Milano 29 Giugno – Ieri era in approvazione una importante legge Regionale che riguarda Aler. Aler è il più grande proprietario immobiliare d’Europa ed è in difficoltà, perché i conti, di norma, non tornano. Oltre ai suoi 28 mila e rotti appartamenti di proprietà ne gestisce anche altri, tipo a Milano. Questa situazione ha richiesto già un aggiustamento nel 2006, con la legge 27, che ha alzato i canoni di locazione, collegandoli all’Isee. Oggi è partita la fase due, che fa un passo avanti rivoluzionario, cambia l’oggetto del diritto: dalla casa all’abitare. O meglio, all’emergenza abitativa, intesa come momento transitorio di difficoltà, e non come assistenza a vita. Né, tanto meno, come regalo di casa fino a sette generazioni. Ovviamente ci sono delle criticità, per esempio qualcuno dovrebbe spiegare agli inquilini Erp che fine faranno i soldi che hanno investito nelle case, consegnate spesso al grezzo. Al netto di questo, la vera notizia è il circo andato in scena fuori. Sorvoleremo per amor di patria sui sindacati della casa, troppo spesso strabici, ciechi ai problemi di MM e vigilissimi su quelli Aler. Ma il picco, la vetta di comicità rossa ed involontaria li hanno raggiunti i centri sociali. Hanno portato davanti al Pirellone le macerie. Le macerie del loro sogno. Loro lo descrivono come “case per tutte e tutti”. Io ci aggiungerei, col portafoglio degli altri. E portafoglio, badate bene, è usato in luogo della parte anatomica che ci sta dietro.
Il Marxismo ha torto, ma era una cosa seria. Prevedeva la nazionalizzazione dei mezzi di produzione e la piena occupazione. Prevedeva la lotta di classe come premessa alla società senza classi. Aveva torto, ma c’era una logica di fondo. Quello che predicano i centri sociali è il Marxismo per studenti Erasmus che con le pagine del capitale tendono a far su le canne. Nella società Marxista la casa non si paga. Non perché sia un diritto. Il proletario non ha diritti. Ha esigenze cui lo Stato deve rispondere. Il diritto è una categoria filosofica borghese e liberale che prevede la libertà, uno Stato che imponga qualcosa a qualcuno e qualcuno che abbia un dovere corrispondente a cui è tenuto ad adempiere. Se non lo fa interviene la forza coercitiva. Il diritto ed il Marxismo vivono in luoghi diversi della storia, perché se l’operaio lavora in fabbrica e tu hai la casa gratis perchè non lavori, all’operaio un po’ girano. Questo si catalizza nello scontro di classe e nasce il socialismo occidentale, qualcosa di molto vicino alla social democrazia. Ovvero i diritti esistono, sono gratis finché eleggi le persone giuste e queste usano il potere coercitivo per estorcere denaro a chi produce. Il Marxismo nazionalizza la produzione, il socialismo si limita a fregarti i frutti della stessa, lasciandoti in capo il rischio di produrre. Scusate la lunga premessa, ma son cose importanti, perché vogliono il portafoglio vostro e pure quel che gli sta dietro. Il gioco di prestigio è questo: voi siete dei ladri. Quindi non avete il diritto di sfrattare nessuno. Pertanto nessuno pagherà più. Nessuno, ovviamente, si riferisce ai loro. Gli altri, cioè voi, dovete pagare di più.
Il difetto di questa astuta idea è che, come diceva Margarete Thatcher, prima o poi i soldi degli altri finiscono. Questo è, per l’appunto, il caso. E mo’ cari ragazzotti, sono un po’ macerie vostre. Il contribuente ha finito i soldi e la pazienza.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.