Sala, Expo 2016: un gigantesco campo profughi

Milano

Milano 8 Luglio – Quando il nostro ineffabile Sindaco disse che voleva portare gli stranieri ad Expo, per aiutare l’economia e rilanciare gli investimenti, anche pubblici, va detto che io avevo capito un’altra cosa. Mi ero convinto che volesse invogliare delle imprese, tipo quelle Inglesi, a venire di propria volontà a mettere le mani in questo Inferno fiscale. Resosi conto che i più educati prendevano tempo e tutti gli altri lo prendevano a uova in faccia, ha ripiegato su ben due Authorities, attualmente Londinesi, che impiegano, in due la bellezza di 300 dipendenti. Ma mi sbagliavo di grosso. In realtà intendeva, partendo col campo base, rendere la struttura un ciclopico centro profughi, da far gestire alle stesse Cooperative che così solertemente ha vigilato per il primo Expo, usando i soldi estorti agli italiani con le tasse. Così, alla fine, avrà un business incentrato sugli stranieri, finanziato dagli investimenti pubblici che renderà felici un sacco di persone. Tipo don Colmegna. Ecco, per raccontare questa vicenda io prenderei le sue parole, pubblicate in un Blog su Repubblica.it a suo nome.

La tormentata questione di utilizzare il campo base di Expo come luogo di accoglienza per i profughi in arrivo in Lombardia parrebbe arrivata a una conclusione. Finalmente verrebbe da dire. Qualsiasi persona di buona volontà sa che aprire le porte di quelle palazzine è una soluzione temporanea ma seria per dare un’accoglienza degna alle centinaia di persone che stanno arrivando nella nostra città. La proposta, civile e ragionevole, era già stata fatta a suo tempo dal prefetto Alessandro Marangoni ma erano i giorni della campagna elettorale per il nuovo sindaco di Milano e i veti della politica non ne hanno reso possibile (se non per pochissimi giorni) la praticabilità.”

Oh, finalmente. Che dico? FINALMENTE. Finalmente tutto quel ben di Dio che sbarca sulle nostre coste e che va vestito, nutrito e fatto economicamente fruttare verrà incanalato, raccolto, schedato e suddiviso tra chi ci lucra sopra. Prima aveva la brutta abitudine di disperdersi. profughiChi ha sfidato il deserto ed il mare, pare non prendere benissimo l’esigenza economica delle strutture tipo quella di Don Colmegna di integrarlo a tutti i costi. Anche contro la loro volontà. Tanto non importa a nessuno cosa vogliano queste persone. Come non importa a nessuno cosa vogliano abitanti ed amministratori locali. L’importante è che la loro maledetta visione del mondo venga applicata alla lettera, ed al Diavolo le conseguenze.

“Il problema è evidente: centinaia di profughi, in arrivo a Milano (città che è scelta come destinazione dal 20% di chi arriva in Italia ed è vista come uno snodo per tentare di passare in altri paesi europei) sono costretti a vagare in cerca di un posto letto. In molti casi si tratta di donne con bambini, di famiglie che hanno già dovuto affrontare disagi di ogni tipo dopo una traversata per mare che non è mai sicura.

Molti? Quindi le statistiche del ministero sul numero di donne e bambini mentono? O molti è un’unità di misura del tutto arbitraria scelta per commuovere ed impressionare il lettore? Quanti sono? Che impatto hanno sul totale? Non è dato saperlo a noi poveri plebei.

“Al contrario, destinare gli spazi del villaggio Expo all’accoglienza dei profughi sarebbe un segnale importante. Garantire loro un letto, una doccia, un posto che non sia una tenda sotto il sole cocente o un container dove nessuno si augurerebbe di trascorrere una notte, sarebbe un esempio di vera e umana solidarietà. Fare questa scelta manderebbe un messaggio chiaro: nonostante le difficoltà nazionali e internazionali, vogliamo accogliere nel migliore dei modi queste persone che ci chiedono aiuto e che troppo spesso, nei loro lunghi e drammatici viaggi, non vengono trattati come esseri umani. “.

Tradotto: manderemmo un segnale importante, tipo che chiunque sia abbastanza coraggioso da sfidare deserto e mare qui poi avrebbe svariati anni pagati per guardarsi attorno e decidere cosa fare della propria vita. Faremmo vedere ai poveri ed ai disperati che le porte sono aperte, che i guardiani sono diventati uscieri, che i cani da guardia del gregge sono dei chihuahua e che il Bengodi ha aperto i battenti. No, grazie Padre, io certi messaggi non li voglio mandare. Ma mi rendo conto che, non avendo interessi economici nel campo, la mia opinione valga molto meno della sua.

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