Le supercazzole di Beppe Sala sulle tasse

Milano

Milano 19 Luglio – In effetti sì, Sala è renziano a tutti gli effetti. E’ la versione milanese del premier, il quale con gli annunci ci sa fare. Nel disattenderli, però. In campagna elettorale, con tanto di pallottoliere accanto (l’ex vice di Pisapia ed assessore al Bilancio Francesca Balzani) Mr Expo aveva parlato di taglio delle tasse. Ieri, la doccia fredda è arrivata direttamente dal suo super tecnico che si occuperà dei conti di Palazzo Marino per i prossimi cinque anni: la soglia di esenzione dell’addizionale Irpef più volte annunciata verrà sì portata a termine, ma ci vorranno tre anni. Che, tradotto dal politichese, significa: “Vedremo quando ci saranno i soldi”. Mai, probabilmente, visto che i due fattori cui si affida l’assessore Roberto Tasca sono a dir poco deboli: fondi in arrivo da Palazzo Chigi e taglio della spesa. E anche qui, l’utopia è tutta renziana e ci riporta alla mai realizzata spending review e al solito ritornello dei fondi europei.

Lo scopo è, in ogni caso, quello di alzare la soglia per l’esenzione da 21 a 28mila euro: una manovra da 30milioni di euro. Intanto, notizia di questi giorni, la Cgia di Mestre regala ai milanesi, e non solo, un fresco bagno di realtà: al Nord le entrate tributarie pro capite ammontano a un valore medio annuo di 10.229 euro, quasi il doppio rispetto al Sud. E indovinate chi c’è in testa alla classifica? LaLombardia: ogni residente versa allo Stato 11.284 euro. Per Milano, invece, parla il ministero dell’Interno: 143 euro pro capite di addizionale Irpef. Un record, soprattutto se si pensa che dall’era Moratti è aumentata del 450%. Hai voglia a promettere qualche esenzione in più.

Federica Venni (L’Intraprendente)

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