Milano 12 Luglio – Del discorso abbastanza generico e tendente al grigio di Sala e dell’allegato documento programmatico mi hanno colpito 2 cose. Primo: la parola Libertà è stata utilizzata solo una volta in 40 minuti e 6 pagine. Già questo è sintomatico della vecchia stoffa del nuovo PD.
Quello che però è peggio è che è stata citata la parola Libertà solo insieme al termine “di culto”. L’espressione Libertà di culto serviva per giustificare una delle priorità più avvertite dal centro sinistra: la moschea.
Diciamolo: la libertà di impresa, la libertà di commercio, la libertà di educazione, la libertà di associazione, la libertà di movimento sono i pilastri attorno alle quali è stata costruita la storia e la ricchezza di Milano. Queste libertà non hanno un posto nel lungo elenco di valori e di generici impegni del PD. La libertà di culto con annessa moschea su area demaniale si.
La seconda cosa che mi ha colpito è la rassegnazione a subire fenomeni migratori incontrollati per decenni. Sala ha detto ufficialmente che per decenni l’Italia dovrà subire lo sbarco di un migliaio di migranti economici al giorno. Certo, se il Governo continua a non fare nulla, ogni anno arriveranno in Italia 250/300 mila disperati. Una parte non marginale di questi finirà a Milano perché qui il Comune si è intestardito ad accogliere tutti. Ma è proprio necessario accogliere tutti e non fare ciò che fanno ad esempio Francia e Spagna?
Da buon politically correct di sinistra Sala ci ha spiegato che è responsabile il Comune che appronta sempre nuovi posti letto per i profughi. Chi contesta questo, chi se la prende con il Governo, secondo lui, è il solito demagogo e populista.
Ma possibile che uno come Sala, che si è fatto 5 mesi di campagna elettorale in città, non coglie l’esasperazione di tanti milanesi in difficoltà che vorrebbero essere aiutati prima dei migranti? Possibile che non veda il rischio di guerre fra poveri?
Possibile non capisca che dopo aver saturato il campo base Expo con 1000 migranti, fra un mese Renzi gli chiederà di approntare nuovi centri in qualche caserma?
E cosa c’è di responsabile in una politica rassegnata a darla vinta ai mercanti di vite umane che lucrano sui migranti? Cosa c’è di responsabile nel far sballare presto i conti del nostro welfare, con una immigrazione insostenibile?
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Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.