Europa rosso sangue

Approfondimenti Esteri

Milano 2 Luglio – Hellel Jaffa chi è costei? Scommetto che tanti di voi che state leggendo questo articolo, non avete mai sentito nominare questo nome, o forse lo avete sentito oppure letto da qualche parte ma ve ne siete già dimenticati. Non era un ricercatore e giornalista del Manifesto che faceva da collegamento tra i movimenti di sinistra e pro-islamici italioti e le frange dei Fratelli Musulmani in Egitto, non era una portatrice di pace con giubbotto che, anzichè il piumino d’oca, conteneva schegge e tritolo, non era un’omosessuale, non era una ragazzina scesa da un barcone di clandestini: quindi, effettivamente, perché mai i pennivendoli dell’Islamreich dovrebbero scrivere qualcosa a riguardo?

Ebbene, visto che al massimo le avranno concesso un trafiletto per tenere buona quella parte della Comunità Ebraica per un pugno di voti, ve lo spiego io.

Hallel Yaffa Ariel, 13 anni, una ragazzina come tante altre, come quelle che vediamo uscire dalle nostre scuole medie inferiori, un’anima innocente.

Mercoledì mattina, come ogni ragazzina al primo giorno di vacanza estiva, si è concessa qualche oretta di sonno in più; erano le 09:00 nel villaggio di Kyriat Arba in Israele, quando un adolescente arabo, un 17enne, animato dall’odio che gli è stato inculcato fin dalla più tenera età verso gli infedeli,  animato dalla spirito di pace di Allah (la pace in questo sistema giuridico-politico e religioso che è l’Islam la vede solo “qualcuno” in un sobborgo romano cinto da alte mura) scavalca la recinzione della casa di Hallel, entra nell’abitazione, trova la ragazzina 13enne dormiente nel suo letto e la colpisce nel sonno con numerose coltellate. Con quanta freddezza ha agito quell’assassino in nome di Allah! Con quanta freddezza ha agito questo assassino arabo per seguire una causa inventata! E sia chiaro che da oggi in avanti non scriverò più “popolo palestinese”, mai più “Palestina”; i primi sono arabi, la seconda è e sarà sempre una regione di Israele occupata da immigrati arabi.

Successivamente, il giovane terrorista islamico, nell’uscire dalla casa dove aveva poco prima compiuto l’omicidio di Hallel, si è scontrato con un agente della sicurezza contro il quale ha ingaggiato un conflitto a fuoco, ferendolo in modo grave, ma rimanendo ucciso a sua volta.

Muhammad Tarayreh, residente del villaggio di Bani Naim nella zona di Hebron, 17 anni. Forse di lui sentirete parlare di più, Abu Mazen gli dedicherà una giornata per ricordarlo come un eroe di una causa di pura fantasia senza alcun fondamento storico.

Muhammad Tarayreh, un nome sconosciuto, come sconosciuti sono tutti i terroristi islamici, un assassino, un esecutore.

Ma in questi casi non esiste solo un killer che esegue degli ordini, non è l’assassino materiale l’unico colpevole: esistono i complici e tutti coloro che hanno delle pesanti responsabilità morali.

Abu Mazen è il mandante di questo efferato omicidio ed i complici sono quei deputati del Parlamento Europeo che il 23 Giugno u.s. gli hanno tributato una standing ovation dopo aver tenuto un discorso ricco di menzogne e nessun europarlamentare ha avuto il coraggio di mettere questo dirigente del terrorismo di matrice islamica di fronte alle sue responsabilità  verso il popolo che dice di rappresentare e sulle sue colpe in merito all’interruzione dei colloqui di pace, anzi ha persino apostrofato Israele come “Stato fascista”e, visto che c’erano, gli europarlamentari potevano chiedergli anche del motivo di un così alto numero di condanne a morte, anche di gay, nei territori sotto la sua giurisdizione.

Due giorni fa è morta Hallel Yaffa, 13 anni. Il terrorista arabo 17enne aveva con se arma da fuoco e coltello. Chi ha armato la mano di un adolescente? Abu Mazen. E chi ha dato i soldi ad Abu Mazen per comprare le armi? Cari europei ed europeisti, quei soldi glieli ha dati l’Europa, provengono dalle vostre tasse, pertanto la morte di quella tredicenne ricade su tutta l’Unione Europea, ricade sui suoi dirigenti (Mogherini in primis), ricade sui “Remain” britannici, ricade prevalentemente su tutti coloro che difendono quest’Europa asservita ai suoi nuovi padroni islamici.

160630-hallel-ariel-aleged-killer-mbe-601p_ae0ffd94c660972804d3ea15eb6a562a.nbcnews-ux-600-480Giusto per la cronaca: dopo l’attentato, la casa del terrorista è stata immediatamente addobbata con bandiere di Fatah e dell’Olp, la pagina ufficiale  Facebook di Fatah, il movimento che fa capo ad Abu Mazen, ha immediatamente postato la foto del terrorista con questa didascalia: “Il martire Muhammad Tarayreh, che ha compiuto l’operazione di oggi in cui è stata uccisa una colona e ferito un colono”. Anche l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese (?) Wafa ha reso omaggio al terrorista definendolo “martire”. In base alla legge dell’Autorità Palestinese, a partire da oggi la famiglia dell’assassino inizierà a ricevere la retribuzione mensile che l’Autorità Palestinese versa alle famiglie di tutti i “martiri”.
La sorella del terrorista si è detta “orgogliosa” del gesto del fratello. “Mio fratello è un martire, sia lode ad Allah – ha dichiarato ai mass-media – Che Allah si vendichi sugli ebrei. Ad Allah piacendo, mio fratello sarà felice in cielo. A me basta che abbia il sostegno di Allah”.
“Mio figlio è morto da martire per difendere Gerusalemme e la moschea di al-Aqsa”. Lo ha detto a una tv locale di Hebron la madre del terrorista, definendo il figlio “un eroe” di cui va “fiera”ed ha aggiunto: “Sia lodato Allah, egli (il figlio) si è unito ai martiri che l’hanno preceduto. Ad Allah piacendo, tutti seguiranno questa strada, tutti i giovani di Palestina”.

 

Ecco chi sono gli eroi per quegli arabi che infestano come un cancro l’unica democrazia del Medio Oriente, ecco chi sono gli angeli di pace di Bergoglio.

Mentre una madre piangeva la morte della figlioletta di 13 anni, un’altra “madre”, quella dell’assassino,  gioiva e si diceva orgogliosa dell’atto compiuto da figlio.

E dall’Europa, che per l’ennesima volta si sporca di sangue innocente, nessuna condanna.

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