Il Premier spaccone e arrogante non ci salverà

Attualità

Milano 3 Luglio – Dopo una iniziale euforia, Piazza Affari si è rapidamente sgonfiata dopo l’annuncio del cosiddetto scudo bancario da 150 miliardi di euro concesso all’Italia, in deroga alle normative europee sugli aiuti di Stato. Ciò era stato ampiamente previsto in un tweet dell’economista Mario Seminerio, il quale ha correttamente avvertito che non si tratta di soldi veri, bensì unicamente di garanzie, per di più con scadenza a fine anno, fornite dal Governo italiano.

Ora, dato che chi investe i propri e gli altrui quattrini fesso non è, si è rapidamente compreso che uno Stato straccione come il nostro, pieno di debiti fino al collo, e gestito da un personaggio che continua a raschiare il fondo del barile del deficit pubblico, non è in grado di garantire un bel nulla. Per quel che ci riguarda, l’Europa avrebbe potuto persino raddoppiare la cifra in questione, ma in ogni caso si sarebbe trattato di numeri scritti sull’acqua, vista la disastrosa condizione finanziaria del sistema italiano nel suo complesso.

Detto questo, colpisce ancora una volta l’arroganza europea di Matteo Renzi, il quale non perde occasione per mostrare, politicamente parlando, i muscoli di pastafrolla con la signora Angela Merkel. Ben sapendo che la Commissione europea aveva già approvato la deroga per il citato scudo bancario – per la cronaca la decisione sarebbe avvenuta domenica scorsa – dopo tre giorni il Presidente del Consiglio ha pubblicamente rinfacciato alla Germania una analoga deroga concessa col benestare dell’Italia nel lontano 2003.

Ovviamente si tratta della classica spacconata ad uso tutto interno, tanto per dimostrare agli italiani, soprattutto quelli che subiscono le suggestioni antitedesche, che egli non scherza e che, bontà sua, sotto la sua illuminata guida anche l’Europa sarà costretta a cambiare verso. Anche se nel frattempo, mi permetto di aggiungere, le banche italiane nel loro complesso rischiano di collassare a causa di un sistema Paese in cui a crescere sono solo i debiti e le balle spaziali dell’imbonitore fiorentino.

Claudio Romiti (L’Opinione)

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