raccontato Fedez ai giornalisti durante l’incontro di presentazione al Teatro Elfo Puccini di Milano, prima di concedersi ai fan per firmare copie. La piattaforma eFanswer, start up di appena un anno, coniuga l’esperienza editoriale con il mondo social e punta all’interazione tra gli utenti (che si devono registrare sulla piattaforma) e la celebrity. Un rapporto senza filtri quindi, interattivo e multimediale. In questo caso i fan di Fedez hanno inviato le loro domande al cantante, che attraverso un’applicazione sul suo cellulare le poteva leggere per poi rispondere. Diecimila in totale le domande giunte al rapper e poco più di 300 quelle selezionate e confluite nel libro con relative risposte.
Fedez esce allo scoperto e si racconta ai suoi fan, a tratti con un linguaggio più “colorato” e colloquiale, a tratti più serio e “impegnato”, senza altra finalità se non quella di rispondere alla curiosità dei suoi fan e concedere loro un pezzetto della sua vita privata. “Il mio obiettivo non era fare breccia fra i giornalisti, ma parlare direttamente con i fan e coinvolgerli il più possibile”, racconta il rapper, che all’inizio del libro si dilunga in una sorta di prologo in cui ricorda i primi passi della sua folgorante carriera, dall’hinterland milanese, il liceo artistico, la passione per i Blink 182, le prime crew e le produzioni fatte in cameretta fino ad emergere come popstar adorata dai teenager a dispetto di alcuni discografici poco lungimiranti e dell’ostracismo di parte della scena rap italiana. Ampio spazio Fedez lo dedica anche ad un altro importante argomento, quello sugli artisti preferiti. E allora ecco emergere i nomi di De Andrè, Guccini e soprattutto Giorgio Gaber, ma anche John Lennon ritenuto indiretto responsabile dello scandalo Watergate (“Almeno, a me piace pensare che sia andata così!”).
Poi è tutto un botta e risposta. Si va dalle domande più semplici sulle preferenze in fatto di donne, i gusti musicali, i difetti o le stranezze a quesiti più profondi sulla libertà d’espressione, sulla cosiddetta “Generazione Boh”, sul bullismo e sull’impegno sociale e politico. Fedez si descrive, si mette a nudo, parla del suo lavoro in Newtopia, la “sua piccola factory di amici che sparano idee” come la definisce lui, di una sceneggiatura nel cassetto, di Fabio Rovazzi, “un talento istrionico che non ha velleità” e del suo disco con J-Ax in uscita a gennaio: “Abbiamo finito ieri le ultime tracce, ora sono 15 e arriveremo a 30 a settembre: ci saranno tante collaborazioni nate in modo spontaneo, alcuni cantanti e canterò anche io” dice ironizzando: “Sono molto soddisfatto, mi sento appagato era tempo che non affrontavo un disco con tanta leggerezza”. (Tg.com)
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